Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
13 gen 2022
Giovedì, il colosso giapponese del prêt-à-porter Fast Retailing ha reso noti risultati superiori alle proprie aspettative e a quelle del mercato nel 1° trimestre dell’esercizio 2021/22 (da settembre a novembre), ma il resto del suo anno finanziario si preannuncia più delicato, a causa dell’ondata della variante Omicron.

Il gruppo, di cui Uniqlo è il marchio di punta, ha registrato solide performance trimestrali in Asia-Pacifico (esclusi Giappone e Cina), Nord America ed Europa, tre aree in cui la ripresa economica stava allora approfittando di una certa calma sul fronte sanitario.
Il suo utile netto del periodo ha così raggiunto i 93,5 miliardi di yen (713 milioni di euro), un balzo del 33% in un anno, amplificato dagli effetti valutari favorevoli legati al deprezzamento dello yen. Si tratta di un utile netto record per il gruppo in un primo trimestre, ha precisato Fast Retailing in un comunicato.
L’utile operativo è salito più moderatamente (+5,6% anno su anno, a 119,4 miliardi di yen), così come il fatturato complessivo, che è aumentato dell’1,2%, a 627,3 miliardi di yen (quasi 4,8 miliardi di euro).
In Giappone, invece, i risultati trimestrali di Uniqlo sono fortemente diminuiti. Fast Retailing spiega di essere stata penalizzata dall’effetto di una base comparativa sfavorevole, in quanto la sua attività nell’arcipelago era stata molto intensa un anno prima.
Le temperature al di sopra delle normali medie stagionali all’inizio dello scorso autunno hanno inoltre penalizzato le vendite della nuova collezione Autunno-Inverno di Uniqlo in Giappone, ma anche in Cina, nazione in cui Uniqlo ha sofferto ancor di più per il mantenimento di rigide restrizioni sanitarie, che hanno colpito in particolare il settore locale dell’abbigliamento.
All’interno del proprio portafoglio di marchi ‘Global Brands’ (Theory, PLST, Princesse tam.tam …), il gruppo ha tenuto a fare il punto sulla ristrutturazione dell’insegna Comptoir des Cotonniers, che ha subito l’attuazione di un piano sociale nel 2021, impostato sull’eliminazione di 24 punti vendita e 217 posti di lavoro.
Durante questo primo trimestre, il marchio di moda femminile afferma di aver registrato un aumento dei ricavi (ma non sono stati comunicati), e soprattutto di essere tornato in equilibrio, “dopo aver potuto evitare la chiusura temporanea dei negozi a causa del Covid-19”, ha affermato la società. “Nel frattempo, la chiusura permanente dei negozi non redditizi e altre riforme strutturali hanno permesso di migliorare la redditività”.
Per la totalità dell’esercizio, Fast Retailing ha fornito previsioni invariate; segno di cautela, poiché la diffusione globale della variante Omicron dalla fine di novembre ha portato al ritorno delle restrizioni sanitarie in molti Paesi.
“Intendiamo raggiungere le nostre stime iniziali, anche se abbiamo difficoltà a cercare di prevedere la situazione futura” a causa del Covid-19, si è giustificato il gruppo. Lo scorso ottobre, Fast Retailing si è posto l’obiettivo di raggiungere nel 2021/22 un utile netto record di 175 miliardi di yen (1,3 miliardi di euro, ovvero +3% in un anno).
La società punta inoltre a un utile operativo annuo di 270 miliardi di yen (2,1 miliardi di euro, +8,4% in un anno) per un fatturato di 2.200 miliardi di yen (16,8 miliardi di euro al cambio attuale, +3,1% in un anno).
Con AFP
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