Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
12 apr 2022
In un Paese in cui i costi energetici hanno storicamente ostacolato la competitività dell’industria, un programma pilota di 22 mesi che ha coinvolto dieci leader locali del settore del tessile-abbigliamento avrebbe ridotto il consumo di energia del 18% e quello di acqua del 29%. Un’iniziativa portata ad estendersi all’intero comparto, e il cui esito arriva in un momento in cui i costi energetici fanno temere un’inflazione elevata nella regione, che potrebbe raggiungere il 4,7% quest’anno in Cambogia, secondo Asia Development Bank, mentre sono già previsti aumenti nel 2023 per Vietnam (+4%), Malesia (+5%) e Birmania (+8).

Questi dati sono riportati dall’International Finance Corporation (IFC), una propaggine del Gruppo della Banca Mondiale dedicato allo sviluppo dei Paesi emergenti attraverso il settore privato, che opera su questo tema con il supporto del Ministero dell’Economia della Corea del Sud, cliente chiave del tessile locale. L’IFC, che non indica la portata del suo sostegno finanziario, sottolinea che l’iniziativa è stata logicamente rallentata dalla crisi sanitaria, ma che il 60% delle sue raccomandazioni ha comunque potuto essere messo in pratica. Se si applicassero le diverse modalità organizzative testate, l’approccio ridurrebbe i consumi energetici del 29%, i consumi idrici del 44% e le emissioni del 25% rispetto ai livelli del 2018.
“Gli elevati costi energetici e la bassa produttività hanno avuto un impatto sulla competitività dell’industria dell’abbigliamento in Cambogia”, ha affermato Rana Karadsheh-Haddad, direttore regionale dell’IFC per l’Asia-Pacifico, responsabile dell’industria manifatturiera. “Ecco perché IFC ha sostenuto l’ecologizzazione delle catene del valore tessili globali a livello locale per promuovere la crescita sostenibile del settore privato e migliorare la competitività dei produttori locali. Basandosi su questi risultati positivi, IFC sfrutterà le sue partnership con i principali marchi globali per promuovere la sostenibilità nel settore dell’abbigliamento della Cambogia, stimolare la ripresa e rafforzare la resilienza”.
Alle società cambogiane partecipanti è stato proposto il Global Trade Supplier Finance (GTSF) dell’IFC come incentivo sui prezzi. Un programma di aiuti finanziari destinato agli esportatori, e di cui le aziende cambogiane beneficerebbero già per 276 milioni di euro.
Forte di 750.000 dipendenti, il settore cambogiano del tessile-abbigliamento ha esportato merci per un valore di 11,3 miliardi di euro nel 2021, con un aumento del 15,2% in un anno. Una progressione che va letta alla luce del rallentamento vissuto dal settore nel 2020. Tuttavia, la Cambogia è emersa dall’esercizio finanziario 2021 come soluzione di riserva per gli ordini di tessuti e abbigliamento solitamente effettuati in Birmania e Vietnam. Paesi le cui industrie lo scorso anno sono state impattate rispettivamente da un colpo di stato militare e dal peggior rimbalzo epidemico del continente.
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