Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
13 gen 2022
Finalmente si è potuto assistere ad una vera e propria sfilata dal vivo di quel menswear maschile ‘ridefinito’ visto quest’anno a Pitti. Il défilé è andato in scena mercoledì sera all’interno del palazzo della famiglia Pucci a Firenze, per gentile concessione del designer genderbender Ervin Latimer.

“Tratta quell’abito con rispetto bitch”, ha affermato Ervin mentre presentava lo show da maestro di cerimonie come un vero MC, e una minuta modella dai capelli neri faceva vogueing ruotando sul pavimento in palladiana del palazzo settecentesco.
Uno dei soli nove passaggi di una collezione che presentava abiti maschili destrutturati indossati da ragazzi e ragazze, in un’elegante rivisitazione nordica della sartoria.
Intanto Ervin gironzolava e chiacchierava, col microfono sempre in mano, indossando un body da ginnastica rosso pompiere iper sfrangiato, collant abbinati, tacchi alti, la testa completata da una gigantesca parrucca bionda.
Il suo cast è stato formato principalmente dalla cultura dei ballroom club di Helsinki, dove Ervin vive.
In effetti, lo show e la collezione parlavano di come le nuove generazioni stiano abbattendo antiche barriere e iniettando concetti contemporanei su ciò che è unisex, transgender o cross dressing.
Gli abiti di Latimer spesso non sono in due pezzi, ma a volte sono dei cinque pezzi, con gilet mozzati o minigonne e canotte aggiunte al mix. Anche se il suo senso della silhouette non è affatto male. Ervin taglia grandi pantaloni dalle dimensioni elefantiache, e impressionano anche i suoi folli pantaloni slanciati pieni di tagli.
Latimer ha continuato ad immergersi nel suo chiacchiericcio di commento alle uscite delle creazioni, in cui utilizzava un gergo da club trans in ore notturne, acclamato da una folla di circa 150 ospiti (che indossavano tutti la mascherina).
Laureatosi alla Aalto University di Helsinki, lo stilistaha avuto una carriera di tutto rispetto nella moda lavorando per marchi come 1017 Alyx 9SM e Heliot Emil, prima di lanciare la propria etichetta. Oltre ad essere un designer, Latimer scrive e tiene conferenze sulle intersezioni tra cultura queer, antirazzismo, mascolinità e moda.

La sfilata di mercoledì sera rappresenta anche il lancio della sua griffe di lusso a Pitti Uomo, l’edizione numero 101 della fiera fiorentina dell’abbigliamento maschile.
“La definizione di mascolinità è limitata. La nostra nuova collezione non è unisex, né definita “menswear”, ma piuttosto rivolta a chiunque voglia evidenziare o esaminare la mascolinità dentro di sé”, ha affermato Latimer.
“La moda dovrebbe liberarci, non limitarci. Sfidiamo sia chi può esibire la mascolinità sia quale tipo di abbigliamento può essere usato per farlo. Inoltre, espandiamo anche l’aspetto della moda nordica. La nostra collezione comprende completi e camicie, ma anche abiti e gonne. La maggior parte delle persone quando pensa alla Finlandia vede delle bionde alte e allampanate, ma la nostra cultura è molto più diversificata di così!”, ha puntualizzato Ervin a FashionNetwork.com.
Anche se il brand prende il nome dal cognome dello stilista, Latimmier in francese antico significa anche “interprete o traduttore”, il che riassume anche il ruolo di questo stilista nella moda scandinava.
Inoltre, dopo un Pitti di basso profilo, in cui quasi tutti gli eventi più significativi sono stati cancellati a causa dei problemi sanitari, è stato rinfrescante assistere alla sfilata di un marchio e un cast che hanno palesemente molto apprezzato il loro momento warholiano di fama in Toscana.
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