Pubblicato il
11 feb 2022
È una crescita impetuosa quella di Rossignol Apparel, la divisione fondata nel 2015 dallo specialista francese dello sci per coordinare il business di abbigliamento, accessori e scarpe, uomo, donna e bambino, da neve o fuori neve. Una vera sfida, come sottolinea il CEO di Rossignol Apparel Alessandro Locatelli, perché nonostante la forza dello storico marchio, non era così facile avere successo in un mercato diverso rispetto a quello delle attrezzature da sci, da sempre core business di Rossignol, perché le dinamiche sono differenti.

“Tutto è bene quel che finisce bene, mi verrebbe da dire. Dalla sua nascita ad oggi, Rossignol Apparel ha moltiplicato per sei volte il suo fatturato, con un CAGR che fino a prima del Covid era pari al 40%. Nel 2020 abbiamo perso circa il 22%, un calo che definirei contenuto visti gli eventi e la chiusura totale degli impianti sciistici. Nel 2021 abbiamo recuperato le posizioni perse e chiuderemo l’anno fiscale in corso a 60 milioni di euro; per il 2022/23 prevediamo di raggiungere gli 80 milioni”, ha spiegato Locatelli a FashionNetwork.com.
Tra i primi mercati di Rossignol Apparel ci sono la Francia, chiaramente, il Nord America, e l’Italia. “Abbiamo limitato l’impatto negativo del Covid soprattutto grazie al Nord America, dove le stagioni sciistiche non hanno subito tutte le limitazioni imposte in Europa”, precisa il CEO. “Post pandemia, abbiamo beneficiato della grande voglia che le persone avevano di uscire, di fare esperienze positive e sane; in questo senso, la montagna, in tutte le stagioni, è la risposta perfetta a tali esigenze, perché coniuga vita all’aria aperta, sport e divertimento. Abbiamo lanciato un nuovo ‘mood’ di marketing, denominato ‘Escaper’, in cui tutte queste persone si possano identificare. Il nostro obiettivo è di evolvere da specialista della neve a specialista della montagna, 12 mesi l’anno; in questo modo, si aprono per noi nuove e importanti opportunità”.

Infatti, se il giro d’affari di Rossignol Apparel è rappresentato ancora oggi per circa il 50% dall’abbigliamento da sci, il 15% è realizzato con le proposte estive, il 10% dalle calzature, il 10% dalla parte più lifestyle e il 5% dalle collezioni junior; uomo e donna realizzano vendite omogenee.
Molto importante per la società è anche il canale DTC (Direct-To-Consumer), che include store monomarca ed e-commerce e pesa oggi per il 40% sul fatturato totale. “Oggi abbiamo 42 negozi a insegna Rossignol, in location prestigiose come New York, Aspen, Prigi e Chamonix, tra cui alcuni outlet, come quelli italiani a Serravalle e Udine. L’e-commerce durante la pandemia è davvero esploso e continuiamo a mantenere dei buoni ritmi”, aggiunge Locatelli.
Sul fronte prodotto, Rossignol ha recentemente lanciato un nuovo modello di doposci, denominato Apres Podium e andato velocemente sold out, che si ispira alle calzature che i campioni di sci indossano una volta tolti gli scarponi per salire sul podio: doposci facili e veloci da indossare, dunque, oltre che comodi, caldi e con un ottimo grip neve.

“La tecnologia oggi ci aiuta molto, noi ad esempio utilizziamo come materiale isolante esclusivamente il Primaloft, che è molto leggero, riscalda in modo immediato e asciuga rapidamente, oltre a essere riciclato e quindi sostenibile”, conclude il CEO. “Continuiamo inoltre a portare avanti le nostre collaborazioni con brand prestigiosi, come Balmain o Tommy Hilfiger, con cui abbiamo lavorato per un paio d’anni, oltre a quella storica con Jean-Charles de Castelbajac”.
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