Moda

La fashion week riporta a Milano i buyer da tutto il mondo


I punti chiave

  • Il settore moda allargato a occhiali, beauty e gioielli chiude l’anno con fatturato in salita del 20,9% sul 2020
  • Ancora da recuperare i livelli pre Covid ma ci sono le premesse per farlo entro il 2022
  • Cresce l’export in Cina (+50,1%), Usa (31,8%) e Francia (20,6%)

La moda italiana rivede al rialzo le stime di fatturato 2021: il settore – allargato ai gioielli, cosmetica e occhiali – chiude l’anno con ricavi pari a circa  83,1 miliardi di euro, +20,9% sul 2020 e -7,8% sul 2019, come certificato dai Fashion economic trends 2022. Merito dell’andamento dei mesi autunnali – con novembre che, per esempio, ha fatto registrare un +31,4% sul 2020 – e delle esportazioni che per la moda e i settori collegati dovrebbero aver toccato quota 67,9 miliardi, contro i 56,1 miliardi del 2020 e i 71,5 miliardi del 2019.

Il settore ha tutte le carte in regola perché il fatturato torni ai livelli pre Covid entro la fine del 2022, con un anno di anticipo: «Il 2021 è stato un anno importante – ha sottolineato il presidente della Camera della moda italiana, Carlo Capasa, presentando a Palazzo Marino il calendario della prossima Milano Fashion Week Women’s Collection, dal 22 al 28 febbraio – abbiamo recuperato due terzi di quanto perso nel 2020. Dei 24 miliardi in fumo ne abbiamo ripresi circa 16 e ci auguriamo di riprendere gli altri 8 e tornare ai livelli del 2019. Sembra che tutto vada in questa direzione».

L’export traina i conti della moda italiana

Il rimbalzo si deve soprattutto alla ripresa delle esportazioni: nei primi dieci mesi dell’anno sono salite del 16,4% per i comparti della moda in senso stretto e del 39,9% per i settori collegati. Secondo il preconsuntivo i primi dieci clienti della moda Made in Italy nel 2021 hanno registrato crescite a doppia cifra e tra le performance più significative ci sono quelle della Cina (+50,1%), degli Usa (31,8%) e della Francia (20,6%). L’unica flessione è, invece, quella registrata dalle esportazioni verso il Regno Unito (-18,3%), principalmente a causa della Brexit. «Vorrei sottolineare il saldo con l’estero di 33 miliardi e mezzo contro i 32 miliardi e 200mila del 2019. Questo dato riflette il calo delle importazioni, da un lato dovuto ad alcune difficoltà di approvvigionamento e dall’altro è significativo perché indica che le aziende stanno riportando le produzioni in Italia», ha commentato Capasa.

La prospettiva di poter recuperare il fatturato perduto entro la fine dell’anno ha spinto la moda italiana a tenere le proprie posizioni sugli eventi di gennaio e febbraio (salvo qualche defezione si sono tenuti Pitti, Milano moda uomo, Milano Unica, Filo e si terranno White e Lineapelle) e a organizzare una settimana della moda “in pompa magna”: 169 gli eventi in calendario, la maggior parte dei quali in presenza (57 su 67 sfilate e 59 su 69 presentazioni) con regole severe per evitare contagi .

La fashion week con 169 eventi e il ritorno dei big

La fashion week, che per stessa ammissione di Capasa punterebbe ad aprire un giorno prima, segna il ritorno sulle passerelle milanesi di alcuni big che mancavano da qualche stagione: Gucci, Bottega Veneta, Trussardi, Diesel e Armani che dopo la defezione di gennaio torna a sfilare e lo fa domenica 27, alla sera: un momento strategico per evitare che gli addetti ai lavori partano in anticipo alla volta di Parigi. Soprattutto, porta a Milano, dopo due anni di assenza, buyer da tutto il mondo. Può farlo grazie a una misura straordinaria sviluppata in accordo con il ministero della Salute che permetterà ai vaccinati con sieri non riconosciuti dall’Ema l’arrivo in Italia – su espresso invito della Cnmi e nei giorni delle manifestazioni – a fronte di un tampone negativo fatto (e poi ripetuto) nelle 48 o 72 ore precedenti, a seconda che si tratti di un test antigenico o molecolare. Il programma di incoming, realizzato con il supporto di Ice e Maeci, secondo il presidente di Ice Carlo Ferro porterà nel capoluogo lombardo «450 compratori (e 300 giornalisti) da tutto il mondo». Chi non potrà venire – come i cinesi – sarà raggiunto in streaming.

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