Pubblicato il
22 giu 2022
Dopo aver chiuso il 2021 con un fatturato di 57 milioni di euro, lo specialista del kidswear Miniconf prevede di superare quest’anno i livelli pre-pandemia, a seguito dei risultati positivi registrati dalla campagna vendite per l’AI 2022-23.

“Come per tutti, gli ultimi due anni sono stati particolarmente impegnativi, con riduzioni importanti di fatturato, però l’azienda è rimasta sempre in utile. Quest’anno, se non dovessero presentarsi altre criticità dal punto di vista geopolitico o sanitario, prevediamo di arrivare a sfiorare i 70 milioni di giro d’affari, con una crescita del 20% sul 2021 e del 9% rispetto al 2019”, ha precisato a FashionNetwork.com Giovanni Basagni, Presidente di Miniconf. “A marzo 2020 abbiamo anche varato una moratoria di un anno del valore di 5 milioni di euro per sostenere i nostri clienti, oggi circa 1.500 in Italia tra iDo e Sarabanda; a giugno 2021 siamo rientrati dell’intera cifra”.
Oggi Miniconf realizza l’85% delle proprie vendite in Italia, dove a fine anno arriverà ad avere circa 45 store diretti (di cui una quarantina a insegna iDo), ma il piano industriale varato dall’azienda prevede strategie di sviluppo all’estero, oltre che in ambito digital.
“Sul fronte internazionale stiamo portando avanti un piano di circa 10 aperture in affiliazione all’anno e alla fine del 2022 arriveremo a 35 negozi; anche il wholesale sta crescendo di circa il 15%”, prosegue Basagni. “Fino allo scorso febbraio la nostra filiale russa, che esiste dal 2013 e dove lavorano una decina di risorse dirette, era la prima in termini di vendite, mentre in Ucraina avevamo un distributore che gestiva otto negozi; ora ovviamente il conflitto ha fermato tutto. Per quanto riguarda l’Europa, i nostri principali mercati sono Spagna e UK, dove abbiamo delle filiali; abbiamo clienti importanti nei Paesi dell’Est e anche Grecia e Portogallo, seguiti da agenzie, stanno crescendo molto bene”.
Per quanto riguarda il nostro Paese, le prossime aperture previste per la PE 2022 sono quelle dei negozi iDo a Rossano, a Modica e a Guidonia; altri due opening sono già stati contrattualizzati. Inoltre, l’azienda sta crescendo anche internamente e negli ultimi due anni, nonostante la pandemia, ha inserito una dozzina di nuove figure professionali mirate.

“Oltre ai nostri brand di proprietà, oggi gestiamo le licenze di Superga, arrivata alla terza stagione, e di Ducati, che prima era in co-branding con Sarabanda e ora è indipendente; si tratta di una licenza volutamente contenuta, di 30/35 capi”, spiega Basagni. “Per il momento non pensiamo ad altre licenze, prima vogliamo migliorare nella gestione di questo tipo di business, che comunque non vogliamo superi il 10% del fatturato. Stiamo cercando sempre più di costruire le collezioni in base alle differenti occasioni d’uso, accostando loro una progettualità in termini di immagine: ad esempio in primavera ci focalizziamo sulla cerimonia, in estate su un abbigliamento adatto ai camp estivi e a fine agosto sulla proposta back to school. Copriamo sia per maschio che per femmina le tre fasce di età mini, baby e junior”.
L’azienda continua anche a focalizzarsi sul tema della sostenibilità, di cui Miniconf può considerarsi un precursore, visto che già nel 2000 ha avviato una serie di controlli, ad esempio sui coloranti e sulla sicurezza meccanica del prodotto, e nel 2003 ha ottenuto la certificazione ISO 14001.
“Perseguiamo la sostenibilità a 360°, non solo ambientale, ma anche sociale e di governance; un percorso che in tutti questi anni ci ha permesso di crescere anche a livello culturale”, continua il Presidente. “Abbiamo un’attenzione maniacale nei confronti di qualità e durabilità del prodotto, perché se un capo per bambini può essere passato tra fratelli o addirittura tramandato di generazione in generazione, questo significa ridurre gli sprechi e l’impatto ambientale”.
Da sempre Miniconf attua una serie di test di laboratorio sui propri capi per provarne la qualità, ma da quest’anno ha deciso di fare di più: ha infatti fornito ad alcune famiglie un kit completo di abiti di utilizzo quotidiano nelle fasce di età 3-6 anni e 7-10 anni, chiedendo loro di usarli secondo le loro normali abitudini per tre mesi. Al termine del periodo, ai genitori sarà richiesto di effettuare una valutazione in base ai parametri di classificazione indicati, in modo da raccogliere il maggior numero di informazioni per migliorare la qualità dei capi stessi.

“Su un totale di circa 3,5 milioni di capi a stagione, solo l’1,87 % hanno necessità di essere ripresi in mano dalle nostre sarte e dal personale del reparto qualità, per poi essere immessi nei canali di vendita ordinari, mentre solamente lo 0,35% non può essere recuperato”, conclude Basagni. “Questi dati testimoniano l’elevata attenzione al processo di produzione e all’alta qualità dei tessuti e dei dettagli, il che significa anche una maggiore resistenza all’usura e quindi una più lunga durabilità del capo”.
Anche la formazione è da sempre un focus per Miniconf, così come l’importanza di conciliare vita/lavoro e sviluppo manageriale con progetti specifici, in particolare per le donne (che in Miniconf rappresentano l’80% del personale), come orari flessibili, part time e sostegni finanziari ad esempio per asili nido o scuola a tempo integrato.
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