Versione italiana di
Laura Galbiati
Pubblicato il
27 giu 2022
La confederazione tessile Euratex stima che entro il 2030 il riciclo del tessile potrebbe generare 15.000 posti di lavoro diretti nel Vecchio Continente e un fatturato compreso tra 3,5 e 4,5 miliardi di euro. L’ente ha presentato “Transform Waste into Feedstock”, il primo progetto selezionato nell’ambito di Rehubs, un programma volto a sviluppare e coordinare un settore del riciclo tessile su scala continentale.

“Transform Waste into Feedstock” (Trasformare gli scarti in materie prime) mira a costruire entro il 2024 una prima struttura in grado di riciclare circa 50.000 tonnellate di tessili all’anno. Un progetto che sarà affidato alla responsabilità di Texaid, specialista svizzero nel riciclo di tessuti usati in materiali riutilizzabili con sedi in Germania, Austria, Bulgaria, Ungheria e Stati Uniti.
Lanciato nel 2020, il progetto Rehubs punta a “quantificare i depositi, analizzare le tecnologie in essere, quindi definire la migliore organizzazione per questo riciclo”, ha spiegato pochi giorni fa a FashionNetwork.com il direttore generale di Euratex, Dirk Vantygem. “Molte iniziative vengono prese in tutta Europa, ma manca una visione globale a livello di UE”.
Euratex si è impegnata a quantificare i depositi, le tecnologie, le organizzazioni e le esigenze finanziarie necessarie per il riciclo di 2,5 milioni di tonnellate di tessuti entro il 2030. Un primo passo, visto che l’Europa genera ogni anno da 7 a 7,5 milioni di tonnellate di tessili a fine vita, di cui solo il 30-35% è stato raccolto ad oggi.
“Stimiamo che per raggiungere un tasso di riciclo da fibra a fibra di circa il 18-26% entro il 2030, sarà necessario un investimento di capitale di circa 6-7 miliardi di euro, in particolare per creare un’infrastruttura di cernita e lavorazione adeguata”, dichiara Euratex. “Una volta arrivata a regime e messa su scala, l’industria del riciclo tessile potrebbe diventare un settore redditizio, con una dimensione totale del mercato di 6-8 miliardi di euro e circa 15.000 nuovi posti di lavoro diretti da qui al 2030”.

Sono state identificate quattro fasi di implementazione per Rehubs. Dopo la fase di trasformazione degli scarti in materie prime ci dovrà essere necessariamente un’adozione crescente di fibre riciclate meccanicamente nelle filiere produttive. La sfida successiva sarà risolvere i problemi ancora in essere nel riciclo termomeccanico, che riguardano in particolare le miscele di materiali. Il quarto passaggio individuato è la realizzazione di una capsule collection di materiali riciclati.
L’industria europea del tessile e abbigliamento è attualmente composta da circa 160.000 aziende che generano 1,5 milioni di posti di lavoro. Il settore esporta ogni anno merci per un valore di 61 miliardi di euro.
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