Creazione

Casey Cadwallader ci racconta il dietro le quinte del suo video Primavera-Estate 2022 per Mugler


Versione italiana di

Gianluca Bolelli

Pubblicato il



9 giu 2022

Rari sono i couturier che possono fregiarsi di un rinnovato interesse e un ritorno al successo in tarda età come è stato per Thierry Mugler, e pochi suoi successori sono riusciti a sincronizzarsi così perfettamente con il suo heritage come Casey Cadwallader, che mercoledì ha svelato il video della sua ultima collezione per la griffe parigina.

 

“Questa è la terza parte della trilogia che ho realizzato con Torso Solutions”, specifica con orgoglio Casey Cadwallader, che abbiamo incontrato durante un’anteprima esclusiva del video della sua collezione Primavera-Estate 2022, girato nei Paramount Studios di Los Angeles.
 
“Ci siamo divertiti un po’ più delle altre volte, sul set soffiava un vento di follia. A volte le ragazze ci chiedevano: ‘Oh, mio ​​Dio! Cosa mi farai fare adesso?’”, confida lo stilista, che ha preso le redini di Mugler nel dicembre 2017.

Casey Cadwallader – Foto: per gentile concessione di Mugler

Come i suoi due video precedenti, anche questo presenta un’eclettica line-up di muse ispiratrici: da star del nostro tempo come Bella Hadid e Megan Thee Stallion che appaiono su un cartellone virtuale, alle icone Amber Valletta, Natasa Vojnović e Shalom Harlow, passando per star del cinema o progenie di celebrità come Chloë Sevigny o Lourdes Leon.

Questa bellissima squadra mette in scena una performance sensuale per tutto il video, sdraiandosi e sbaciucchiandosi su infinite limousine, scivolando sui carrelli della telecamera o facendo capriole sui marciapiedi dello studio. Set: un misto di piccole città americane, ingressi della metropolitana di New York e scene di film di gangster: un’ambientazione ideale per svelare la visione in movimento e molto svestita di Casey Cadwallader per Mugler, dove si esibiscono senza arrossire le natiche e le pance delle donne. Il tutto rendendo contemporaneamente omaggio alla silhouette della supereroina immaginata dal fondatore Thierry Mugler, rinfrescata con ritagli audaci e cinghie e cinture sapientemente posizionate. Il DNA anatomico della casa di moda transalpina rifiorisce in favolosi corsetti biomorfici che si trasformano in jeans da sirena, come quello indossato da Adut Akech.

Mugler, Primavera-Estate 2022

Delle valchirie regnano sulla California, vestite di finto denim elasticizzato, chiffon o pelle modellata; poi lo stilista stesso si ritaglia uno spazio nel video, scivolando sul cofano di una Lincoln.

“Ora la gente sa cosa aspettarsi da me. Volevo evadere e girare negli studi della Paramount, con un’ambientazione che ricordasse New York, ma a Los Angeles. Ci piace questo strano surrealismo… Senza dubbio il mio indegno lato commerciale all’americana”, scherza Casey Cadwallader.
  
“Abbiamo tutti fatto delle deviazioni durante la pandemia. Secondo me, un video può fungere da sfilata di moda per 10 milioni di persone. Se mi accontento solo di una semplice sfilata, chiudo una porta. Nel nostro video, Bella vi guarda dritto negli occhi. È impossibile per me rinunciare a questo”.
 
Il video viene pubblicato nove mesi dopo l’apertura della grande retrospettiva su Thierry Mugler al Musée des Arts Décoratifs, “Couturissime”, che rende omaggio a questo artista multidisciplinare unico, le cui idee hanno influenzato la moda, la fotografia, i video musicali, la profumeria e persino i diritti dei gay.
 
“Ciò che era così prezioso in Manfred (il primo nome di Mugler) era che infrangeva le regole e non era timido nel fare quello che voleva”, ricorda Casey Cadwallader.

Mugler, Primavera-Estate 2022

“Ha rivoluzionato il sistema nel 1987, e già nel 1977; all’epoca il pubblico non assisteva alle sfilate. Vi avevano accesso solo i giornalisti, poi gli abiti apparivano sulle riviste sei mesi dopo. Ora, durante le sfilate di moda i telefonini possono trasmettere l’evento in diretta. Si tratta quindi di dare nuova vita al format di questo tipo di eventi: per un creatore di moda è un compito molto difficile. Gli show sono allo stesso tempo molto costosi e molto rischiosi”, spiega, alzando le spalle.

Casey Cadwallader ha visitato “Couturissime” a Montreal. La mostra lo ha fatto sentire “come essere preso a schiaffi da una mano gigante… Sono rimasto particolarmente colpito dai suoi meravigliosi capi di alta moda. Erano abbaglianti. Ne avevo visti molti in ufficio, ma questo non mi ha impedito di fotografarne molti dettagli, è stato pazzesco”.
 
