Moda

Con le colorate sacerdotesse di Fendi cala il sipario sull’alta moda a Parigi


Ritorno all’ordine, non come restaurazione, ma come ricerca di autenticità: il senso ultimo della settimana della haute couture parigina, terminata giovedì, sembra essere la rinuncia all’eccesso. Mentre il prêt-à-porter vira deciso verso l’entertainment fiammeggiante, l’alta moda riporta l’attenzione sui vestiti, anche se ormai sulle seggioline d’oro oltre alle madame siedono le influencer.

Volumi sinuosi da Schiaparelli

È significativo che persino Daniel Roseberry, il direttore creativo di Schiaparelli che a suon di surrealtà kitsch si è guadagnato infinite attenzioni mediatiche, opti per un nuovo senso di rigore, tutto volumi sinuosi in bianco e nero con svolazzi oro, invece di proseguire per la via nota. Il nuovo Schiaparelli è severo, monastico, ma anche carnale, esuberante e glamouroso, figlio di un ideale ménage a trois tra Elsa Schiaparelli, Cristobal Balenciaga e Thierry Mugler.

Tante silhouette (di età diversa) da Valentino

Pierpaolo Piccioli, da Valentino, riparte dal corpo. La collezione è un excursus molto Valentino di perfezione vibrante, freddezza bollente e colori dell’altro mondo, condensato in silhouette ora verticali e grafiche, ora orizzontali e vaporose e presentato su corpi diversi e donne di varie età. Il disegno inclusivo di Piccioli, che sul tema dell’apertura si esprime da tempo, riesce perché i corpi – allungati, statuari, giunonici, minuti, voluttuosi, seccagni – sono lo strumento, ma non il messaggio finale, e questo porta ad una riscrittura del processo creativo, sviluppato su più corpi invece che su uno ideale, mantenendo intatta l’estetica rarefatta e aggraziata, anche quando si sfiora il sexy.

Fendi, l’ispirazione delle sacerdotesse è Roma

Da Fendi, Kim Jones affronta l’aspetto sacrale della romanità – Roma è caput mundi e ispira tutti i valori della maison – in una fantasia ieratica popolata di sacerdotesse in lungo vestite, issate su trampoli infiniti, i volti alieni tempestati di brillanti. L’aspetto celestiale, condensato dai bianchi e dai blu, si mescola a qualcosa di più fosco, se non infernale di certo esoterico, in una profusione di rossi e di neri. È la prova più riuscita di Jones dall’arrivo in Fendi, anche se l’espressione, a tratti, rimane rigida.

Fendi, viaggio in una Roma antica e futuristica

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Best of Paris, da Dior a Chanel a Gaultier e Viktor & Rolf

«La couture ha bisogno di umani, e mi è sembrato importante metterlo in luce adesso» dice Maria Grazia Chiuri, che da Dior celebra il lavoro manuale degli atelier in ogni sua forma: da quello inapparente che scompare dentro abiti di perfetta semplicità a quello evidente dei ricami che si moltiplicano e brulicano per ogni dove, incluse le calze e le scarpe. La collezione oscilla tra questi due poli: è di una purezza assoluta oppure brilla e scintilla; copre e nasconde oppure rivela il corpo e lo sottolinea.

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