Si scioglie dopo anni il nodo del controllo del lanificio marchigiano Cariaggi, uno dei più grandi e prestigiosi produttori italiani di filati per maglieria, leader nel cashmere e lane pregiate, finora conteso tra la famiglia Cariaggi, titolare del 50% e da sempre alla guida dell’azienda, e la famiglia umbra Caprai (quella del vino Sagrantino e dei braccialetti Cruciani), titolare dell’altro 50% finito nel concordato dello storico gruppo, gestito dal Tribunale di Spoleto.
Ora a salvare la governance di una delle aziende eccellenti del tessile tricolore arriva un altro imprenditore umbro, quel Brunello Cucinelli che è il principale cliente dei filati Cariaggi, utilizzati per le linee di maglieria che l’hanno fatto diventare uno dei grandi marchi (quotati) del lusso made in Italy e uno dei più performanti. Cucinelli ha acquisito il 43% del lanificio Cariaggi, che nel 2021 ha recuperato la flessione del 2020, fatturando 113 milioni di euro (+7% sul 2019). Prima della pandemia il margine operativo lordo (ebitda) era del 5,1% con 276 dipendenti. Il prezzo di acquisto della partecipazione di Cucinelli è stato di 15,05 milioni di euro, finanziato con mezzi propri. La famiglia Cariaggi è salita invece dal 50 al 57% e manterrà la gestione della società.
Brunello Cucinelli ha un debito di riconoscenza nei confronti delle famiglie Cariaggi e Caprai: «Ho iniziato la mia impresa nel cashmere grazie all’umana fiducia che le due famiglie hanno riposto in me», ha detto indicando il lanificio come «uno dei gioielli manifatturieri italiani». Un gioiello che ha rischiato grosso: Piergiorgio Cariaggi e Arnaldo Caprai, patron dei rispettivi gruppi, sono amici di vecchia data ma i loro destini si sono allontanati nel 2018, quando il gruppo tessile Caprai, tramite la Maglital di Perugia, ha chiesto il concordato preventivo. Nel 2017 Cariaggi aveva comprato l’80% della tintoria perugina Ferrini, che era di Caprai, e per anni ha tentato di acquistare il residuo 50% della Cariaggi, aspettando che il commissario giudiziale mettesse all’asta il lotto.
La scelta di Cucinelli di investire in un’azienda di filati segue quella recente di altri due grandi brand, Ermenegildo Zegna e Prada, che nel giugno scorso hanno acquisito la maggioranza dei Filati Biagioli Modesto, nel distretto tessile di Prato, anch’essa azienda specializzata in filati nobili. L’obiettivo è sempre lo stesso: il controllo diretto della filiera per garantire qualità.