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Albini punta a 160 milioni di fatturato nel 2022 e incrementa i tessuti organici e green


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13 lug 2022

Dopo aver terminato l’esercizio 2021 a 133 milioni di euro di fatturato, in salita del +34% sul 2020, in questo primo semestre del 2022 il gruppo tessile bergamasco Albini è giunto a un “+54% di giro d’affari sul medesimo periodo dello scorso anno”, precisa a FashionNetwork.com Stefano Albini, presidente dell’azienda fondata nel 1876 ad Albino (BG) e oggi guidata dalla quinta generazione della famiglia, rappresentata anche da Fabio e Andrea Albini. “Va comunque tenuto presente che la base di comparazione era favorevolissima, perché il 1° semestre del 2021 fu il peggiore possibile per noi e per tutto il comparto. Rispetto al 2019 siamo abbastanza alla pari. Contiamo di chiudere l’intero esercizio 2022 tra i 155 e i 160 milioni di euro. Quindi in aumento sul 2019, che avevamo chiuso a 141 milioni”. Intanto nel medesimo periodo ICA Yarns (il brand prima chiamato I Cotoni di Albini) è salito del +28%.

Lo stand del gruppo Albini a Milano Unica 35 – Albini

Alla 35esima edizione di Milano Unica, in corso a Rho Fieramilano, si riscontra “un ritorno di tanti buyer americani ed europei al salone”, dice Albini, che fa parte del consiglio della fiera. “Secondo me, la scelta di selezionare gli espositori sta premiando. Abbiamo un livello di compratori che si sta elevando nei confronti del concorrente parigino Première Vision, dove, mi dicono, c’è stato un 50% delle presenze in meno rispetto al 2019 pre-pandemico e una qualità dei compratori che, con tutto il rispetto parlando, era di minore livello”.
 
Nella prima metà del 2022, Albini riscontra una grande ripresa degli Stati Uniti, calati del 50% nel 2020 e che dopo un primo recupero nel 2021 hanno avuto un boom quest’anno, seguiti dalla Francia e poi dall’Italia. La società di Albino non ha particolarmente risentito della crisi russo-ucraina. “Per noi la Russia conta per un mero 0,3% con la sola vendita diretta”, spiega il presidente. “Vendiamo però prodotti bespoke per clienti russi (non presenti ovviamente nella ‘lista nera’), un’attività su misura che sta andando avanti ugualmente. Rimangono da verificare prossimamente le incognite sociali che il conflitto ha portato con sé legate a costo del gas e inflazione”.

Albini Donna, AI 2023/24

Albini Group conta oggi su 7 stabilimenti (di cui 4 in Italia) ed è sempre il maggior produttore europeo di tessuti per camicia. Oltre al Albini 1876, suo marchio principale, controlla i brand Albiate 1830, Albini Donna e Thomas Mason e la divisione ICA Yarns, e continua a puntare sui materiali sostenibili. “Le nostre vendite di cotone organico nel 2019 erano dell’1%, adesso siamo al 35%”, ricorda Stefano Albini. “Proprio per questo, qualche tempo fa abbiamo registrato il marchio Biofusion per il nostro cotone organico, che è tracciato e viene dagli Stati Uniti”.

Tra i tessuti protagonisti della collezione Autunno-Inverno 2023/24 del brand di punta del gruppo, Albini 1876, c’è il 4Flex, l’innovativo tessuto dotato della tecnologia 4Flex Formula, che permette di ottenere tessuti 4-way stretch, realizzati con un’elevata percentuale di cotone di altissima qualità, in sostituzione alle fibre sintetiche solitamente utilizzate per ottenere performance tecniche di questo livello. L’elasticità a più dimensioni che caratterizza i tessuti 4Flex è ottenuta grazie a un particolare tipo di intreccio, realizzato con una macchina circolare specializzata per la produzione di maglieria. Il risultato è un tessuto altamente flessibile, traspirante e resistente alle pieghe, capace di garantire totale libertà di movimento in ogni situazione.   

Alcuni capi in Re-Oxyde – Albini

Inoltre, l’azienda lombarda spinge sulla gamma Re-Oxyde, i tessuti risultato della ricerca e dell’innovazione di Albini_next, il think thank di Albini Group nato nel 2019 con l’obiettivo di tracciare nuove frontiere cercando soluzioni innovative per creare i tessuti del futuro. I Re-Oxyde sono tinti con un rivoluzionario sistema sostenibile che prevede l’impiego di pigmenti inorganici a base di ossidi di ferro, ottenuti tramite riciclo di materiali ferrosi provenienti dall’industria elettrodomestica.

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Articolo preso da Fashio Network Italia

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