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Da Pitti Uomo un segnale di ottimismo per il sistema moda


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11 gen 2022

La moda riparte da Pitti. Il salone di punta dell’universo uomo suona la carica portando a Firenze (11-13 gennaio) oltre 500 aziende per lanciare un segnale di speranza all’intero comparto, ancora stretto nella morsa del covid. “Fare questa fiera è stato molto difficile, era molto più facile non farla: ma la decisione è stata quella di farla, per il sistema, per dare fiducia, per dare un segnale e una visione a un settore che ne ha bisogno”, ha affermato il presidente di Pitti Immagine, Claudio Marenzi, all’evento di apertura della 101ma edizione della kermesse.  

La cerimonia di inaugurazione di Pitti Uomo 101 a Firenze

Un’edizione ancora sottotono se paragonata a quelle pre pandemiche, quando Pitti ospitava in Fortezza circa 1.200 aziende, ma già in forte recupero rispetto al primo appuntamento in presenza post covid, ha ricordato il numero uno di Herno, svelando di aver ricevuto nel suo stand “tantissimi clienti” e di averli “ringraziati uno per uno, perché anche per i nostri clienti venire qui non è stato facile”.
 
Rispetto a giugno 2021, il numero di espositori presenti in fiera è raddoppiato, passando da 250-260 marchi ai 620 di un mese fa, fino ai 580 confermati, di cui 40 solo digitali su Connect. La moda – ha aggiunto Marenzi – “è un settore che si sta riprendendo, ma che lascia molti feriti dietro di sé, soprattutto nella parte più debole o più lontana dal mercato, il mondo del tessile e il mondo dei semilavorati, che non hanno la possibilità di scaricare direttamente sul mercato il proprio prodotto”. 

Sullo stato di salute del comparto uomo ha fatto il punto Sergio Tamborini, presidente di Sistema Moda Italia. “La pandemia ha lasciato sicuramente il segno, ma in parte ci siamo ripresi: la moda maschile in Italia è ancora sotto rispetto al 2019, ci mancano ancora una decina di miliardi circa per arrivare a completare la ripresa nel suo insieme, con una dimensione di ripresa che però è a macchia di leopardo”.
 
“Ci sono segmenti come quello del vestiario maschile formale”, ha osservato Tamborini, “che sicuramente soffrono ancora, ci sono altri segmenti come la camiceria che soffrono relativamente, ci sono dei segmenti come la maglieria e tutte le aree dello sportswear che invece sono cresciute già nell’anno passato e crescono ancora benissimo. Mi fa piacere che ci siano qui oggi tante persone con la cravatta, però di fatto sulla cravatta siamo sotto ancora del 40-45% rispetto all’anno passato”.
 
Il numero uno di Smi si è poi soffermato sul caro bollette, che getta un’ombra sulle tempistiche della ripresa. “L’energia elettrica è qualcosa che oggi le aziende sentono in maniera pesantissima, perché le bollette che sono arrivate negli ultimi quattro mesi e che arriveranno nei mesi prossimi sono assolutamente concrete, tangibili. Come Smi abbiamo fatto delle richieste al governo”.
 
“Oggi siamo qui perché sentiamo fortissima la responsabilità di accompagnare senza cedimenti tutte le nostre imprese”, ha detto nel suo intervento da remoto Antonella Mansi, presidente del Centro di Firenze per la Moda Italiana, che ha dedicato “un ringraziamento particolare a tutti i lavoratori” operativi in fiera, “che sanno bene che il rischio zero non esiste e che hanno permesso che questo nostro impegno trovi oggi un’espressione concreta”. “L’eccellenza è un gioco di squadra”, ha continuato Mansi, “è anche molto importante la competitività di contesto che si realizza, passando per la Regione fino ad arrivare a un territorio le cui scelte saranno sempre più cruciali per il futuro non solo di Pitti ma di tutto il sistema economico nel suo complesso”.
 
Alla cerimonia di inaugurazione di Pitti era collegato anche Carlo Maria Ferro, presidente Ice che ha contribuito con l’incoming di circa 65 buyer e 50 giornalisti da oltre 20 paesi, rafforzando la partecipazione digitale dall’estero attraverso la rete dei 78 uffici dell’agenzia nel mondo e supportando la campagna di comunicazione internazionale in Usa, Regno Unito, Francia, Germania e Spagna.
 
L’impegno dell’Agenzia per la moda italiana ha visto “l’attivazione delle vetrine del made in Italy con grandi portali di e-commerce per 7.000 Pmi, e dieci di queste vetrine sono accessibili per i prodotti del settore della moda con 638 imprese finora ammesse: vorremmo estendere questo numero nel 2022”, ha ricordato Ferro. Prossimamente, ha concluso, “lanceremo un servizio di tracciabilità sull’origine del prodotto con le tecnologie blockchain, è un importante tool per difendere il brand, per difendere la qualità e l’origine, ma anche per creare una capacità di marketing della sostenibilità che parte dalla tracciabilità”.

Con Ansa

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