Il retail italiano ha le sue tipicità, che denotano le vie delle città proprio come i monumenti, i giardini, i palazzi municipali. Per esempio, siamo il Paese europeo con la rete più capillare di gioiellerie e di negozi di intimo indipendenti, luoghi spesso affascinanti e preziosi per la loro unicità, ma messi a repentaglio dalla forza del franchising e dei grandi monomarca.
L’evoluzione necessaria alla sopravvivenza passa anche qui, come in molti altri segmenti, dalla digitalizzazione. Anche perché spesso questi negozi pagano alla loro identità il prezzo di una conduzione un po’ vintage. A dare nuovo smalto alle boutique di intimo e lingerie di prossimità è la piattaforma Unyli, lanciata alla fine del 2020 da Retail Capital, che sta crescendo grazie al successo della sua proposta: proporre uno sviluppo digitale ai negozi, trasformarli in hub phygital e dar loro la possibilità di usufruire di una piattaforma e di servizi e-commerce avanzati, a partire da un innovativo customer care. Nel 2021 la start up ha sfiorato i 300mila euro di fatturato, crescendo di quasi il 250% rispetto al 2020, e per il 2023 punta ai 2 milioni.
«Ho iniziato come agente e poi responsabile vendite di un importante marchio di lingerie – racconta Francesco De Paolo, 39 anni, General Manager e co-fondatore di Unyli insieme all’imprenditrice Valentina Fabbri -. In 20 anni mi sono reso conto di alcuni aspetti che impedivano lo sviluppo digitale del intimo, per esempio il cruciale tema delle taglie e delle conformazioni. Così insieme a Valentina abbiamo dato forma a Unyli, un sistema unico che consente di acquistare un prodotto online dalla nostra piattaforma e riceverlo a domicilio entro 6 ore direttamente dai negozi aderenti del territorio. L’online, che per certi versi mette a repentaglio i negozi fisici, ne assicura così la sopravvivenza».
Obiettivo 100 negozi entro i prossimi cinque anni, anche all’estero
I negozi della rete Unyli sono al momento cinque, collocati soprattutto in Lombardia, ma il più recente è stato inaugurato a San Severo, in provincia di Foggia, dove la piattaforma farà base per un prossimo sviluppo nel Meridione, piano seguito da Simona Mastropasqua, nominata di recente District Manger del Sud Italia di Unyli. Tutti gli store vengono rilevati da Unyli, che dà loro la sua insegna, un modo per salvare e rilanciare anche attività a rischio chiusura. Altre cinque aperture sono in programma per settembre, con l’obiettivo di arrivare a 100 entro i prossimi cinque anni e aprirsi anche all’estero, con una ventina di punti vendita. «I prossimi obiettivi sono Spagna e Francia, mercati molto simili al nostro. Ma dal punto di vista dell’assistenza al cliente e di attenzione alle sue esigenze noi siamo da sempre all’avanguardia, la nostra cultura della vendita assistita è molto diffusa e di alta qualità. Con Unyli vogliamo proprio tutelare questo patrimonio».
Focus sulla formazione del personale di vendita
Per sostenere la sua crescita Unyli sta assumendo anche personale nei suoi negozi, puntando sui giovani, visto che l’età media dei negozianti è di solito alta: «Le nostre persone ricevono una formazione specifica – nota De Paolo -. Se un cliente chiama per un dubbio o un problema non trovano un centralino, ma persone che hanno contezza delle varie questioni, e questo fa la differenza. Le persone che danno assistenza sono le stesse che operano come personal shopper. Chi porta la merce a casa non è un corriere, è una commessa, pronta a dare assistenza anche a domicilio, per esempio portando con sé la taglia superiore e inferiore a quella acquistata per un eventuale cambio immediato».