Pubblicato il
22 dic 2021
Dopo l’acquisto perfezionato lo scorso giugno dell’azienda aretina Amom, il gruppo svizzero Riri, dal 2018 controllato dal fondo francese di private equity Chequers Capital, continua a sviluppare la creazione di un polo di accessori per la moda, l’alta moda e il lusso – bilanciato tra zip, bottoni, componenti metallici e bijoux – con l’acquisto della fiorentina DMC, società specializzata nel settore dei componenti metallici per l’alta moda, in particolare la pelletteria.

DMC, fondata nel 1976 a Scarperia e San Piero a Sieve, in provincia di Firenze, vanta una solida esperienza con i principali brand del lusso e una posizione strategica, situata in prossimità del distretto della pelletteria toscano. Nata come azienda familiare, oggi unisce la tipica precisione della tradizione artigiana italiana con l’impiego delle più moderne tecnologie ed è completamente integrata verticalmente, nonché sempre più focalizzata sull’impiego di prodotti sostenibili e sull’attuazione di processi a basso impatto ambientale.
“L’ingresso di DMC”, spiega in un comunicato Renato Usoni, CEO del Gruppo Riri, “non rappresenta solo un’accelerazione della strategia di completamento della nostra offerta in termini di prodotti, ma un traguardo fondamentale nella strategia di creazione di un modello di business completamente integrato. Il nostro gruppo si presenta a tutti gli effetti come un leader nell’innovazione, grazie alla sua strategia multibrand e ai suoi impianti d’avanguardia, localizzati in sette stabilimenti produttivi [Mendrisio, Padova, Tirano (SO), Poggio a Caiano (PO), Scarperia e San Piero a Sieve (FI), Badia al Pino (AR) e Palazzolo (BS)], e alla costante ricerca su tecnologie e materiali emergenti”.
“Questa integrazione rappresenta per noi una grande opportunità di crescita che ci consente di unirci a un team manageriale con un forte background internazionale, un’esperienza consolidata nel settore degli accessori e una visione d’insieme focalizzata su un’unica strategia”, hanno dichirato Cristian e Andrea Del Mazza di DMC.
Il gruppo Riri ha sede a Mendrisio, nel canton Ticino, vanta clienti come Nike, Reebok, Prada o Gucci ed è nato dall’aggregazione di tre aziende italiane con la ticinese Riri. Un’operazione costruita da Sofipa SGR (società di gestione controllata da Unicredit e poi venduta nel 2012 a Synergo SGR) nel 2006 con l’acquisizione della padovana Cobrax, nel 2007 con l’acquisto della bresciana Meras e nel 2008 comprando proprio la ticinese Riri, le cui origini risalgono al 1936. Successivamente, nell’ottobre 2014, il gruppo venne venduto dai fondi Sofipa Equity Fund e Sofipa Equity Fund II e comprato dal fondo olandese Gilde Buyout Partners, per poi terminare quattro anni dopo nelle mani dei francesi di Chequers.

L’azienda ticinese ha anticipato a FashionNetwork.com che concluderà il 2021 con il suo record di fatturato organico, il quale arriverà ben oltre i livelli pre-Covid, quando si attestò a 103 milioni di euro a fine 2019 (fu di 92 milioni due anni prima, ndr.), con Stati Uniti, Italia e Francia come primi mercati, e con un outlook estremamente positivo per un ulteriore sostanzioso incremento di giro d’affari nel 2022 proprio grazie a queste operazioni.
All’inizio del 2018, il gruppo Riri aveva già portato a termine due acquisizioni, quella di MR Plating SA, azienda svizzera specializzata in trattamenti galvanici, già partecipata da Riri, e quella di SPM Pressofusione S.r.l. (l’ex SPM Die-Casting), di Palazzolo sull’Oglio (BS), con l’obiettivo di farla diventare un centro di eccellenza per la realizzazione di stampi e per tutte le attività di pressofusione.
Diventato ormai un leader nel segmento della produzione di accessori metallici, Riri è dunque costituito ormai da cinque marchi: Riri (cerniere metalliche e in plastica), Cobrax (bottoni a pressione, jeans e rivetti), Cobrax Metal Hub e DMC (progettazione, sviluppo e produzione di componenti metallici per la pelletteria) e Amom (accessori per calzature, abbigliamento e bijoux).
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