Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
5 lug 2022
L’haute couture parigina ha preso il via nella capitale francese in un soleggiato lunedì con una brillante serie di sfilate, che hanno esibito in particolare alcuni inventivi tocchi organici nelle collezioni di Schiaparelli e Iris van Herpen.
Schiaparelli: l’eterna influenza di Elsa
Schiaparelli ha aperto lunedì la stagione dell’alta moda parigina con una giocosa evoluzione dei codici e degli archivi della maison, mostrata all’interno del Museo delle Arti Decorative del Louvre, dove la griffe di lusso ha inaugurato la stessa sera un’importante retrospettiva dedicata alla fondatrice.
Lo stilista Daniel Roseberry ha dato il via all’azione in passerella con un blazer di velluto affilato come un rasoio e rifinito con ricami di uva nera ispirati agli archivi originali di Elsa Schiaparelli, anche se sotto c’era un grazioso e perverso corsetto color champagne.
Tante raffinatezze chic, con capezzoli, veri o metallici, esibiti dappertutto ed esposti sopra i corsetti in crêpe nero, gli abiti scollati o i reggiseni trasparenti in pizzo Chantilly.
Anche se il cuore del défilé era costituito dagli accessori e dai ricami, visto che l’atelier Schiaparelli ha attaccato ai capi guaine di grano metallico, orecchie scultoree, perle verde chiaro come fossero acini d’uva o croci surrealiste su abiti sartoriali con power shoulders.
Sin dal look di apertura, sapevi di trovarti in una vera sfilata d’alta moda a Parigi: il puro fiorire dei completi; i fantastici dettagli; l’iper raffinatezza. Roseberry drappeggia con grandi svolazzi: da gonne a bulbo in raso verde pallido ad abiti a clessidra bouillonné.
Il designer ha anche mostrato qualche stranezza forse eccessiva: un abito da cocktail fatto di perle barocche da cui penzolavano un po’ stupidamente dei pompon di velluto nero che somigliavano a delle tarantole ubriache. Ma nel complesso la sfilata è stata un vero trionfo per Roseberry. In un paio d’anni Daniel ha messo Schiaparelli al centro del discorso della haute couture, con un look immediatamente riconoscibile e uno stile sofisticato e suggestivo.
“Volevamo il rigore e l’assolutezza della passata stagione, ma con più gioia, divertimento e femminilità. Ispirato da Elsa, in un momento così importante per la maison”, ha spiegato Roseberry dopo lo show, alla presenza di Pixie Lott ed Emma Watson.
E questo spettacolo non farà che aumentare l’attenzione sul marchio, il cui CEO e proprietario Diego Della Valle sedeva raggiante in una prima fila che includeva Marisa Berenson, Jean Todt e la signora Michelle Yeoh, Chiara Ferragni e Rossy de Palma.
Intanto la corsa di Roseberry si faceva ancor più frenetica, quando tulipani tridimensionali dipinti a mano e fiori viola fatti di pietra e metallo sbocciavano da abiti di velluto nero senza spalline e corsetti di raso lilla. Echi forse di Christian Lacroix, ma con molto più gusto e glamour.
Il tutto messo in scena su una passerella tutta nera con l’accompagnamento di una colonna sonora di temi cinematografici degli anni ’90, da Jurassic Park a Star Wars, ad aggiungere un senso di spiritosa grandezza. Il cappello preferito dello stilista era un copricapo da barcaiolo a tesa larga su cui erano attaccate colombe dorate. Colombe matelassé di satin bianco volavano dalle spalle; e due tortore in coppia si palesavano nel look finale.
“La colomba della pace è stato un momento di chiusura del cerchio, dopo che abbiamo avuto la Gaga Dove of Peace. Ed è un codice, una convinzione e un messaggio della casa. Ho anche sentito che avevamo bisogno di più romanticismo in questo momento, e di maggiore tenerezza”, ha spiegato Roseberry, riferendosi all’abito di Lady Gaga all’inaugurazione presidenziale di Joe Biden.
“Quando ho iniziato a disegnare qui, ero davvero riluttante a fare troppi riferimenti al lavoro di Elsa, perché non volevo essere troppo didascalico o impersonarla. Ma poi il museo ha rivelato tutti i suoi archivi e quanto il suo lavoro dia un elevatissimo livello di profondità a ciò che facciamo oggi. Molti dei ricami erano riferimenti o imitazioni di ciò che stava facendo in quel momento”, ha sorriso Daniel, che ha comunque rivelato di non possedere la biografia ufficiale della fondatrice Elsa Schiaparelli.
Iris van Herpen: alta moda post-umana
Haute couture buona per il metaverso da Iris van Herpen, sebbene non si sia trattato dell’immaginario da cartone animato del nascente mondo virtuale, ma di un momento dolce e magico di moda poetica.
Van Herpen ha già sposato tecnologia e moda, ma raramente con tale delicatezza e finezza. È stato fondamentale che la sua ispirazione siano stati i miti greci di Narciso, Aracne e la storia d’amore di Apollo e Dafne.
Il risultato finale è stato un incontro tra il poema delle Metamorfosi di Ovidio con materiali tecnologici avanzati e inaspettati e con forme biomorfiche.
Iris ha ottenuto qualcosa di eccezionale con un nuovo materiale couture realizzato con bucce di fave di cocco, il frutto di una collaborazione per un progetto di gelato vegano con il brand Magnum.
Ma, in modo molto più significativo, ha sfilato uno straordinario abito transitorio realizzato in organza di vetro, che vorticava attorno a una minuscola corazza centrale. O uno stupendo abito a corpetto in stile Aracne fatto di poli-seta bianca ricamata in un’esplosione di fili sciolti che pendevano stuzzicanti davanti al corpo. Un romantico look da Valchiria, con bustini in pelle alternativi, mostrava mille filamenti tagliati con il laser color lilla metallizzato.
Dunque è stato molto piacevole assistere alle ultime idee sartoriali concepite da Iris van Herpen, soprattutto in questo momento in cui i giganti della moda hanno investito secchiate di soldi nel metaverso e in Roblox, esibendo risultati finali che generalmente sono avatar poco eleganti che sembrano personaggi di un cartone animato, e che hanno a che fare con il vero lusso quanto la sibarite ne ha con Madre Teresa di Calcutta. Il vero lusso nella moda, come l’ottimo sesso, può essere veramente apprezzato solo dal vivo.
Copyright © 2022 FashionNetwork.com Tutti i diritti riservati.