Il Covid ha reso necessario il ricorso, improvviso ed esponenziale, al telelavoro. In alcuni Paesi, Stati Uniti in primis, non si tornerà indietro: se fino al 2020 al centro dei colloqui di lavoro c’era l’equilibrio tra vita in ufficio e privata, tra mansioni in presenza e da remoto, oggi queste formule “miste” sono date per scontate. L’interesse si è spostato altrove. «Le domande più frequenti e pressanti fatte dai candidati riguardano le politiche Esg – spiega Maurizio Dallocchio, docente di Corporate Finance della Bocconi e dei corsi post laurea della scuola Sda dell’università –. Credo che a volte i giovani freschi di laurea o master abbiano su questi temi idee e visioni ancora più chiare di alcuni leader aziendali, in tutti i settori, moda e lusso compresi, anche solo per una questione generazionale. Sono disposti a offrire il loro curriculum, talento e passione solo a chi abbia una visione olistica, potremmo dire, del ruolo dell’economia e della finanza nelle società e nel mondo».
«Una sfida che richiede strumenti tecnici, immaginazione e creatività»
Esg sta per environment, social e governance , acronimo che ha un significato più ampio della “semplice” sostenibilità sociale e ambientale ed è usato da ben prima che si iniziasse a parlare di attenzione all’ambiente e alle persone. Anziché aspettare che gli aspiranti collaboratori si presentino ai colloqui decisi ad avere risposte esaustive sui temi Esg, Kering ha deciso di giocare d’anticipo: il gruppo francese del lusso – secondo nel mondo solo a Lvmh – ha scelto Bocconi per lanciare la sua challenge (sfida) agli studenti di due corsi della Sda e di un master of science. «È una sfida che richiede strumenti tecnici, come quelli che fornisce la Bocconi, e immaginazione e creatività – sottolinea Marie-Claire Daveu, chief sustainability officer and institutional affairs di Kering –. Agli studenti chiediamo di capire quale sia l’impatto delle performance Esg sul prezzo delle azioni e sulla valutazione dell’azienda, con un focus sul nostro settore, l’alta gamma». In tempi di intelligenza artificiale è ancora più importante unire la capacità visionaria delle persone alle analisi dei dati (big or small, potremmo dire).
Cresce l’interesse degli investitori per strumenti di misurazione della sostenibilità
«Il progetto nasce dalla consapevolezza di Kering e della Bocconi che la tematica Esg-performance azionaria è sempre più importante – concordano Daveu e Dallocchio –. Sono gli investitori a chiedere strumenti sempre più sofisticati e indici di Borsa ad hoc, che raccontino davvero le politiche Esg di una società. Ma i numeri raccontano sempre solo una parte della storia, per questo sfidiamo gli studenti a trovare nuovi modi per spiegare e valutare sostenibilità e governance».
La Kering Challenge è appena partita e la partecipazione degli studenti – che formeranno piccoli gruppi di lavoro a cui verrà assegnato un tema specifico – era su base volontaria. «Ci auguravamo che l’iniziativa fosse accolta bene, ma le richieste hanno superato di molto le previsioni», racconta Marie-Claire Daveu. Analogo successo avevano avuto le collaborazioni con il London College of fashion, l’Institut Français de la mode e l’Hec, la Paris School of management. «Della partnership con la Bocconi è molto interessante l’apertura agli studenti del master of science – aggiunge Daveu –, perché ogni percorso di formazione, da quelli finanziari a quelli scientifici, può far sbocciare idee».
L’impegno di Kering
La sfida di salvare il nostro pianeta e costruire società più eque ci riguarda tutti, come persone, aziende, Paesi. In Kering la consapevolezza è così radicata e coerente perché viene dal vertice, conclude Daveu: «Il ceo François-Henri Pinault è il primo a essere profondamente convinto dell’importanza di porre lo sviluppo sostenibile al centro della nostra strategia, non solo a fini etici, ma perché è estremamente logico dal punto di vista del business. Lo stesso vale per temi quali la diversità e l’inclusione, le condizioni di lavoro presso i nostri fornitori e la governance».