Pubblicato il
11 feb 2022
Camicissima ha dato il via al revamping dei propri negozi. Si tratterà del terzo concept stilistico degli interni dei propri punti vendita realizzato dall’insegna di abbigliamento maschile del gruppo Fenicia, dopo il debutto del 2004 e il primo restyling del 2012. “Dovevamo farlo nel 2020, ma il Covid ci ha fatto rinviare tutto di quasi due anni”, spiega a FashionNetwork.con Fabio Candido, presidente e fondatore di Camicissima e fratello dell’amministratore delegato del brand, Sergio Candido. “Investiremo una decina di milioni di euro nei prossimi 24-30 mesi per ristrutturare le nostre 80 boutique dirette e le 40 in franchising in Italia”.

Camicissima ha inoltre definito l’omnicanalità dell’azienda, “nel vero senso della parola”, dice Candido, “ora il nostro prodotto che il cliente non trova in negozio, perché ad esempio non ne sono presenti la taglia o il colore giusto, lo può trovare nella nostra logistica. È come avere tanti negozi da 80 mq. (questa è la nostra metratura media), con un deposito di 25.000 metri quadrati dietro a ognuno di essi. Un servizio garantito entro 24 ore, anche all’estero”.
Camicissima, che sceglie di non operare nel campo del wholesale, ma solo nel retail, vanta oggi più di 340 negozi sparsi in oltre 25 nazioni di Europa, Asia, Africa, Oceania e Sudamerica (circa 180 dei quali si trovano in Cina). “Arriveremo in altri Paesi quest’anno, ma siamo ancora in fase embrionale nella stipula degli accordi. Russia o Tunisia potrebbero essere obiettivi interessanti, ma ce ne sono tanti altri”, assicura Candido.
Fenicia SpA ha perfezionato lo scorso anno l’acquisto dell’etichetta di camiceria femminile Nara Camicie, creando così un polo italiano della camicia e dell’abbigliamento in generale da oltre 400 dipendenti che punta a 100/120 milioni di euro di fatturato in 3/4 anni. “Per Nara l’obiettivo è di espanderci più velocemente rispetto a quanto fatto con Camicissima – e non soltanto con la camicia”, puntualizza Fabio Candido. “Nara Camicie vendeva solo camicie, bluse, top in genere, per cui è stato volutamente connotato con negozi di piccole dimensioni, dalle superfici mediamente pari a 25-30 metri quadrati. Noi vogliamo aprirne di più grandi. In 5 anni almeno 50. E amplieremo le gamme di questa label, inserendovi anche pantaloni, abiti, giacche e capispalla, anche se la camicia continuerà a comporre il 50% della sua offerta. Vogliamo poter vestire la donna nell’arco di tutta la giornata”.

Altro progetto del gruppo Fenicia per Nara Camicie è di replicare in fotocopia l’espansione territoriale attuata con Camicissima, portando il brand ad inaugurare negozi nelle nazioni in cui quest’ultimo è già diffuso. “Il bello di questa situazione è di poter condividere sinergie con la ‘sorella’ Nara”, spiega Candido, “che ha come primo mercato l’Italia, seguito dal Giappone. Questa è già una prima sinergia, perché Camicissima non è ancora presente in Giappone, mentre Nara non è venduto in Cina. Sicuramente ci potremo scambiare questi know-how in futuro per velocizzare le espansioni dei due brand”.
Sempre per Nara Camicie, i fratelli Candido stanno procedendo a un rinnovamento del management con nuove assunzioni, cercando di formare un team “vincente, nello stile della Red Bull, per esempio, perché hanno saputo creare da zero un team di successo in un settore in cui non erano presenti, e vincono nel mondo delle corse automobilistiche battendo spesso e volentieri marchi blasonati come Mercedes e Ferrari. Questo per dire che è un team coeso che porta un’azienda al successo, non ci sono alternative”, spiega il presidente di Camicissima, in parte preoccupato per le problematiche inflazionistiche globali, che “costringeranno tutti noi del settore a scaricare sul consumatore finale gli aumenti dei costi che abbiamo subito; non penso ci sia un’azienda che si salverà da questo”, dice Fabio Candido, senza dimenticare gli impatti sulle imprese “delle tante restrizioni e misure adottate per combattere la pandemia – che hanno portato ad un mese di gennaio per noi sofferto – e degli incrementi, a volte illogici, dei costi dei trasporti, delle materie prime, della catena d’approvvigionamento. Ma se si riprenderà il mercato, credo che gli aumenti di inflazione e prezzi potranno passare in sordina”, si augura.

Camicissima dovrebbe chiudere l’esercizio 2021 a 35 milioni di euro di fatturato, quindi “ancora al di sotto del livello 2019, ma sicuramente sopra al 2020”, dice Fabio Candido. “Nel 2022 dovremmo tornare al livello pre-pandemico. Considerando Nara Camicie, il giro d’affari complessivo salirà, ma non tornerà ancora ai 53 milioni ottenuti nel 2019”, precisa comunque il presidente. Primo mercato l’Italia, che da sola genera il 70% del volume d’affari di Camicissima, seguono la Cina, primo sbocco estero, il Sudafrica, la Svizzera e, un po’ a sorpresa, il Marocco, dove il brand ha grande successo e ha avuto tante richieste per aprire nuovi negozi.
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