Nella società odierna le donne tra i 50 e i 70 anni di oggi rappresentano la generazione di donne più sana, più ricca, più attiva e più influente della storia. Occupano posizione di rilievo, basti citare: Ursula Von Der Layen, presidente della Commissione Europea, Angela Merkel, quattro volte cancelliere federale della Germania, Michelle Obama, la prima first lady afroamericana. Se verso i 50 anni si raggiunge il picco della carriera e della remunerazione, bisogna anche ammettere che qualcosa cambia nel corpo e nello spirito una volta superata la fatidica soglia.
«I 50 anni ci colgono d’improvviso, prima eravamo nel pieno dei 40 anni e improvvisamente scatta il mezzo secolo – dice Federica Almondo, nutrizionista specializzata in scienza dell’alimentazione e co-founder di Cerva 16 di Milano, il primo centro italiano di successful aging -. «Il corpo cambia, aumenta la stanchezza, a volte ci si sente inadeguate, le richieste si accavallano e cresce il timore di non riuscire a gestire il tutto come una volta. Per questo è importante riuscire ad affrontare al meglio questo cambiamento, attuare le migliori strategie, ricominciare a stare bene e sentirsi in forma. Ed è proprio quello che facciamo al nostro Centro con l’aiuto della medicina del benessere e di quella antiaging, proponendo percorsi olistici».
L’importanza dell’epigenetica
Il concetto di olismo ha iniziato a concretizzarsi circa 20 anni fa con la scoperta delle Zone Blu. Nel mondo ci sono 5 aree Blu dove la longevità della popolazione è molto più alta rispetto al resto della Terra, le persone superano i 100 anni e sono autosufficienti. Le 5 aree sono: Loma Linda in California, Nicoya in Costa Rica, Ogliastra in Sardegna, Icaria in Grecia e Okinawa in Giappone.
«Grazie a questi studi ci siamo chiesti se anziché continuare a studiare solo i malati e le malattie, non fosse più utile capire perché questi vecchietti vivessero così a lungo – continua l’esperta – . E si è scoperto che queste aree avevano in comune alcuni fattori, quali: l’alimentazione, il movimento, la gestione dello stress, le relazioni personali. In pratica il benessere di oggi dipende in primis da questi fattori. E qui entra in gioco l’epigenetica. La medicina tradizionale si basa sulla genetica, mentre quella del futuro sull’epigenetica. Il rischio di sviluppare una malattia, o quanto “bene” invecchiamo dipende da due aspetti: il primo è la suscettibilità individuale verso la malattia legata al nostro codice genetico, per il 20%-40%; il secondo è lo stile di vita, compreso l’ambiente, che influisce attraverso meccanismi epigenetici , per il 60-80%. In pratica, l’epigenetica è una regolazione esterna dei nostri geni, senza alcun cambiamento nella sequenza del DNA, ma permettendo alle nostre peculiari caratteristiche di esprimersi in modo diverso».
Un percorso personalizzato
Invecchiare è un processo naturale e inarrestabile, che inizia a rivelarsi proprio verso i 50 anni, sia per gli uomini che per le donne. Ma la novità è che questo processo si può controllare, mettendo in atto stili di vita che ci fanno vivere il presente con maggior energia e dinamismo.