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Lenzing prosegue la sua ricerca di materie prime green con Candiani Denim


Pubblicato il



26 mag 2022

Lo specialista austriaco delle fibre speciali sostenibili Lenzing e l’azienda milanese di jeans Candiani Denim, due tra le più evolute manifatture del mondo tessile, hanno unito le forze per creare un tessuto denim composto dalle fibre sintetiche di origine naturale di Lenzing, dalla fibra bio stretch Coreva di Candiani Denim e dalla canapa, resa morbidissima per la prima volta nel segmento moda. Il tutto, evidentemente, all’insegna di una vera e propria innovazione delle materie prime in senso sostenibile. Con questo tessuto inedito, Candiani ha prodotto 50 overshirt unisex in jeans in limited edition e vendute presso lo store Candiani Coreva di Porta Ticinese 22.

Il Tencel di Lenzing si mischia con la canapa e il Coreva di Candiani Denim – G.B. – FashionNetwork.com

“Lenzing collabora da parecchi anni con Candiani, marchio da sempre molto attento a sostenibilità ed innovazione”, dice a FashionNetwork.com Carlo Covini, Business Development Manager Italia e Svizzera e responsabile dello sviluppo del business nelle categorie non-apparel di Lenzing. “Per questa co-lab, Lenzing ha creato un’edizione limitata di Tencel Lyocell in cui invece di usare la cellulosa proveniente dal legno, come fa di solito, ha utilizzato cellulosa estratta dalla canapa. Canapa che cresce rapidamente, non ha bisogno di un substrato terroso particolare, non necessita di pesticidi, quindi potrebbe in futuro rivelarsi un sostituto (o più realisticamente un complemento) della cellulosa da legno”.
 
Lenzing, che per le sue fibre cellulosiche utilizza solamente legname proveniente da foreste certificate, guarda dunque “ad altri mondi per potenziali applicazioni future, come nel caso di un’altra recente collaborazione per ricavare cellulosa dalla buccia delle arance con Orange Fiber”, ricorda Covini. “La diversificazione di fibre o mischie è una delle sicure evoluzioni future del settore del denim. Certo, la canapa ha mani molto rigide al tatto, quella mischiata con Tencel diventa più morbida, risultando più piacevole nell’uso quotidiano”.

Le precedenti co-lab che Lenzing ha portato avanti con l’azienda milanese di jeans hanno riguardato una capsule collection di Modal tinto in pasta con il pigmento indaco, e il tessuto ReGen, che Candiani Denim produce con il suo cotone riciclato, abbinato alla fibra Tencel con tecnologia Refibra, grazie alla quale il gruppo austriaco utilizza gli scarti di cotone pre e post consumo, ne estrae la cellulosa e la mischia con la cellulosa da legno. Una partnership che prosegue ancora. “È la nostra risposta alla sempre maggiore richiesta del mercato di circolarità produttiva. La fibra Lyocell così ottenuta è perfettamente compostabile, sposandosi perfettamente con la logica del Coreva di Candiani”, spiega il dirigente italiano.
 
Attivo con i propri tessuti non solo nel denim, nella camiceria o nell’abbigliamento in generale, ma anche nel settore dell’arredo casa, Lenzing possiede due brand per il settore tessile. Il primo è EcoVero per la viscosa, “una delle fibre più ‘chiacchierate’, perché ha un processo produttivo chimico importante cui bisogna prestare molte attenzioni per evitare che inquini pericolosamente l’ambiente, perciò Lenzing certifica il tessuto in viscosa con un’etichetta che ne assicura l’ecosostenibilità”, precisa Covini. Il secondo marchio è quello più prestigioso per il gruppo, il Tencel, cappello sotto al quale figurano sia il Modal, sia il Lyocell. C’è poi la label Veocel, brand che Lenzing utilizza nel settore dei tessuti non-tessuti.
 
Da alcuni anni, Lenzing sta sviluppando un filo continuo di Lyocell (Tencel Luxe), “con il quale sta cercando di entrare nel settore serico, grazie anche alle sue caratteristiche di lucentezza. Questa simil-seta è un prodotto con le caratteristiche della fibra cellulosica, ideale dunque per chi cerca sete vegane. Ora i tessuti di questo tipo sono pronti per essere commercializzati”, spiega ancora il Business Development Manager.
 
In un mercato globale delle fibre che attualmente solo per il 6% è costituito dalle fibre cellulosiche, mentre il suo 26% è costituito dal cotone, l’1% dalla lana e ben il 62% dalle fibre sintetiche, Lenzing intende farsi portatore dell’incremento del peso delle fibre speciali a base cellulosica nel mondo, anche se “non è pensabile che quel 6% si sostituisca interamente al 62% dei sintetici, un po’ per i maggiori costi produttivi necessari per realizzare nuovi impianti o riadattare quelli esistenti, un po’ per le caratteristiche di maggiore comodità o tecnicità spesso consentite dalle fibre sintetiche”, spiega Carlo Covini.

lenzing.com

Dotatosi dallo scorso marzo di un nuovo CEO, Stephan Sielaff, il gruppo austriaco ha raggiunto nel 2021 un fatturato di 2,19 miliardi di euro, in crescita del 34,4% rispetto all’anno precedente, beneficiando in particolare del crescente interesse del mercato per le fibre naturali. Nonostante l’instabilità dell’attuale contesto economico e geopolitico, il gruppo Lenzing spera in un Ebitda 2022 significativamente superiore a quello del 2021, quando è quasi raddoppiato rispetto all’esercizio precedente, a 362,9 milioni di euro (contro i 192,3 milioni di euro del 2020). L’Ebitda margin è passato dall’11,8% al 16,5%, mentre l’utile annuo è stato pari a 127,7 milioni di euro (contro una perdita di 10,6 milioni di euro nel 2020) e l’utile per azione è stato di 4,16 euro (contro gli 0,24 euro del 2020).
 
La percentuale di fibre speciali nelle vendite di Lenzing ammonta attualmente al 72,3%, ma nel 2024 l’azienda austriaca punta a portare tale quota sopra il 75%. Negli ultimi anni, la costruzione del suo nuovo stabilimento di produzione all’avanguardia in Thailandia, inaugurato lo scorso 3 marzo e in grado di produrre 100.000 tonnellate di Lyocell all’anno, è stata al centro di questo obiettivo strategico. I suoi clienti diretti sono le filature, ma il gruppo segue tutta la filiera, curando anche a maglifici, tessiture, fino ai brand di prodotti finiti.
 
Nell’intento di avere sotto controllo tutto il processo di filiera della celluosa di legno in modo da assicurarne la sostenibilità dalla A alla Z, recentemente Lenzing ha anche realizzato degli impianti per la produzione di cellulosa in Brasile. Del resto, “lo stabilimento di Lenzing nell’omonima cittadina austriaca è una bio-raffineria, in cui entra solo legname della zona prelevato in un areale di 300 chilometri dall’impianto (solitamente faggio e abete rosso), dal quale vengono estratte xylose (zuccheri a basso contenuto calorico venduti nel settore dei dolcificanti) o acido acetico (venduto al settore alimentare per le conserve)”, spiega Covini concludendo. “Il 40% è cellulosa con la quale vengono prodotte le nostre fibre, il rimanente viene bruciato per creare bioenergia per lo stabilimento. Il tutto nella splendida zona turistica dell’Attersee, dove in passato soggiornavano Klimt o Mahler”.

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Articolo preso da Fashio Network Italia

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