Di
Ansa
Pubblicato il
1 feb 2022
Zegna chiude il 2021 con ricavi (preliminari) in crescita del 27% a 1,292 miliardi di euro, che portano ad aumentare le stime e guardare al 2022 con “prospettive che segnalano una continua crescita delle vendite e un ulteriore miglioramento del margine Ebit rettificato”.

Il margine Ebit rettificato 2021 è previsto intorno al 10% (era precedentemente indicato al 9%) e l’indebitamento finanziario netto preliminare è leggermente positivo grazie alla sana generazione di cassa in anticipo rispetto al piano, si legge in una nota.
“Il nostro primo comunicato finanziario come società quotata in borsa conferma che Zegna è un leader globale nel mercato del lusso”, commenta Ermenegildo ‘Gildo’ Zegna, presidente e amministratore delegato. “La nostra attenzione all’eccellenza, all’innovazione e alla forte risposta dei clienti al nostro abbigliamento per il tempo libero di lusso, ha portato i nostri ricavi preliminari per l’intero anno a superare il nostro piano. Mentre continueremo a monitorare gli eventi mondiali e i potenziali impatti della pandemia di covid sulla nostra attività, rimaniamo ottimisti sulla nostra crescita nel 2022, con una migliore redditività”.
Per il 2022 il gruppo Zegna prevede una crescita dei ricavi nella fascia ‘low-teens’ (intorno al 13%, ndr) e un ulteriore miglioramento del suo margine Ebit rettificato.
A sostenere il balzo nei ricavi, spiega Zegna, “è stato il continuo rimbalzo del segmento Zegna, i cui ricavi sono aumentati del 23% a 1,035 miliardi di euro” e del marchio Thom Browne, che è cresciuto del 47%, con ricavi per un totale di 263 milioni di euro”. Anche i ricavi tessili del gruppo hanno registrato un aumento percentuale a doppia cifra a 102 milioni di euro. In calo invece le ‘alleanze strategiche’ a 75 milioni di euro come “fase di adeguamento post-covid nel business b2b”.
La crescita è stata forte in tutte le aree geografiche, con ricavi in Nord America in aumento del 46% a 191 milioni di euro, in gran parte grazie a una performance molto forte negli Stati Uniti (+53%), in Asia Pacifico del 26% a 696 milioni di euro, con la regione cinese in crescita del 34%. L’area Emea ha registrato un aumento del 20% delle vendite, che sono cresciute a 380 milioni di euro, trainate da un rimbalzo delle vendite in Italia al di sopra dei livelli del 2019 e dall’eccezionale performance degli Emirati Arabi Uniti, in particolare nel retail.
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