È stato uno dei settori più danneggiati dalla pandemia, ma anche uno dei primi a ripartire e a tornare a crescere. Trapela ottimismo dai dati sul tessile-abbigliamento italiano elaborati da Confindustria Moda per Smi e presentati ieri in occasione dell’apertura della 35esima edizione di Milano Unica, la fiera del tessile e accessori d’alta gamma per abbigliamento uomo, donna e bambino, che torna nell’edizione estiva a Rho Fiera Milano fino al 14 luglio: nel 2021 il fatturato dell’industria è cresciuto del 15,2% rispetto all’anno precedente, per un totale di 6,1 miliardi e un guadagno in termini assoluti di 808 milioni rispetto al consuntivo 2020.
Nel primo trimestre 2022 l’export è salito del 46,2% rispetto al 2021, in lieve salita (+1,2%) rispetto allo stesso periodo del 2019 pre-Covid. «Il tessile-abbigliamento è in forte ripresa e si prevede che alla fine del 2022 si tornerà a livelli pre-pandemici – ha detto Alessandro Barberis Canonico, presidente di Milano Unica e ad dello storico lanificio Vitale Barberis Canonico –. Lo conferma la presenza di 445 espositori che tornano a investire nella fiera fisica. Questo è un ottimo segnale di crescita e un’iniezione di fiducia per il futuro». Dei partecipanti, 389 sono le aziende – 324 delle quali italiane e 65 dall’estero – che presentano le proposte per l’autunno-inverno 2023-24. Sono accomunate dalla ricerca di sostenibilità, confermata anche da due nuove presenze: la prima è quella di Retex Green, il consorzio (nato lo scorso gennaio) di produttori italiani della filiera moda, patrocinato da Smi e da Fondazione del Tessile Italiano per gestire in modo innovativo e sempre più circolare i rifiuti dell’industria. La seconda presenza indicativa è quella di enti certificatori di sostenibilità, che rispondono alle richieste di tracciabilità, sempre più numerose e complesse, della filiera.
La prossima stagione, intanto, la primavera-estate 2023, sarà quella che confermerà la ripresa, secondo i dati presentati da Bain & Co.: gli ordini superano già i livelli del 2019, mentre il fatturato tornerà ai livelli pre-pandemia a partire dal primo semestre del 2023, circa un anno in anticipo rispetto alle attese. Previsioni supportate da un solido aumento dei volumi e da un effetto prezzo legato all’aumento dei listini, in conseguenza dell’inflazione dei costi. L’attuale ripresa del mercato tessile, sottolinea lo studio Bain, è guidata dalla ripresa della domanda di abbigliamento formale, ma è anche influenzata dall’attuale situazione di stress della filiera, causata da un aumento degli ordini e da un restringimento dei tempi richiesti per le consegne.
La capacità di ridurre questi tempi è una delle sfide che le aziende dovranno affrontare nel prossimo futuro, insieme a quella dell’innovazione del prodotto, con materiali performanti e sostenibili adatti alle nuove occasioni d’uso ibride casual-formali, e agli investimenti per attrarre e formare giovani talenti. Su questa forte ripresa, certamente, continuano a pesare le incognite legate all’aumento dei costi energetici e delle materie prime. Proprio ieri, peraltro, le associazioni del settore hanno inviato una lettera al ministro del Lavoro Orlando per chiedere nuove forme di sostegno (si veda l’articolo a pagina 19).