“Perdere Manfred proprio mentre stavo iniziando a conoscerlo, dato che ci siamo incontrati davvero solo nel suo ultimo anno di vita, mi ha reso molto triste. Era un essere umano straordinario. Penso sempre a lui e spero che gli piaccia quello che faccio. Io ho avuto l’opportunità di dimostrargli che lo capivo”, confida.
 
Quando gli viene chiesto di definire il DNA di Mugler, risponde: “Ci sono così tanti strati diversi. Solo la costruzione degli abiti è già essa unica. La struttura, la scultura, il senso dell’anatomia e della valorizzazione del corpo. Per non parlare dell’abbagliante spettacolarità e il desiderio di rappresentare la versione più potente e moderna di noi stessi. O l’idea che esista tutto un ventaglio di bellezze ed espressioni di sé: gli uomini possono essere femminili e le donne possono essere mascoline e tutto quanto si trova in mezzo!”.

Mugler, Primavera-Estate 2022

Mugler ha iniziato il suo percorso artistico come ballerino professionista, carriera a cui il video rende un intenso omaggio. In un passaggio finale, la prima ballerina Maria Kochetkova e la superstar del voguing Barbie Swaee fanno roteare un abito d’archivio con paillettes sospeso a un colletto in perspex modellato.
 
Come Thierry Mugler, originario di Strasburgo, in Francia, Casey Cadwallader non è cresciuto in una metropoli, ma nello stato del New Hampshire, e ha studiato architettura nella famosa città universitaria di Cornell, prima che un tirocinio estivo presso Marc Jacobs non lo orientasse verso il fashion design.
 
“Ho pensato che la moda sarebbe stata più stimolante per me. Pensavo che l’architettura sarebbe tornata un giorno. Quindi sì, ho fatto il grande passo e mio nonno non era molto felice. Mi ha detto: ‘Ti sei appena laureato nella scuola di architettura più difficile degli Stati Uniti e ora vai a lavorare nella moda?’, e io ho risposto ‘sì!’”.
 
“Così quando ho finito la Cornell, mi sono trasferito a Brooklyn e ho subito iniziato a lavorare nella moda. Poi sono andato a Madrid, da Loewe. Poi a Londra, e a New York da Narciso Rodriguez; ci sono rimasto per cinque anni. Poi sono tornato a Parigi per Acne Studios e ho fatto avanti e indietro tra Stoccolma e Parigi per tre anni. Oggi sono qui da quattro anni. Già quattro anni… Wow!”, si meraviglia il designer 42enne.

Mugler, Primavera-Estate 2022

“Quando ho saputo che Mugler stava cercando un nuovo stilista, mi sono detto che dovevo lanciarmi. Non sono Manfred e non lo sarò mai. Mi piacciono molto i codici della casa, ma a modo mio. Quello che mi piace è esplorare il taglio e la linea di fianchi e glutei ben torniti. Il gusto delle zone erogene, con un certo senso dell’umorismo. Al tempo stesso parigino e raffinato, ma anche malizioso e perverso”, spiega con una risata.

Grazie al revival innescato dal giovane stilista, Mugler è diventato uno dei marchi preferiti di Kim Kardashian West, Cardi B, Dua Lipa, Doja Cat e Miley Cyrus, che indossano sia le sue creazioni che pezzi d’archivio.
 
Quando ha sentito parlare per la prima volta di Thierry Mugler?
 
“Davanti a Fashion TV, che guardavo molto quando avevo 10 anni. Quando le sue sfilate passavano mi dicevo ‘Wow! È così diverso dagli altri!’. Oppure è stato per il video musicale di “Too Funky” di George Michael. Tutti a casa mia adoravano George Michael, ricordo che era così folle e decadente. All’epoca, non sapevo che era stato Manfred a realizzarlo, perché ha lasciato credere alle persone che fosse stato lo stesso George Michael”, ride.

Mugler, Primavera-Estate 2022

Qualunque cosa accada più avanti, Casey Cadwallader è determinato a innovare in ogni stagione.
 
“Manfred andava sempre avanti. Qual è il materiale più innovativo? Qual è il procedimento più all’avanguardia? Per me, si tratta di perpetuare le iconiche costruzioni Mugler, ma trovando nuove tecnologie e tessuti per rendere gli abiti davvero contemporanei. Come avrebbe fatto lui. È sempre stato alla ricerca di novità. L’universo di Mugler, a mio avviso, poggia su questo fragile equilibrio tra raffinatezza e sfrontatezza”.
 
“In studio, facciamo un gioco ricorrente: guardiamo défilé di alta moda tanto quanto esibizioni di spogliarelliste. Cose bizzarre, perfino lascive, che troviamo su Internet, che ci diciamo quanto potrebbero essere rese più chic! Ma bisogna essere capaci di sapersi tuffare in questo universo. Sapete, Manfred faceva sfilare delle star dei porno gay… In sintesi, qui tutto è accettabile, tutto è possibile”.

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