Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
7 apr 2022
Pochi giorni fa era solo una voce. Ma oggi, il mega round di finanziamento condotto da Shein sembra essere diventato realtà. Lo specialista cinese della fast fashion, in pieno boom, sta già eclissando i suoi due principali concorrenti messi insieme.

Bloomberg aveva rivelato che Shein stava cercando di raccogliere 1 miliardo di dollari di nuovi fondi, per aumentare la sua valutazione a 100 miliardi di dollari. Secondo nuove informazioni del Wall Street Journal, il pure player ha appena concluso un round di finanziamento “da 1 a 2 miliardi di dollari (da 920 milioni a 1,83 miliardi di euro)”, con investitori come General Atlantic, Tiger Global Management e Sequoia Capital China.
Quindi Shein vale già più di 100 miliardi di dollari (91,60 miliardi di euro) e supera le valutazioni combinate del gruppo spagnolo Inditex (68 miliardi di dollari, ovvero 62,29 miliardi di euro) e dello svedese H&M (20 miliardi di dollari, o 18,32 miliardi di euro).
Shein, come suo solito, si è astenuto dal fare commenti.
Nel 2020 l’azienda valeva “solamente” 15 miliardi di dollari (13,74 miliardi di euro). Ma la sua crescita eccezionale e inarrestabile e la straordinaria padronanza dell’uso dei dati per promuovere i suoi prodotti sempre in linea con le ultime tendenze lo hanno reso un vero colosso, che probabilmente eclisserà la maggior parte dei giganti della fast fashion occidentali.
Con sede principale a Nanchino, l’azienda Shein è stata fondata nel 2008 da Chris Xu e all’epoca si limitava alla vendita di abiti da sposa online. Oggi il sito consegna in 250 Paesi in tutto il mondo e utilizza l’analisi dei dati e i social network per puntare a un mercato giovane, attratto dai suoi prezzi bassi e dal continuo rinnovamento delle collezioni.
L’anno scorso, Shein è stata l’app per lo shopping più scaricata negli Stati Uniti ed ora è il principale dettagliante di fast fashion nel Paese nordamericano, come in molti altri.
Il suo modello di business basato sulla moda usa e getta a basso costo non ha mancato di suscitare critiche, in un momento storico in cui l’ambiente e il cambiamento climatico sono al centro delle discussioni e delle preoccupazioni. Emergono polemiche anche sul suo utilizzo dei dati, nonostante le rimostranze della società, che sostiene che il governo cinese non ne possieda nessuna quota, né abbia voce in capitolo nella sua gestione.
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