Industria

Concia italiana, pesano guerra in Ucraina e lockdown in Cina


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Ansa

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22 mag 2022

“A livello generale, pesano sia il conflitto russo-ucraino, con le tensioni sul mercato energetico, sia la situazione in Cina, protagonista imprescindibile nella filiera internazionale delle pelli, la cui sostanziale chiusura per motivi sanitari rappresenta un’incognita di difficile lettura e comprensione. Oltre alle impennate dei costi del gas, dell’energia e alle difficoltà sul fronte della logistica internazionale, è forte e diffusa la preoccupazione per i notevoli aumenti dei prezzi di approvvigionamento della materia prima e, soprattutto, dei prodotti chimici”. Questo il quadro tracciato dal consiglio generale di Unic, coordinato dal presidente Fabrizio Nuti.

Unic

“Questo mix di rialzi sul fronte dei costi nei bilanci conciari”, viene spiegato, “si ripercuote indirettamente anche nelle voci di spesa per depurazione ambientale e lavorazioni contoterzi e rende praticamente impossibile il loro recupero presso i clienti. I conciatori italiani, anche alla luce dei sempre più elevati investimenti fatti in termini di strutture, servizi al cliente e miglioramenti nei vari aspetti della sostenibilità, auspicano”, viene sottolineato, “una sensibilizzazione su questo tema nell’ottica di una solidarietà di filiera”.

Il settore conciario italiano, viene ricordato, ha chiuso il 2021 con una crescita attorno al 19% in valore (per un totale di 4,2 miliardi di euro) e all’11% in volume, che ha permesso un recupero solo parziale dei livelli di produzione settoriali precedenti la pandemia. Il buon andamento registrato nel primo trimestre dell’anno in corso rischia però di essere fortemente compromesso dalle criticità emerse nelle ultime settimane, con frenate sugli ordinativi e prospettive molto incerte.

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