Di
Adnkronos
Pubblicato il
4 gen 2022
Digitalizzazione, ma non solo. Il futuro economico dell’Italia sarà sempre più legato alla cosiddetta spina dorsale del tessuto imprenditoriale, le Pmi che da sole compongono il 33% degli addetti e contribuiscono per quasi il 40% alla creazione di valore aggiunto. A questi numeri si sommano quelli del franchising, un settore in grande crescita, nonostante la pandemia, e che si è imposto nel nostro Paese come una delle modalità di accesso all’attività imprenditoriale più redditizie in assoluto.

Secondo il Rapporto Annuale di Assofranchising, il giro d’affari supera i 27 miliardi di euro nel 2020 (+3,5%); in aumento anche i punti vendita affiliati in Italia (+ 1,3%), così come il numero di addetti nel sistema franchising (+ 4,8%).
A spingere il comparto è la cosiddetta “marketing intelligence”, ovvero una strategia ben strutturata e in grado di permettere alle attività locali di programmare gli obiettivi mensili e attrarre le giuste opportunità per perseguirli con efficacia.
“Si tratta di una tematica molto sentita dalle imprese locali, soprattutto in un momento di grande incertezza, come quello legato alla pandemia”, spiega l’esperto Tino Bassu, Ceo di Socialness, “e che ricalca le dinamiche delle grandi aziende. Questa esigenza è avvertita ancora di più nel mondo del franchising, dove per il franchisor è fondamentale avere dei franchisee che lavorino con standard ben definiti e con attività promozionali che, seguendo l’identità e le linee guida date dal franchisor, siano poi omogenee su tutto il territorio nazionale in termini di comunicazione, di tempistiche di programmazione e di performance ottenibili dai franchisee”.