Pubblicato il
14 mar 2022
Proseguono i progetti creativi, le collaborazioni e le espansioni della milanese ACBC, prima ed unica azienda italiana del mondo delle calzature certificata B Corp, esperta nella progettazione e nella produzione di scarpe sostenibili basate su materie prime animal free, riciclate e a base biologica.

L’azienda venne fondata nel 2017 da Gio Giacobbe ed Edoardo Iannuzzi puntando su un progetto di scarpe modulabili dalla tomaia intercambiabile con un sistema di zip, le “Zip Shoes” appunto, che continua a produrre. In seguito ha differenziato l’offerta avviando tante co-lab con marchi di moda, calzature e accessori per renderli più green, caratterizzandosi per l’ideazione e l’applicazione di altre tecnologie eco-sostenibili, come il tacco biodegradabile oppure il free bio, una fibra sintetica composta da bicarbonato di calcio bio-based e fibra di legno.
Recentemente, l’azienda milanese si è anche affiancata a ClimatePartner, realtà che offre alle aziende soluzioni per il clima, per lanciare ‘Sustainability as a Service’, servizio che consente di misurare l’impatto dei prodotti di lusso e sportswear per ridurre la Carbon Footprint e aumentare la consapevolezza della portata delle attività produttive.
Dopo le recenti co-lab con Piquadro, Versace, Pantofola d’Oro, Maliparmi, Rewoolution, l’ultima partnership in ordine cronologico è quella con Mini. “Presto verrà inserita in listino una Mini ACBC full electric. Il gruppo BMW, che possiede ormai da tanti anni il marchio Mini, ritiene che i suoi valori siano in linea coi nostri”, ha spiegato a FashionNetwork.com il cofondatore e CEO di ACBC Gio Giacobbe, dal suo stand a Micam. “Non andremo a modificare l’automobile, ma semplicemente enfatizzeremo il concetto che si tratta della prima Mini interamente elettrica, per un progetto più sostenibile”.

Tra le ultime partnership di ACBC (il cui nome sta per Anything Can Be Changed) c’è quella con Missoni, per tutte le sneaker del brand varesino, collezione che Giacobbe definisce “forse la più sostenibile dell’intero mondo del lusso. Sono scarpe totalmente vegane, con le suole fatte di amido di mais, e circolari, in quanto il tessuto usato per la tomaia proviene tutto da scarti di produzione dei magazzini Missoni”.
Le collaborazioni che ACBC ha attualmente in atto sono 27. “Preferiamo chiamarle partnership, perché sono continuative. Vogliamo veramente cambiare le cose con il nostro nome. Supportare queste aziende ci rende orgogliosi di poterlo fare”, dice Giacobbe. “La questione è essere sempre di più un brand che aggiunga dei valori di sostenibilità al prodotto”.
Dalla stagione Spring-Summer 2023 le collaborazioni di ACBC diventeranno 37. Tra queste arriveranno Diadora, Vision of Super, Patrizia Pepe, “e abbiamo perfezionato una co-lab per rendere più green le sneaker di Zegna”, rivela Giacobbe, mentre dal successivo Autunno-Inverno 2023/24 si porteranno a 50.

Il CEO preannuncia un raddoppio di fatturato al termine di questo esercizio (che ACBC chiuderà al 31 marzo prossimo), pur preferendo non comunicare il dato preciso, che all’85% è ottenuto all’estero e al 15% in Italia. Primi mercati sono gli Stati Uniti, col 25% del giro d’affari e mercato più cresciuto lo scorso esercizio (+300%), seguiti dall’Europa in generale col 24% e dalla Cina. “L’Europa dell’Est conta, ma non siamo distribuiti in Russia, perciò non siamo impattati dalla crisi russo-ucraina, ma naturalmente ci dispiace tantissimo per l’allucinante situazione che sta accadendo”, puntualizza l’imprenditore.
“Il nostro obiettivo reale per il prossimo anno è toccare per lo meno un milione di prodotti realizzati in maniera sostenibile, il che significherebbe ridurre di tantissimo l’impatto sull’ambiente. In media una scarpa fatta in maniera tradizionale emette tra 22 e 23 kg di CO2. Produrle come facciamo noi equivale a risparmiare 10 kg di CO2 a prodotto, perciò parliamo di 10 milioni di chilogrammi di anidride carbonica in meno” chiosa il CEO di ACBC, che dispone anche di negozi monomarca in Italia, a Santa Margherita Ligure, in Olanda, ad Amsterdam, e in Cina, a Pechino, ed è presente nel mondo con il proprio brand in alcune centinaia di rivenditori multimarca.
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