Industria

Boselli rilancia la Cina come mediatore nel conflitto Russia-Ucraina


Pubblicato il



23 mar 2022

La guerra in Ucraina non accenna a concludersi, con importanti ricadute in termini umanitari e economici, mentre le forze occidentali si mostrano troppo disunite per gestire i negoziati con Mosca. A lanciare l’allarme è Mario Boselli, ex numero uno di Camera Moda e presidente della Fondazione Italia-Cina, che rilancia l’intervento della Cina per trovare il bandolo della matassa.

Mario Boselli

“È da diversi giorni che ci chiediamo chi è che avrebbe dovuto giocare il ruolo di mediatore in questo terribile conflitto: un’Europa unita e solidale avrebbe potuto farlo anche da sola, ma finora abbiamo assistito ad azioni animate da singoli Paesi, salvo sul tema sanzioni. Gli Stati Uniti si sono esclusi da soli, visto che il Presidente Biden si è messo da subito in una posizione di contrapposizione con la Russia di Vladimir Putin, e le recenti aspre dichiarazioni non promettono nulla di buono”, sostiene Boselli.

“Serve dunque un terzo attore autorevole”, prosegue. “Per esclusione, questo protagonista altri non può essere che la Cina. Le ipotesi che circolano in queste ore devono vedere Bruxelles impegnata a spingere sull’Ucraina e Pechino sulla Russia affinché si raggiunga una soluzione il prima possibile. Tutti, non solo le vittime e le persone direttamente coinvolte sul terreno di guerra, ma anche gli operatori economici, le imprese italiane e il sistema economico mondiale auspicano che questo scontro finisca immediatamente perché oltre alle grandi sofferenze umane causate dalla guerra le conseguenze negative che stiamo riscontrando anche sul piano economico, alla lunga potrebbero divenire ostacoli insormontabili”, conclude Mario Boselli.

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