Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
19 giu 2022
In una giornata piuttosto impegnativa e ricca per l’abbigliamento maschile a Milano, la sfilata di spicco è stata quella di Versace. Donatella Versace è stata sommersa da applausi e dal suo culto come una sorta di eroina al termine di uno show trionfale.
Versace: Donatella possiede Milano
“Versace, Versace, Versace”, diceva il classico brano di Prince, dopo un avvincente défilé di Versace realizzato all’interno del palazzo di famiglia. Ma visto quanto è stato bello questo show, il coro avrebbe dovuto essere “Donatella, Donatella, Donatella!”.
Sembrava proprio che Donatella Versace fosse tornata. E in modo grandioso. Dopo molte stagioni, e la pandemia durante la quale Madame Medusa teneva il backstage chiuso a tutti, lo scorso sabato sera a Milano la designer è uscita a salutare i suoi amici nel cortile dove è stato messo in scena lo show.
Un défilé stellare, allestito in un cortile lastricato con colonne di vetro alte cinque metri sormontate dalle statue di vari Adoni.
Questo stile è stato ripetuto nel cast, formato da una nuova sfolgorante schiera di modelli maschi dotati di acconciature dorate decorative.
Completi e blazer a mega righe; camicie di seta dinamiche con immagini di gargoyle gotici o sapienti della Grecia antica. Molti modelli portano con sé vasi, tazzine da caffè e piattini, come quelli inviati sotto forma di invito allo show.
In una parola, Donatella è tornata, ed è ben salda al comando.
Dolce & Gabbana reinterpreta con ironia i suoi 27 anni di menswear
A volte era difficile sapere cosa fosse nuovo di zecca e cosa fosse una riedizione nell’ultima sfilata di abbigliamento maschile di Dolce & Gabbana, così piena di capi in stock, o nuove esagerate reinterpretazioni di look classici.
Intitolata “Dolce & Gabbana Re-edition 1991 P/E 2023”, la sfilata aveva la passerella che indicava ogni anno a partire da quando Stefano e Domenico hanno lanciato la loro attività di abbigliamento maschile, 27 anni fa.
Prima dello spettacolo, i due gentiluomini hanno manifestato il concetto includendo nel loro invito una maglietta completamente nera. Prodotta ironicamente ad arte come fosse stata mangiata dalle tarme, con decine di buchi, come se fosse stata presa da un vecchio guardaroba, o da uno stock in liquidazione.
I buchi continuano in una serie di jeans oversize, pantaloni cargo e pantaloni strappati e sbrindellati, anche se abbinati a smoking eleganti e blazer frizzanti. E in varie mutande e mutandoni da uomo, come se il nonno li avesse tramandati.
Pochi italiani amano l’Italia quanto Stefano e Domenico: lo sfondo del loro défilé era un miscuglio di vecchi video di show e immagini pittoresche della penisola, come i traghetti del Mediterraneo, il porto di Portofino, o pescherecci delle Eolie.
Mentre le magliette ci informavano semplicemente che la coppia siciliano-milanese è sensazionale. Anche se le idee più clamorose sono state gli stivali da pirata realizzati con ritagli di giacche di jeans patchwork, o gli stivali da meccanico bordati di strass e cristalli.
Il tutto ripercorrendo i loro più grandi successi: dagli smoking ricamati dorati alle giacche da motociclista da dei del rock.
Proprio perché ha attraversato così tante epoche, questo è stato uno show lungo e un po’ sconclusionato, supportato da un remix di First Class di Jack Harlow. Tuttavia, i designer hanno raccolto un grande applauso quando sono usciti per l’inchino.
Anche se non si poteva fare a meno di percepire che la loro attenzione era probabilmente altrove, concentrata sulla loro prossima collezione di Alta Moda che andrà in passerella all’inizio di luglio. Dove? Beh, ovviamente in Sicilia, nell’antica colonia greca di Siracusa.
In una giornata intensa, i ragazzi hanno concluso la serata con un travolgente cocktail party nel loro Bar Martini in Corso Venezia per celebrare la loro ultima linea di occhiali.
Una partnership con Persol, con protagoniste le famose tonalità D-frame di quel marchio in sfumature di marrone avana e nero, ma anche in tipici colori Dolce & Gabbana: sorbetto e zebra.
Fendi: molteplici materiali alla moda
Tutto sui materiali, in tutte le loro molteplicità, da Fendi, dove tessuti nobili, casual e atipici si sono incontrati in una grande dichiarazione di moda casual-chic realizzata dalla direttrice creativa dell’uomo della casa di moda romana, Silvia Fendi.
Una collezione incentrata sul capo chiave del guardaroba maschile di oggi, l’over-shirt, gestito da Silvia con più fantasia e arguzia di qualsiasi suo contemporaneo.
“Volevo qualcosa di molto semplice, lavorando sull’idea di una camicia, una giacca camicia e un cappotto camicia. Ora stiamo tornando alla vita, capiamo che dobbiamo prenderci del tempo per noi stessi e per i nostri piaceri. Anche l’abbigliamento formale deve avere la stessa comodità. Per me il materiale che più rappresenta la libertà è il denim. Ma l’ho stampato sul cotone per renderlo diverso. È un nuovo finto denim”, ha spiegato Silvia Fendi.
Fendi ha preso un materiale banale come il denim, e lo ha tagliato in pantaloni da gentiluomini artistici, prima di stamparlo sul cotone, per poi portarlo in un posto davvero nuovo con uno spolverino di jeans con pelliccia rasata. Borse in denim con logo, mocassini di jeans e persino camicie da chirurgo in denim. Unendo il lusso più sontuoso alla disinvoltura hipster.
Mentre una stampa di vitello a macchie è stata utilizzata nei caban di cotone, nelle sahariane in cavallino o nelle redingote di tela. Oppure una stampa spezzata blu e tabacco è stata reinventata due volte: come cappotto da esploratore in visone o come top coat in cashmere.
Silvia si è anche presa molti rischi con la silhouette, che la maggior parte delle volte hanno ripagato, in particolare nel caso degli ampi spolverini. Mentre sul fronte delle borse, Silvia Fendi ha anche mostrato una nuova fantastica forma a botte, circondata da un’imbracatura Fendi in pelle ritagliata.
“Adoro il dialogo che lei ha con Kim Jones. Sono come una famiglia che lavora insieme. Un modo in cui definiamo il marchio è maestro dei materiali. Quindi, le forme potranno non cambiare così tanto, ma i materiali possono essere in 1.000 versioni”, ha affermato con entusiasmo il CEO di Fendi, Serge Brunschwig.
A proposito di forme, il magrissimo Serge ha rivelato di mantenersi in forma pedalando sulle colline a nord di Roma.
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