Pubblicato il
16 giu 2022
La principale novità svelata al Pitti per la collezione Primavera-Estate 2023 di Herno è la sua ampiezza. Una brand extension solo abbozzata nelle due stagioni precedenti, ma che ora ha portato sia la parte ‘Core’ dell’offerta di Herno, sia quella ‘Lusso’, che quella ‘Fashion’ (ma anche l’etichetta active di urban-sportswear tecno-sartoriale iper-performante Laminar) ad arricchirsi di nuove tipologie di prodotti, come maglieria, pantaloni, scarpe, con mix di materiali inediti per l’azienda novarese.

“Non siamo più un monoprodotto”, ci spiega Claudio Marenzi, presidente e CEO di Herno, dal suo stand a Pitti Uomo 102. “Ci siamo infatti resi conto di quanto i clienti desiderassero una nostra evoluzione che non ci limitasse al produrre ‘solo’ capispalla, anche a testimonianza del loro apprezzamento per il nostro marchio. Abbiamo lavorato molto sui colori, che ritenevamo fosse fondamentale inserire in collezione dopo il periodo cupo che abbiamo vissuto, incrementati anche per l’etichetta più young Herno Globe, il nostro contenitore che racchiude tutti i progetti ecosostenibili all’interno della main collection, frutto del lavoro del nostro reparto di ricerca e sviluppo”.

Herno è reduce dall’acquisizione del brand Montura di Rovereto, con il suo know-how nei prodotti estremamente tecnici per gli sport attivi e persino estremi. “Tengo a sottolineare che non è stata un’acquisizione per ‘salvare’ un brand e ristrutturarlo, perché Montura sta crescendo sempre molto bene. Abbiamo allo studio tanti nuovi progetti per Montura, ma è presto per raccontarli”.

L’esercizio 2021 di Herno si è chiuso a 135 milioni di euro di fatturato, “ancora per il 2% al di sotto del dato 2019 pre-pandemico, ma superiore del 20% al giro d’affari 2020. Prevediamo un +15% (sul 2019) a fine 2022”, rivela il CEO, che non si preoccupa in termini di business per la sua azienda della situazione della Russia, che al momento impatterebbe solo per il 3,5% sui conti di Herno, che genera il 75% del fatturato sui mercati esteri. Dopo l’Italia col suo 25%, secondi Paesi a pari merito per il marchio fondato nel 1948 a Lesa (NO) dal padre di Claudio Marenzi, sono Stati Uniti e Giappone, seguiti dalla Germania. “La Russia l’abbiamo dovuta mettere in stand by”, riconosce Marenzi, che indica in USA e Italia i due mercati più cresciuti lo scorso anno per Herno, che viene distribuito in 1.800 doors nel mondo.
Copyright © 2022 FashionNetwork.com Tutti i diritti riservati.