Versione italiana di
Laura Galbiati
Pubblicato il
17 dic 2021
Dopo un 2020 pesantemente colpito dalla crisi sanitaria, nel 2021 i round di finanziamento sono tornati ad avere un ritmo sostenuto nei settori del fashion, del lusso e della bellezza. In questo articolo, FashionNetwork.com ripercorre le principali attività di raccolta fondi svolte dai player del mondo della bellezza, settore in cui lo skincare è in crescita, soprattutto quando è eco-responsabile.

Da quasi due anni, infatti, la pandemia di coronavirus ha modificato le abitudini di consumo e il beauty non fa eccezione. La diffusione dello smart working ha accentuato il desiderio i prodotti per la cura e l’igiene, ma anche la volontà di utilizzare proposte che facciano bene anche al pianeta.
Cura e igiene: due universi molto ambiti
Lo scorso luglio, il marchio francese di prodotti per l’igiene ricaricabili e responsabili 900.care ha raccolto 10 milioni di euro in fondi di avviamento da White Star Capital, Founders Future, 360 Capital e alcuni business angel. Obiettivo del brand lanciato a fine 2020 dal duo Aymeric Grange e Thomas Arnaudo, che è presente in alcuni negozi Monoprix e attualmente dispone di uno spazio temporaneo al Forum des Halles di Parigi, è soprattutto quello di rafforzare i propri team tecnici.
Quattro mesi prima, a marzo, il marchio di igiene e cura per bambini dai 4 agli 11 anni Ouate ha realizzato la sua seconda campagna di raccolta fondi dal suo lancio nel gennaio 2019 da parte di Astrid Mauduit. Questa operazione, il cui importo non è stato rivelato, è stata realizzata con i suoi storici investitori privati e dovrebbe consentire al brand, che offre prodotti composti per oltre il 95% da ingredienti di origine naturale, di continuare il proprio sviluppo merceologico e geografico, in particolare negli Stati Uniti e in Cina. Sempre nel comparto igiene, nel gennaio 2021 Obratori, brand incubator del gruppo cosmetico L’Occitane, ha investito in Paper Cosmetics, label di deodoranti sostenibili con sede a Los Angeles. Se l’importo della transazione non è stato reso noto, i ticket di avviamento del fondo sono compresi tra 50.000 e 200.000 euro, con una media di 150.000 euro.
Anche il segmento delle creme, rimasto dinamico, ha suscitato l’interesse degli investitori. E i brand più ambiti spesso hanno un aspetto in comune: quello di offrire prodotti con formule salutari. Nell’aprile 2021, Famille C, holding di famiglia di Courtin-Clarins (proprietario di Clarins), ha investito 7,5 milioni di euro in Pai Skincare, il marchio di cosmetici biologici fondato nel 2007 da Sarah Brown, che rimane l’azionista di maggioranza. Il brand, che nel 2021 dovrebbe raggiungere un fatturato di 13,8 milioni di euro, intende stimolare la crescita nei suoi principali mercati e continuare a sviluppare nuovi prodotti.
Altro segnale che la naturalità attira gli investitori, all’inizio di dicembre Universal Beauty Group, l’azienda francese di cosmetici naturali nota in particolare per il suo marchio di capelli Végétalement Provence, ha raccolto sei milioni di euro da un gruppo di investitori guidati dal fondo di investimento di Marsiglia Connect Pro, che supporta le PMI del Sud della Francia. L’obiettivo di questa raccolta fondi per l’azienda, che realizza un fatturato di 4 milioni di euro, è accelerare lo sviluppo di Végétalement Provence sia a livello digitale che internazionale.

Nel 2021, la società di investimento francese Eurazeo è stata particolarmente attiva nel mondo della bellezza e dello skincare. Dopo aver investito a luglio 235 milioni di euro in Aroma-Zone, specialista in aromaterapia, e 45 milioni di euro in Pangea, specialista nella cura della pelle maschile che incuba e sviluppa anche marchi digitali attraverso la sua piattaforma e-commerce, nei giorni scorsi Eurazeo ha acquisito una quota di maggioranza in Beekman 1802. Questo marchio di bellezza americano, che propone prodotti per lo skincare a base di latte di capra, ha così beneficiato di un’iniezione di 62 milioni di dollari (54,8 milioni di dollari) di Eurazeo e di 92 milioni di dollari in totale, dal momento che anche Cohesive Capital Partners e il family office Anche Cherng Family Trust hanno investito.
Il Beauty Tech sta performando bene
Dopo aver attraversato un periodo turbolento a causa della crisi sanitaria e aver ridotto la propria distribuzione retail, il marchio americano di cosmetici Glossier, che opera principalmente online, ha riattivato le raccolte fondi, chiudendo lo scorso luglio un round table di 67,7 milioni di euro dalla società di investimenti Lone Pine Capital. Un’iniezione di capitale che porta la valutazione dell’azienda a 1,5 miliardi di euro. Glossier, che sta lentamente ripartendo con il retail nei suoi mercati strategici, ha aperto una settimana fa un negozio a Londra, a Covent Garden.
Anche le aziende con una forte presenza digitale hanno registrato buoni risultati nel 2021, spinte soprattutto dalla crisi sanitaria, che ha accelerato l’e-commerce e i servizi online. Lo scorso gennaio, Perfect Corp, la società che sta dietro all’applicazione di bellezza YouCam Makeup, che permette di provare virtualmente il trucco, ha chiuso una raccolta fondi da 40,7 milioni di euro dalla banca d’affari Goldman Sachs. Da parte sua, un anno dopo un primo round di finanziamento di 10 milioni di euro, lo specialista di prenotazioni di beauty online Planity ha raccolto a luglio 30 milioni di euro da Gaia Capital Partners e dai suoi partner storici Crédit Mutuel Innovation, BPI Digital Venture, Alven e Eiffel Investment Group. Con la nuova iniezione di capitale, l’azienda mira ad ampliare i team tecnici e commerciali e ad aprire un ufficio in Germania.

