Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
4 mar 2022
Il 2 marzo a Parigi la moda è stata un affare di donne: tre stiliste hanno presentato collezioni molto diverse tra loro, rivolgendosi sia a una clientela dinamica e vigorosa, ma anche a donne più romantiche.
Victoria Beckham: bellezze metropolitane, nuovo logo
Per questa stagione, Victoria Beckham ha rinunciato alla sua classica sfilata londinese, optando per una presentazione a Parigi, con una collezione che combina due silhouette molto diverse: le linee attillate da femme fatale caratteristiche del suo debutto di carriera nella moda, e forme molto più casual e contemporanee.

Victoria Beckham ha anche svelato un nuovo logo, un sottile monogramma costituito dal lato sinistro di una V e una B maiuscola. Lo troviamo in body in maglia elastica, trench da città, una superba serie di jeans e giacche in morbido denim o anche in peacoat trapuntati color arancione brillante.
“La creazione di un monogramma è una decisione importante, perché durerà nel tempo. Ecco perché ho preferito una specie di stampa piuttosto che un grande logo”, ha spiegato Victoria Beckham durante una presentazione privata della sua collezione, in uno showroom di avenue Hoche.
L’ex cantante ha anche svelato la sua prima linea completa di borse: tracolle architettoniche e morbide, eleganti borse a secchiello in pelle con fermagli dorati che si aprono a forma di quadrati e persino borse confezionate con lo stesso tessuto dei suoi peacoat.
Un video tratto dal lookbook, girato in una torre di uffici ristrutturata dietro la stazione di Liverpool Street a Londra, ha mostrato i principi degli accostamenti protagonisti di questa collezione Autunno-Inverno 2022/23. Memorabili abiti da cocktail e top, in paillettes scure ricoperte di garza, abbinati a voluminosi cappotti in lana bouclé dai colori vivaci.
Originariamente, Victoria Beckham aveva programmato di organizzare una cena a Parigi venerdì sera, prima che le preoccupazioni per l’invasione dell’Ucraina la portassero a cancellare con discrezione la serata. Ma questo approccio molto sobrio non può far dimenticare il dinamismo della casa britannica, sia dal punto di vista creativo che da quello estetico.
Koché: gotico contemporaneo
Christelle Kocher ha presentato le sue ultime idee di eleganza urbana per Koché su un terreno sacro nella storia della moda. La sua cornice è stata nientemeno che il Salon Napoléon del Westin Hotel, teatro della maggior parte delle sfilate di Yves Saint Laurent negli ultimi due decenni del couturier.

I primi look – gotico e rock – sono stati emozionanti, con le loro balze piene di punte, i collant a rete e i vestiti corti tagliuzzati. Una silhouette potente ereditata dagli anni ’80, con micro abiti da cocktail con spalle scollate che ricordano Flash Gordon e realizzati in broccato dorato. Un’apertura audace subitaneamente addolcita da maglie ritorte, in una sfilata le cui modelle avevano le labbra superiori punteggiate di api rosse, come fossero gioielli.
“Una couture emozionante e confortevole”, ha spiegato Christelle Kocher con un sorriso, assalita dal pubblico nel backstage della sua sfilata.
Il défilé era misto. Gli uomini indossavano abiti a pannelli e pantaloni molto larghi, portati molto alti sopra la vita: la forma di pantaloni più alla moda al momento in Europa.
Ma probabilmente il talento principale dello stilista francese sta nell’applicare forme e fronzoli ispirati alla couture ad abiti da festa che trasudano giovinezza, conferendo loro un’allure sexy senza essere eccessivamente sofisticati.
Cecilie Bahnsen: il cosplay versione Copenhagen
La moda scandinava potrebbe riassumersi in ragazze che indossano vestiti adatti per andare in bicicletta. Non da Cecilie Bahnsen, un talento più sottile, che predilige complesse misture di materiali e plissettature, concepite per essere indossate mentre si cammina, o meglio ancora mentre si sta in posa.

Ispirata alla poetessa danese Tove Ditlevsen, la collezione aveva un carattere nostalgico analogo alla poesia. “La pioggia ha smesso, lasciando solo alberi spogli, gocciolanti silenziosamente”, si legge nell’introduzione alla poesia “Night Wandering” di questa talentuosa poetessa, che ha lottato contro la tossicodipendenza prima di porre fine alla sua vita nel 1976.
Eppure la sua influenza sembrava molto più innocua. Le modelle hanno sfilato nel salone superiore del Palais de Tokyo, vestite con giacche corte e boleri stropicciati, indossati su abiti con pinces o vestiti aderenti, arricciati e tutti legati con cordini. Petali di stoffa o foglie tagliate in modo strano completavano il tutto. Eccentricamente romantici, con momenti di fascino incantevole, gli abiti sembravano ideali per un weekend al parco Yoyogi di Tokyo.
Un’atmosfera che ricordava il cosplay, nel senso migliore del termine: variazioni di rosa confetto, rosa tenue, arancione e blu elettrico. Ma il momento clou della sfilata è stato il quintetto di silhouette nere, in particolare un abito monospalla in broccato stropicciato davvero sorprendente.
Per caso o per influenza, la collezione ricordava Simone Rocha, ma è stato comunque un autentico momento di moda.
Tre talenti femminili molto diversi tra loro, e ognuna segue una propria strada.
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