Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
20 dic 2021
Negli ultimi mesi si sono sviluppate scarpe da ginnastica la cui tomaia è realizzata con un materiale proveniente dai funghi. Adidas ha presentato un modello “Stan Smith” di questo tipo all’inizio dell’anno. Facendo appello alla stessa azienda californiana Bolt Threads, Stella McCartney aveva invece realizzato dei modelli con questo materiale che riprende l’aspetto della pelle.

Realtà emergente nel mondo della moda, la tecnologia a base di funghi potrebbe crescere d’importanza nei prossimi anni. Infatti, altri due colossi della moda, ovvero il gruppo PVH, che possiede i marchi Calvin Klein e Tommy Hilfiger, ma anche il danese Bestseller, hanno appena costituito, sotto l’egida della struttura di innovazione responsabile Fashion For Good, una cooperativa con la società statunitense Ecovative, specializzata nello sviluppo di materiali innovativi a base di funghi, al fine di accelerare l’implementazione di applicazioni adatte al mercato della moda.
Alternativa alla pelle, ma anche ai derivati del petrolio, il micelio, materiale a base biologica, deve essere raffinato per essere sfruttato su scala industriale nella moda. È nell’interesse di tutti creare una cooperativa in cui ingegneri e specialisti dei funghi di Ecovative, azienda che ha iniziato a lavorare sui funghi nel 2007, possano cooperare direttamente con i designer e gli specialisti di prodotto dei marchi. I grandi gruppi sembrano quindi sempre più inclini ad adottare un approccio di “copetizione”, vale a dire ad affrontare insieme in parecchi le grandi sfide di trasformazione del settore per trovare soluzioni che ciascuno possa poi sfruttare a modo suo.
“In PVH, siamo entusiasti all’idea di esplorare innovazioni che riducano l’impatto ambientale dei nostri prodotti”, ha affermato Rebecca England, vicepresidente dell’innovazione di PVH Europe. “Mycelium ci offre l’opportunità di rispondere al crescente interesse dei consumatori per i prodotti a basso impatto, supportando la qualità e il design che soddisfano le esigenze e le aspettative dei nostri consumatori – in questo caso, realizzati con risorse al 100% biobased. Non vediamo l’ora di testare e apprendere con i nostri partner per creare soluzioni evolutive e sostenibili”.
Di fronte alle aspettative dei consumatori per il benessere degli animali, alla necessità di ridurre l’uso di materiali a base di petrolio e all’aumento del prezzo di materie prime come il cotone, in particolare il cotone biologico, i marchi stanno accelerando la ricerca di alternative al loro storico sourcing di materiali. Se possono anche convalidare un approccio più responsabile, gli investimenti nella ricerca e nella produzione di materiali appaiono davvero opportuni. In collaborazione con Ecovative, che a marzo aveva sviluppato il materiale Forager Hides destinato alla moda, i gruppi PVH e Bestseller puntano così a sviluppare scarpe, accessori, come cinture o piccola pelletteria, e abbigliamento con questo materiale, che può sostituire la pelle e la cosiddetta ecopelle fatta di materiali plastici.
“Mycelium mostra un grande potenziale nella sfera dell’innovazione nella moda – andando anche ben oltre il nostro settore. Siamo ansiosi di immergerci nella fase di sviluppo del prodotto e comprendere veramente l’estetica e le reali prestazioni dei materiali innovativi di Ecovative in laboratorio”, ha affermato Anders Schorling Overgård, ingegnere dei materiali sostenibili di Bestseller. “Questo progetto pilota ci consente di comprendere meglio il micelio come alternativa alla pelle, che alla fine è sia biodegradabile che completamente a base biologica”.
In questo campo sta anche emergendo una certa competizione. Si stanno infatti moltiplicando iniziative simili, con ananas, mele, uva o altre fonti vegetali come base materica. La sfida per i marchi sta nel supportare l’industrializzazione di questi processi per renderli rilevanti su larga scala… e trovare quello che fornirà il miglior rapporto resa-qualità-rendimento-prezzo.
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