Moda

Chanel blocca le vendite alle influencer russe: «Applichiamo le sanzioni della Ue»


Mentre l’Unione Europea sta lavorando a possibili nuove sanzioni contro la Russia, Chanel sembra aver già applicato maggiori restrizioni contro i clienti russi. Secondo quanto postato da alcune influencer di nazionalità russa sui loro account Telegram, alcuni negozi della maison avrebbero chiesto loro i documenti per provare la loro nazionalità e di firmare una dichiarazione di impegno a non indossare i loro acquisti in Russia. Si tratta di boutique che si trovano fuori dal territorio russo, poiché Chanel, come molti altri brand, ha scelto di chiudere i suoi negozi e fermare le sue attività nel Paese poco dopo l’inizio della guerra.

Anna Kalashnikova (foto da Instagram)

Le denunce delle influencer: «Ci viene impedito di fare acquisti»

Dubai, con i suoi mega mall, sarebbe stato luogo dell’accaduto, secondo quanto dichiarato da Anna Kalashnikova, cantante, influencer e personaggio televisivo russo, fra le prime a denunciare (con tanto di foto su Telegram) il fatto che le sarebbe stato impedito di comprare orecchini e una borsa in un negozio Chanel. Kalashnikova ha riportato nel suo post quello che le sarebbe stato detto da un addetto alle vendite di Chanel, cioè che non avrebbero potuto venderle i loro prodotti perché sapevano che li avrebbe portati in Russia. Una borsa sarebbe stata negata, invece, all’interior designer (anche lei influencer) Liza Litvin.

«È uno shock per una donna che da vent’anni compra Chanel e Chanel Haute Couture, e che alle loro sfilate siede in prima fila», ha scritto Yana Rudkoskaya, produttrice musicale e moglie del campione olimpico di pattinaggio artistico Alexander Plyushenko.

Yana Rudkoskaya (foto da Instagram)

La risposta della portavoce di Mosca: «Boicottare Chanel»

A intervenire sulla questione è stata anche Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, che sempre su Telegram (come riportato dal quotidiano russo Pravda) ha risposto alla nuova policy di Chanel evocando che Coco Chanel sarebbe stata una collaboratrice del Terzo Reich durante la Seconda Guerra Mondiale e che dunque non comprare Chanel è coerente con la politica di «de-nazificazione» dell’Ucraina con cui il governo di Vladimir Putin sta giustificando la sua aggressione al Paese.

Chanel: «Abbiamo seguito le disposizioni europee»

La maison Chanel ha confermato la nuova policy, poiché in linea con la decisione del Consiglio Europeo 2022/430 dello scorso 15 marzo, con l’inasprimento delle sanzioni contro la Russia, e che prevede il divieto di vendere beni di lusso del valore superiore a 300 euro, secondo quanto previsto dall’articolo 4, comma J. In un passaggio precedente, quello che è stato riportato dalla maison Chanel come motivazione della nuova politica di vendita, si legge anche che «è proibito vendere, fornire, trasferire o esportare, direttamente o indirettamente, beni di lusso a ogni persona fisica o giuridica, ente o corpo in Russia e per uso in Russia». La restrizione, tuttavia, non si applica a «beni che sono necessari a scopi ufficiali o diplomatici o missioni consolari degli Stati membri o di stati partner o di organizzazioni internazionali che godono di immunità secondo la normativa internazionale, o a effetti personali del loro staff».

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