Di
Ansa
Pubblicato il
23 mag 2022
Nel primo trimestre del 2022, l’83% delle aziende della moda mostra una dinamica positiva delle vendite con una crescita media del fatturato pari al 22,7% rispetto allo stesso periodo del 2021, più vivace rispetto alle stime di febbraio (+16,6%). Emerge da un’indagine Smi sull’evoluzione congiunturale nel primo e secondo trimestre 2022, e sull’impatto del conflitto russo-ucraino.

Anche tra aprile e giugno di quest’anno, tra gli imprenditori, è atteso un incremento medio delle vendite, nell’ordine del 16,3%. “Il trend”, spiega la Federazione, “si mantiene positivo ma sperimenta un’attenuazione rispetto ai recuperi dei trimestri precedenti”, anche alla luce “delle incertezze legate al deterioramento dello scenario internazionale gravato dal conflitto russo-ucraino”.
Secondo l’indagine, l’87% delle imprese non ha ridotto la produzione a seguito dell’incremento dei costi e delle difficoltà di approvvigionamento. Indagando il sentiment delle aziende del tessile e abbigliamento da qui a giugno, il 57% confida in una stabilità delle condizioni di mercato rispetto a gennaio. Cresce però la percentuale di coloro i quali temono che la congiuntura settoriale possa peggiorare: oggi è il 32% contro il 21% della rilevazione di gennaio scorso.
Il settore del tessile e abbigliamento mostra una “vivace ripresa” che però “è resa fragile dagli ultimi eventi di politica internazionale”. È quanto mette in evidenza l’outlook di Sistema moda italia (Smi).
Il settore ha chiuso il 2021 con fatturato in crescita del 18,4% a 52,9 miliardi, dopo il tonfo del 2020 (-20%). Ma rispetto ai livelli pre-covid del 2019 le vendite complessive restano ancora al di sotto del -5,4%. L’export lo scorso anno è cresciuto del 18%, poco al di sopra dei 32,4 miliardi, con un divario di 422,5 milioni sul 2021 (-1,3%). Nei primi due mesi del 2022 il commercio con l’estero evidenzia una crescita del 15,9% a 5,3 miliardi, rispetto a gennaio-febbraio 2021, che era ancora caratterizzato da pesanti contrazioni.
“Nel 2021 il settore si è ripreso, guadagnando la maggior parte di quanto si era perso nel 2020. Mancano circa 3 miliardi per ritornare ai valori pre-covid”, ha commentato il presidente Smi, Sergio Tamborini”, aggiungendo che “i risultati del primo bimestre 2022 confermano il trend di ripresa, ma ci sono complessità da gestire che, da un lato, lasciano dubbiosi, dall’altro, speranzosi”.
Tamborini cita gli effetti della guerra e il blocco consumi, “in Paesi come la Russia dove ci sono high spender che possono influenzare i mercati”, accanto alla mancanza di materie prime. Quanto al lockdown in Cina, “darà qualche effetto ma le dimensioni non sono chiare. La Cina non è il mercato più importante”.
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