Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
23 feb 2022
Con Capasa Milano, martedì sera la Milano Fashion Week è entrata nel vivo, immergendo il pubblico nel cuore della moda. Per questo ritorno alle sfilate fisiche, lo stilista Ennio Capasa ha avuto la buona idea di organizzare il proprio défilé nel backstage, favorendo incontri amichevoli e conviviali all’interno del pianeta moda, che da quasi due anni manca di contatti umani a causa della pandemia.

Certo, l’idea non è nuova. Gucci l’aveva già fatto prima del Covid. Ma per questo ritorno agli affari da entrambe le parti – lo stilista torna anche sulle passerelle dopo sei anni di assenza – la formula è piaciuta. Rimasto in disparte da quando ha venduto il suo marchio Costume national nel 2016, Ennio Capasa ha invitato i propri ospiti (tra cui l’amministratore delegato di Gucci, Marco Bizzarri) al Teatro degli Arcimboldi, nell’ex quartiere industriale Greco Pirelli, alle porte di Milano.
È solo una volta superato il pesante sipario di velluto rosso, avventurandosi dietro il palco, che il pubblico è arrivato nel backstage, dove ha potuto incontrare modelle, parrucchieri e truccatori in piena preparazione, mentre in un angolo della sala lo stilista spiegava la collezione ai giornalisti. Improvvisamente uno speaker annuncia l’inizio dello show. “3,2,1”, dice. E si parte, sulle note post-punk della band lombarda Starcontrol, che suona dal vivo.
Tutto contribuisce a togliere enfasi e pesantezza al lancio di questo nuovo progetto. “Si tratta di una collezione zero, che proprio per questo si chiama “Before it start”. Ho ripreso il lato senza tempo di Costume national, che era un marchio molto più radicale perché l’epoca era così, per spostarmi verso uno stile più aperto alle contaminazioni e alle individualità In fondo prima creavo una specie di divisa, di uniforme, oggi è tutto molto più vario e aperto”, riassume Ennio Capasa.
Con la nuova linea Capasa Milano, il designer lavora essenzialmente sulla tradizione sartoriale del Made in Italy, infondendole una nuova freschezza e modernità. In particolare propone una serie di superbe maxi giacche da completo, impeccabilmente tagliate al laser e termosaldate, con finiture rifinite a mano. Dal design elegante, disponibili in nero, ma anche in colori forti come il verde smeraldo o il rosso rubino, queste giacche si abbinano a gonne o pantaloni fluidi, in completi indossati indifferentemente da uomini o donne.
Tutti i capi sono, infatti, unisex e disponibili in un’ampia gamma di taglie. Così, l’abito drappeggiato modella la donna mentre s’indossa come una tunica sopra i pantaloni da uomo. Il guardaroba si amplia gradualmente verso un registro più casual e sportivo, con capi che comunque rimangono sempre d’alta gamma e dotati di costruzioni ricercate, sia nella forma, che nelle proporzioni o nei materiali. Grande attenzione è ugualmente riservata alle materie prime, “cercando di utilizzare quante più fibre sostenibili possibili” (taffetà, velluto, eco-nylon, crêpe di seta, denim giapponese, ecc.).
La giacca di tweed è tagliata con bordi grezzi, le maniche di un caban si gonfiano, una camicia di raso verde mela si infila in pantaloni di pelle nera a vita molto alta. A volte, ci si perde un po’ fra i molteplici stili e personalità mostrati dalla collezione. Ma il filo conduttore lo troviamo negli accessori, tutti interessanti e di carattere, dagli stivali e stivaletti da rocker realizzati da Himco agli originali gioielli d’argento prodotti in collaborazione con Gianni De Benedittis di FuturoRemoto.
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