Infine, lo scorso novembre, l’azienda francese specializzata nell’elettro-estetica Beautigloo, che propone in particolare un piccolo frigorifero progettato per preservare e ottimizzare le performance dei prodotti cosmetici, ha chiuso il suo primo round di finanziamento, per 2,7 milioni di euro. Guidata da Chantal Baudron, da business angel riuniti da Eukratos, dal fondo di investimento Gemmes Venture, da Bpifrance e Banque Populaire, questa operazione mira a supportare le sue capacità produttive e il suo sviluppo commerciale.
Gli investitori sono attratti dai profumi
Un po’ trascurato durante i lockdown, il profumo, soprattutto di nicchia, è tornato alla ribalta. Nel gennaio 2021 Juliette has a gun, il brand di profumi fondato nel 2006 da Romano Ricci, pronipote di Nina Ricci, ha fatto entrare nel proprio capitale il fondo di investimento Cathay Capital. Obiettivo di questa acquisizione di questa acquisizione di una quota di minoranza: accelerare lo sviluppo della label a livello internazionale, soprattutto in Cina.
Sempre di Cina si parla da Bon Parfumeur. A febbraio, il brand fondato da Ludovic Bonneton, ex responsabile digital ed e-commerce di Yves Rocher, ha raccolto 2,5 milioni di euro da investitori privati. E oltre allo sviluppo del prodotto, il marchio vuole espandere la sua distribuzione, in particolare sul mercato cinese, dove stava preparando il lancio di un sito di e-commerce cross-border. J.U.S Paris, lanciato due anni fa da Thierry de Baschmakoff, Brigitte Wormser e Jean-Baptiste Roux, ha raccolto a marzo 600.000 euro. Un’operazione guidata da Colibri Advisory con due gruppi di business angel, WeLikeAngels e Arts et Métiers Business Angels, e con investitori internazionali. L’obiettivo: consolidare la propria presenza in Europa, Medio Oriente e in Asia.
L’Asia, Cina in testa, è infatti al centro del desiderio di tutti. Il mercato dei profumi dovrebbe raggiungere i 12 miliardi di yuan nel 2023 (1,5 miliardi di euro), mentre il segmento delle fragranze premium dovrebbe crescere del 18% quest’anno. A settembre il gruppo catalano Puig ha acquisito una partecipazione nel brand cinese di profumi Scent Library, che conta 80 negozi molto esperienziali e propone fragranze per sé e per la casa e creme per il corpo che si ispirano con modernità alla medicina tradizionale cinese.
Nel 2021, le operazioni finanziarie relative al make up sono state meno numerose, probabilmente a causa della pandemia che ha indebolito questo segmento. Tuttavia, a settembre Merit, label che offre una veloce routine di trucco lanciata all’inizio di quest’anno da Katherine Power, ha annunciato di aver completato un finanziamento di serie A di 17 milioni di euro guidato da L Catterton, società di investimento legata al gruppo LVMH e alla famiglia Arnault.
Per quanto riguarda l’Italia, lo scorso settembre il digital brand SkinLabo, fondato a Torino a fine 2016, ha chiuso un round di finanziamento da 9,1 milioni di euro. Tra i nuovi soci dell’azienda il lead investor del round Vertis (SGR attiva nella gestione di fondi di private equity e venture capital), Immobiliare.it S.p.A. e Angelomario Moratti, attivo, tramite la holding Seven Investments, in investimenti in realtà digitali e innovative nel panorama italiano e internazionale. I fondi raccolti con il nuovo round sono finalizzati in particolare all’apertura del mercato USA, a nuove assunzioni, investimenti in IT, ricerca e sviluppo prodotto e al potenziamento dell’attività di marketing communication.
A novembre, un altro marchio italiano nativo digitale, Skön, creato a fine 2020 dalla partnership tra il digital hub torinese di e-commerce B2B IDT e Sirpea, azienda attiva nella cosmetica d’alta gamma, ha annunciato un round di finanziamento da 2 milioni di euro per l’inizio del 2022.
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