Industria

L’indicatore di sostenibilità dei materiali Higg MSI, criticato dalla Norvegia, è stato sospeso


Versione italiana di

Gianluca Bolelli

Pubblicato il



28 giu 2022

Norrona e H&M sono stati bloccati pochi giorni fa dall’autorità norvegese per i consumi, che ne ha additato le affermazioni fuorvianti relative allo strumento Higg MSI per analizzare l’impatto ambientale dei prodotti tessili. La Sustainable Apparel Coalition (SAC), che ha lanciato questo indicatore nel 2012 e che afferma di rappresentare ben metà della filiera e dei marchi di abbigliamento globali, ha reagito annunciando la sospensione del suo programma e che avvierà un’indagine indipendente sulla metodologia di Higg MSI.

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Come riportato da FashionNetwork.com, l’Agenzia Norvegese dei Consumi (NCA) aveva pesantemente criticato questo indice, sottolineando in particolare il fatto che esso non valuta l’impatto ambientale dei prodotti proposti, visto che i dati sono basati solamente su un impatto medio calcolato materiale per materiale.

Inoltre, il calcolo si fermerebbe alla fase di tessitura e lavorazione a maglia e non terrebbe conto degli step successivi di lavorazione. Due aspetti che, per l’autorità norvegese, renderebbero fuorviante qualsiasi affermazione di sostenibilità di un prodotto che sia basata su questi dati. La NCA era arrivata al punto di indicare alla SAC che sarebbe stata legalmente responsabile se Higg MSI fosse stato utilizzato come argomento di marketing con i consumatori.

Sebbene il caso norvegese abbia ufficialmente solo un valore locale, l’impatto di questa presa di posizione si è fatto sentire in tutto il comparto del tessile-abbigliamento. Va detto che Higg MSI è al centro della strategia di trasparenza della Sustainable Apparel Coalition, che sostiene di riunire il 50% della filiera. “Si sta aprendo una nuova era di trasparenza”, aveva scritto l’autorità il 27 maggio 2021, annunciando la sua partnership con Higg MSI.

La messa in discussione della credibilità dell’indice mette quindi a repentaglio la strategia di trasparenza dell’altissimo numero di marchi della SAC, che annovera tra le sue fila nomi come Benetton, Amazon, Asos, Boohoo, Inditex, Gap, Fast Retailing, Nike, Puma, Under Armour, PVH e Patagonia, ma anche Bestseller, C&A, Camper, Canada Goose, Columbia, Crocs, Guess, HanesBrands, J.Crew, Mango o Zalando.

“Abbiamo preso la decisione di sospendere il programma globale per la trasparenza rivolto ai consumatori mentre collaboriamo con la NCA e altre agenzie per i consumatori e autorità di regolamentazione per capire meglio come giustificare le affermazioni a livello di prodotto con dati affidabili e credibili”, ha affermato l’amministratrice delegata della SAC, Amina Razvi. “Stiamo commissionando con urgenza una revisione indipendente effettuata da una terza parte esperta dei dati e della metodologia Higg MSI. Questa revisione è stata condotta per l’ultima volta nel 2016 ed è un’azione pianificata che stiamo accelerando alla luce della notifica della NCA”.

La SAC afferma che sta lavorando ad un programma completo, per mezzo di partnership industriali, per riordinare e aggiornare la qualità e l’accessibilità dei dati sull’impatto ambientale per gli operatori del settore. E, a lungo termine, per gli stessi consumatori. La dirigenza della coalizione vuole anche rassicurare i suoi membri. “Sappiamo quanto sia importante per i nostri membri e per l’industria nel suo insieme avere fiducia nella nostra missione, nel nostro scopo e nel nostro approccio”, ha affermato Amina Razvi.

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