Innovazione

Tutti si entusiasmano per il metaverso, tranne i consumatori

Di

AFP-Relaxnews

Versione italiana di

Gianluca Bolelli

Pubblicato il



31 mag 2022

L’industria della moda continua ad elogiare i meriti del metaverso, sperimentando gradualmente le sue infinite possibilità, ma il pubblico ne è così entusiasta? Pare di no, visto che una nuova indagine rivela al contrario l’esistenza di una discrepanza tra le aspettative dell’una e dell’altro, evidenziando un palese disinteresse dei consumatori, europei e americani, per questo nuovo mondo virtuale.

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Ormai non si parla che di questo – o quasi. In molti campi, compresa la moda, i marchi sembrano essere diventati pazzi per il metaverso, esplorando rapidamente tutte le possibilità offerte da questo ‘universo nell’universo’, tra NFT, criptovalute e beni virtuali. Non possiamo biasimarli, ma questa sperimentazione oggi sembra essere svincolata da usanze e aspettative dei consumatori, che sono più alla ricerca di esperienze di acquisto ibride che di una totale immersione in questo mondo virtuale ancora sconosciuto. Lo rivela un nuovo studio condotto da Censuswide per Productsup*, che tende a dimostrare che i beni virtuali non sono (ancora) di particolare interesse per la maggior parte dei consumatori.
 
Il virtuale al servizio del reale

In questa fase, i consumatori sono alla ricerca di soluzioni virtuali che migliorino le loro esperienze di acquisto fisiche. La complementarità tra i due mondi sembra essere la chiave per sfruttare appieno il metaverso. Secondo lo studio, il 44% delle persone acquisterebbe un prodotto nel metaverso se offrisse esperienze (veramente) simili alla vita reale. Si tratterebbe in particolare di utilizzare occhiali per la realtà aumentata che consentano di visualizzare dei prodotti virtuali nel mondo fisico. Una cifra che sale al 67% presso il pubblico spagnolo, ma che scende al 33% tra danesi e inglesi.
 
Il 47% del pubblico si aspetta anche che il metaverso consenta di fare acquisti più velocemente che nella vita reale. Anche in questo caso, vediamo che gli spagnoli sono particolarmente attratti da questo tipo di esperienza (71%) a differenza dei danesi (32%), mentre i francesi si pongono nella fascia intermedia (44%). Se NFT e moda virtuale rappresentano ancora eccezioni per i comuni mortali, sembra che i consumatori siano comunque alla ricerca di rarità. Più di quattro intervistati su dieci (44%) apprezzerebbero di effettuare un ordine nel metaverso se questo consentisse loro di accedere a un prodotto fisico che non è ancora disponibile.
 
Una difficile comprensione del metaverso
 
Se per alcuni è sinonimo di esperienze totalmente futuristiche, il metaverso non è (ancora) percepito dal pubblico come un mondo innovativo. Quasi tre intervistati su dieci (27%) hanno persino affermato di aspettarsi un’esperienza simile a quella del mondo fisico. E alla domanda sulle loro aspettative in termini di universo virtuale, i consumatori identificano pratiche più vicine a una vita quotidiana saldamente radicata nella realtà, ovvero un assistente virtuale con più informazioni sul prodotto (26%), informazioni più arricchenti e dinamiche su questi stessi prodotti, maggiore personalizzazione (25%) e transazioni più rapide (24%). Niente insomma che sia correlato a un qualsiasi avatar, a beni virtuali o a NFT.
 
A ciò si aggiunge il famoso divario generazionale che continua ad allargarsi al ritmo delle innovazioni tecnologiche. La generazione Z, che è entrata nell’età adulta contemporaneamente all’avvento del metaverso, ha quasi il doppio delle probabilità di fare un acquisto in questo nuovo mondo rispetto a chi ha 55 anni e oltre, e per estensione è molto più curiosa di scoprire le infinite possibilità offerte dal metaverso rispetto ai suoi predecessori.
 
Un’esperienza d’acquisto ibrida
 
Sebbene non siano ancora completamente conquistati dal metaverso, i consumatori comunque non lo rifiutano completamente. Al contrario, vogliono moltiplicare le esperienze nei mondi fisico, digitale e del metaverso: desiderano uno shopping ibrido e complementare attraverso queste tre dimensioni. Pertanto, quasi la metà degli intervistati (47%) vorrebbe un’applicazione mobile che fornisca più informazioni sui prodotti durante la loro sessione di shopping fisico e il 42% vorrebbe sfruttare la realtà aumentata e virtuale online per proiettare i propri acquisti nella vita reale. Più concretamente, si tratterebbe, ad esempio, di visualizzare i futuri mobili della propria casa prima di andare alla cassa.
 
* Censuswide ha condotto un sondaggio indipendente presso 5.698 consumatori di età superiore ai 16 anni in Europa e negli Stati Uniti in merito alle loro aspettative sul metaverso, lo shopping sostenibile e altre esperienze d’acquisto ibride.

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