Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
22 feb 2022
Poiché il Paese asiatico ha perso un certo accesso privilegiato ai mercati americano ed europeo, le sue cifre erano decisamente attese: la Cambogia ha registrato un aumento delle proprie esportazioni di abbigliamento, calzature e accessori da viaggio del 15,2% nel 2021. Esse hanno raggiunto gli 11,38 miliardi di dollari (10 miliardi di euro). Un aumento da leggere alla luce degli ostacoli sanitari vissuti dal settore nel 2020 e delle difficoltà nell’approvvigionamento delle materie prime, ma che si spiega anche con un rinvio degli ordini precedentemente destinati a Vietnam e Birmania.

Le due nazioni della zona, i cui dati sull’export 2021 saranno presto pubblicati, hanno visto nel corso dell’anno contrarsi in modo rilevante le loro filiere dell’abbigliamento e delle calzature, a causa delle pesanti ondate di contagi nelle zone industriali per il Vietnam, e di un colpo di stato militare che ha causato la fuga di un gran numero di compratori per la Birmania.
Questi acquirenti hanno trasferito i loro ordini in direzione della Cambogia. Ly Khun Thai, presidente della associazione cambogiana delle calzature, ha indicato in particolare l’effetto significativo della ripresa dei consumi nei Paesi clienti, dove gli alti tassi di vaccinazione hanno portato ad un’accelerazione degli ordini negli ultimi mesi.
“Nel 2022, l’economia (cambogiana, ndr.) dovrebbe crescere a una percentuale più elevata di circa il 5,6%”, ha affermato oggi il ministro dell’economia e delle finanze Aun Pornmoniroth. Crescita che dovrebbe essere “sostenuta dal previsto aumento della domanda mondiale e dalla fiducia degli investitori esteri”.
Con 6,5 miliardi di dollari (5,72 miliardi di euro) di merci esportate negli Stati Uniti nel 2020, la Cambogia è un fornitore chiave di abbigliamento per gli States. Sempre nel 2020, la Cambogia è stato il sesto fornitore dell’Unione Europea, secondo l’IFM, con poco più di 3 miliardi di euro di merci, collocando il Paese dietro India e Vietnam, ma davanti a Pakistan e Birmania.

Nell’agosto 2020, a seguito di “gravi violazioni dei diritti umani e del lavoro”, la Commissione Europea ha annunciato la sospensione per la Cambogia del “sistema di preferenze generalizzate (GSP in inglese, ndr.), che garantisce condizioni tariffarie preferenziali sulla merce spedita”. Una sospensione che riguarda in particolare i tessuti, l’abbigliamento, le scarpe e gli accessori da viaggio. Fanno eccezione, invece, “abbigliamento e calzature ad alto valore aggiunto”, considerati dalla Commissione “settori industriali da sostenere”.
Negli Stati Uniti, il GSP di cui fino ad allora avevano beneficiato le produzioni cambogiane è scaduto a dicembre 2020. Il braccio di ferro attuato nel 2021 tra i due Paesi non si è ancora concluso. Il congresso americano ha infatti rallentato il rinnovo del GSP. Nel frattempo, le esportazioni cambogiane devono accontentarsi dello status preferenziale MFN, che sta per “nazione più favorita”, meno interessante per i Paesi esportatori.
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