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Moda e lusso si accalcano per partecipare alla Biennale di Venezia

Versione italiana di

Gianluca Bolelli

Pubblicato il



30 apr 2022

Dopo il Festival di Cannes, il Salone del Mobile di Milano, Art Basel a Miami, il lusso e la moda hanno messo gli occhi su un nuovo terreno di gioco: Venezia e la sua Biennale d’Arte. Tra cene mondane, feste, iniziative culturali, progetti artistici o semplici sponsorizzazioni, brand e grandi case di moda si dedicano a comunicare a tutti i costi la loro presenza in laguna, in piena apertura della 59ma Mostra Internazionale d’Arte Contemporanea, che si terrà fino al 27 novembre, tra l’Arsenale e i Giardini.

La curatrice della Biennale Cecilia Alemani insieme al direttore artistico Matthieu Blazy – Bottega Veneta

Certo, arte e moda sono legate da sempre, tessendo ponti creativi sempre più forti tra un mondo e l’altro. Ma mai come questa primavera il mondo del lusso aveva investito così tanto in questo grande evento del panorama globale dell’arte contemporanea. Da tempo i principali gruppi dell’universo fashion hanno compreso l’importanza del ruolo dell’arte nel campo della moda, dotandosi ognuno della propria fondazione. In particolare proprio a Venezia, come la Fondazione Pinault e le sue collezioni d’arte contemporanea esposte a Palazzo Grassi e Punta della Dogana, o come la Fondazione Prada, ospitata nel palazzo Ca’ Corner della Regina sul Canal Grande.
 
Quest’ultima ha appena inaugurato, parallelamente alla Biennale, la mostra “Human Brains: it begins with an idea”, che esplora le molteplici discipline sviluppatesi attorno alla nozione di cervello, dalle neuroscienze all’intelligenza artificiale. Dal canto suo, Bottega Veneta, label del gruppo Kering, si è associata alla collezione Pinault, supportando le performance dei coreografi William Forsythe, Lenio Kaklea, Ralph Lemon e Pam Tanowitz, ispirate alla mostra “Bruce Nauman: Contrapposto Studies”, visibile fino a novembre alla Punta Della Dogana. È il nuovo direttore artistico della maison, Matthieu Blazy, che firma i costumi dei ballerini e che ha ricevuto una sfilza di ospiti illustri, tra cui la curatrice della Biennale Cecilia Alemani, durante la cena di gala organizzata per l’occasione.

Parallelamente, il brand ha lanciato una capsule collection di borse ispirate alle macchine da scrivere Olivetti e al loro famoso showroom-negozio veneziano creato nel 1958 dall’architetto Carlo Scarpa, dove è stata fotografata la campagna di lancio. È ancora Venezia che il brand ha scelto per svelare la prima immagine della sua nuova campagna pubblicitaria con uno scatto gigante, firmato dal modello e fotografo Malick Bodian, ripresosi in piedi davanti alla Chiesa di San Geremia.
 
Le due locomotive trainanti del colosso LVMH, Dior e Louis Vuitton, non sono state da meno. Dior ha unito le forze con la fondazione Venetian Heritage, associazione senza scopo di lucro, il cui presidente è nientemeno che l’architetto Peter Marino, designer delle boutique del marchio, organizzando una serata di raccolta fondi, destinati al restauro del Palazzo Ca’ d’Oro e ai rifugiati ucraini in Italia. Louis Vuitton, anch’esso sponsor di Venetian Heritage, ha organizzato a sua volta una cena di gala per finanziare anche in questo caso la conservazione del medesimo storico palazzo della Città dei Dogi.
 
Allo stesso tempo, la griffe francese ha invitato l’artista tedesca Katharina Grosse ad esporre le sue opere, inclusa l’installazione “Apollo”, nel proprio spazio Louis Vuitton Venezia. LV ha inoltre investito in otto storiche edicole veneziane, che ha restaurato a sue spese, per presentare, accanto alle consuete pubblicazioni cartacee, la collezione completa delle sue collane dedicate ai viaggi “City Guide”, “Fashion Eye” e “Travel Book”. Anche Valentino, che sponsorizza per la prima volta il Padiglione Italia all’interno della Biennale, ha organizzato la propria serata VIP.

Una delle edicole veneziane restaurate dal marchio di punta di LVMH – Louis Vuitton

Un’altra iniziativa particolare è quella di Chanel, che ha riunito a Venezia i primi dieci vincitori del suo premio culturale Chanel Next Prize, provenienti da 11 nazioni e attivi nel campo del design, del cinema, del teatro e delle arti visive. Lo scopo dell’operazione? Immergere questi creativi nella stimolante atmosfera della Biennale d’Arte, attraverso una visita in anteprima alla mostra e incontri con gli artisti esposti. In programma non è mancata, ovviamente, una cena per celebrare questa prima promozione in compagnia di alcuni illustri membri della giuria, come l’attrice scozzese Tilda Swinton e l’architetto britannico-ghanese Sir David Adjaye oltre ad altre personalità. Anche in questo caso, una buona occasione per mettersi in mostra a Venezia, attivando i propri network e la consolidata immagine di marca.
 
Da segnalare infine due interessanti progetti culturali sostenuti dai marchi di moda. Innanzitutto la mostra “AllTogether”, sponsorizzata dallo specialista veneto dei jeans Diesel, che presenta a Venezia la collezione della Fondazione Tom of Finland, artista emblema della cultura gay, di cui un secondo capitolo sarà svelato dall’8 maggio presso il The Community Centre di Pantin, vicino a Parigi.
 
La seconda iniziativa riguarda il brand fiorentino, noto soprattutto per i capi in pelle, Drome, della designer Marianna Rosati, che sostiene il progetto dell’artista francese Pauline Curnier Jardinun, la quale ha realizzato un’installazione comunitaria permanente in collaborazione con le detenute del carcere femminile veneziano della Giudecca. In questa occasione, Drome ha organizzato due workshop in cui la direttrice creativa e il suo team hanno realizzato una serie di ritratti con alcune delle detenute, all’interno dello spazio che hanno creato insieme a Pauline Curnier Jardin. L’installazione, presentata durante la Biennale di Venezia, è stata prodotta nell’ambito del Lofoten International Art Festival di Venezia, che si terrà a settembre.
 
Questi molteplici impegni nell’edizione 2022 della Biennale d’arte veneziana confermano il desiderio della moda e del lusso di posizionarsi il più vicino possibile ai grandi eventi artistici internazionali, sfruttando le eccezionali dinamiche che generano, che in più consentono ai brand di affinare la loro immagine di benefattori come sostenitori sia degli artisti che del patrimonio di una delle città più turistiche e amate al mondo.

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