Pubblicato il
30 apr 2022
Lo specialista dei prodotti per la cosmetica professionale Davines Group sembra non subire i colpi delle crisi internazionali, tra pandemie e guerre. Con tassi di crescita a doppia cifra negli ultimi 11 anni, il gruppo basato a Parma ha infatti chiuso il 2021 a 192 milioni di euro, in salita del 26%, e ha registrato nel primo trimestre di quest’anno un’ulteriore progressione del 32%, a 58 milioni di euro.

“A mio avviso, aver portato avanti ormai da 20 anni una precisa strategia sostenibile ci ha aiutato a non subire grossi contraccolpi dai vari accadimenti: il mondo sta cambiando sempre più velocemente, ma noi stiamo facendo di tutto per non cambiare e mantenerci sulla nostra rotta”, ha spiegato a FashionNetwork.com Davide Bollati, Presidente di Davines Group, incontrato in occasione di Cosmoprof. “Lo scorso anno abbiamo cambiato, dopo 17 anni, il nostro Amministratore Delegato e abbiamo internazionalizzato il top management, ma per il resto intendiamo mantenere saldi e anzi rafforzare i nostri valori e la nostro cultura”.
E coerentemente con tali valori e con lo status di azienda B Corp, Davines ha in programma per il prossimo futuro numerosi progetti sostenibili, primo fra tutti la creazione di un centro di agricoltura organica rigenerativa per le materie prime utilizzate dal gruppo, che vedrà la luce proprio di fronte al Davines Group Village, la splendida sede della società a Parma, sviluppata su 77mila mq, che già ospita un giardino scientifico e sette laboratori, dove lavorano 50 i professionisti del team di Ricerca&Sviluppo.

Il Davines Group – Rodale Institute European Regenerative Organic Center, che si svilupperà su una superficie di 150mila metri quadrati, rappresenterà il primo avamposto europeo di Rodale Institute, realtà con sede in Pennsylvania (USA) che sin dagli anni Ottanta ha introdotto il termine “rigenerativo biologico” per definire un tipo di agricoltura che va oltre il concetto di sostenibilità. “Molti non sanno che l’agricoltura è un settore significativamente inquinante, per via dell’utilizzo di fertilizzanti, diserbanti, antiparassitari, ecc. L’agricoltura rigenerativa ha invece un impatto positivo in termini di CO2”, precisa Davide Bollati.
Davines ha inoltre confermato e ampliato a inizio 2022 la collaborazione con l’impresa sociale Plastic Bank, dopo il successo della precedente campagna globale “Rethinking Plastic” che, nel 2021, ha visto la raccolta di 100 tonnellate di plastica dalle zone costiere di Brasile, Filippine e Indonesia. L’obiettivo dell’azienda per il 2022 è di raccogliere e rimuovere dall’ambiente l’equivalente della quantità di plastica derivante dalle vendite dei suoi due brand, Davines (haircare) e [comfort zone] (skincare), raggiungendo quindi la neutralizzazione delle proprie emissioni di plastica e ottenendo da Plastic Bank la certificazione Plastic Neutral.

Per quanto riguarda l’espansione estera, Davines, che già dispone di filiali dirette a New York, Londra, Parigi, Città del Messico, Deventer (Olanda) e Hong Kong, ha recentemente inaugurato una nuova sede a Shanghai e aprirà i propri uffici in Germania, a Düsseldorf, il 1° gennaio 2023, anno in cui l’azienda festeggerà i 40 anni di attività.
“I nostri mercati principali sono USA e Italia, che insieme realizzano il 50% del giro d’affari; l’altro 50% è generato soprattutto in Canada, Francia, Germania, Inghilterra e Giappone”, conclude Bollati. “La distribuzione avviene per il 20% sul territorio nazionale e per l’80% all’estero. Siamo presenti in circa 45.000 saloni e 5.000 tra centri estetici e spa, incluse alcune tra le location più prestigiose, in particolare con [comfort zone], che oggi rappresenta il 20% del fatturato ma sta crescendo a ritmi più elevati rispetto a Davines. Alcuni dati attestano che a livello di skincare professionale [comfort zone] è il primo marchio a livello italiano, mentre Davines è il terzo per quanto riguarda l’haircare”.
Copyright © 2022 FashionNetwork.com Tutti i diritti riservati.