Con la sua pianta, dalla forma identica a quella di una gemma con taglio smeraldo, e la luce che la attraversa libera e brillante, place Vendôme era destinata a diventare la patria della gioielleria. Alla fine del 2021 Bulgari ha inaugurato al n.23 la sua più grande boutique, 1.300 mq firmati Peter Marino, dove riecheggia l’estetica di Roma e dove è stata presentata la nuova collezione di alta gioielleria “Eden – Il giardino delle meraviglie”: «Abbiamo scelto di portare Roma a Parigi – spiega il ceo Jean-Christophe Babin, che ha poi accolto gli ospiti alla sfilata organizzata all’ambasciata italiana – . Un’Italia che abbiamo riscoperto anche come mercato, con la pandemia, dopo anni dedicati ad altri Paesi, Cina soprattutto».
La clientela italiana sta acquistando in effetti sempre più anche alta gioielleria: in questo segmento sempre più popolato Bulgari mantiene la sua posizione continuando a puntare su pietre spettacolari (il quarto spinello più grande al mondo, 131 carati, tormaline di Paraiba con carature da record), design colorati e gioiosi che valorizzano anche le pietre semipreziose come il turchese e il peridoto, versatilità (il pezzo più costoso della collezione, un chocker di diamanti e smeraldi che diventa tiara, un orologio-gioiello dal quale ricavare una spilla ), creati a partire dalla scelta delle gemme da Lucia Silvestri. E per la prima volta, della collezione fanno parte anche due collane in versione Nft, vendute insieme alla loro versione fisica.
«Il 2022 sta andando molto bene, anche perché le persone scelgono la versione più preziosa di un prodotto – continua Babin -. Se prima per esempio si acquistava un anello solo in oro, ora si compra con mezzo pavé, che costa quasi il doppio. Così il fatturato è cresciuto pur non avendo alzato i prezzi e a parità di traffico, o in certi Paesi anche con traffico inferiore. La ricerca di unicità, qualità, esclusività si ritrova anche negli altri segmenti, dai profumi agli orologi, dove oggi quadranti in diamanti e il binomio oro e acciaio sono la norma, con una richiesta crescente per una dimensione più gioielliera». I clienti sono sempre più esigenti, e soprattutto dopo la pandemia, anche in termini di trasparenza, e richiedono gioielli dalle origini certificate e tracciabili. Da quest’anno Bulgari sarà il primo marchio di gioielleria a usare solo oro di origine certa: «Insieme al Responsible Jewellery Council stiamo lavorando per estendere il processo di certificazione anche alle gemme, iniziando da smeraldi, zaffiri e rubini. Sarà complesso, ma per noi è uno dei cantieri più importanti del prossimo futuro», sottolinea Babin.
Il 2022 deve ancora assorbire i due mesi di chiusura cinese, e il mercato russo sarà probabilmente chiuso anche nel 2023 («anche se il peggio sembra passato», osserva Babin), ma le prospettive sono molto promettenti e i progetti numerosi: «Eden inizierà presto il suo giro del mondo, a cominciare dalla Cina, poi Giappone, Stati Uniti, Medio Oriente, Singapore, arricchendosi sempre di nuovi pezzi. Poi fra 2023 e 2025 apriremo altri cinque hotel, a partire da Roma e Tokyo nella prossima primavera, poi Miami e Los Angeles. Con un totale di 12 hotel diventeremo la prima catena italiana. A Milano stiamo avviando il cantiere della nuova boutique, che sarà molto più grande. Intanto fra settembre e ottobre apriremo un temporary store in via Gesù».