I punti chiave
- Ricavi in salita sul 2019: ricavi medi a +11,9 per cento
- Il 19% delle aziende (quasi tutte piccole) però non ha registrato alcuna ripresa
- L’aumento del fatturato dipende anche dall’aumento del costo dei metalli
Fatturato medio a 8,8 miliardi di euro, in salita del 54,6% sul 2021 e oltre le stime precedenti che fissavano l’incremento su un + 46,5 per cento. E ricavi in aumento anche sui livelli pre-Covid: +11,9% sul 2019. Le stime elaborate dal Centro Studi di Confindustria Moda per Federorafi disegnano un 2021 all’insegna della crescita per il settore orafo-argentiero-gioielliero (Oag). «Considerando che nel 2020 il fatturato si era portato sui circa 5,7 miliardi di euro, la dinamica 2021 si traduce in un incremento di 3,1 miliardi. Si tratta di un recupero importante e che porta a sorpassare del +11,9%, corrispondente a quasi 940 milioni in valore assoluto, i livelli del 2019», fa sapere Federorafi.
Ripresa sì ma a macchia di leopardo
L’incremento medio sul 2019 è determinato sia da una ripresa delle attività produttive (la stima relativa ai dati forniti dalle aziende a campione porta a quantificare un recupero del +32,3% su base annua) sia da un rialzo dei prezzi dell’oro e degli altri metalli preziosi, ma la ripresa non è omogenea: il superamento dei livelli di fatturato dell’anno 2019 interessa solo il 62% del panel delle aziende intervistate e, di queste, il 35% ha raggiunto livelli «molto superiori», mentre il 27% si è portato su valori di «poco superiori». Rimane però una quota significativa delle aziende che non ha ancora registrato la ripresa: il 19%, e quindi quasi una su cinque, indica di aver chiuso l’anno 2021 su livelli «molto inferiori» rispetto al 2019. Si tratta soprattutto di aziende di piccola dimensione, con fatturato sotto i cinque milioni di euro.
La mancata ripresa non sembra avere un impatto negativo sull’organico delle imprese: in base a quanto emerso dall’Ottava Indagine Impatto Covid sul settore Tma elaborata dal Centro Studi di Confindustria Moda, il 44% delle aziende a campione dichiara di aver incrementato il proprio organico nel corso del 2021. Per il restante 50% il numero di dipendenti al 31 dicembre 2021 coincide con quello al 31 dicembre 2020, mentre solo per il restante 6% dei casi – indicano una riduzione del personale.