Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
13 lug 2022
L’azienda tessile Ananas Anam, produttrice del materiale Pinatex, realizzato a partire da fibre di foglie di ananas, sta preparando una raccolta di fondi (il cui importo non è stato reso noto) destinata ad avviare la produzione dei suoi primi filati derivanti dallo stesso frutto. L’azienda londinese spera anche di diventare meno dipendente dalla filiera filippina, sviluppando una catena del valore completa in Spagna.

Dire che Pinatex abbia saputo attirare l’attenzione dell’industria dell’abbigliamento negli ultimi anni è un eufemismo. Come Bananatex, un altro player che lavora con la fibra di banana, l’azienda ha offerto un’alternativa a base vegetale ai materiali fatti di pelle animale nel bel mezzo di un’accelerazione globale della richiesta di materiali naturali. Nike, H&M, Paul Smith, Hugo Boss e più recentemente Saucony e Selfridges si sono impegnati ad utilizzare questa fibra derivante dalle foglie di ananas.
“La pandemia ha spinto sotto i riflettori la sostenibilità dei prodotti e l’eco-responsabilità dei materiali. I consumatori sono diventati più consapevoli del loro impatto sull’ambiente, spingendo i marchi ad agire di conseguenza”, spiega a FashionNetwork.com Em Mendoza, direttrice delle vendite di Ananas Anam, durante la fiera Première Vision, che si è tenuta dal 5 al 7 luglio alle porte di Parigi. “E, in questo contesto, avevamo un materiale pronto, e soprattutto commercialmente disponibile. Abbiamo quindi potuto approfittare di due anni e mezzo molto attivi nel campo della sostenibilità, perché siamo ben posizionati di fronte a questa trasformazione del mercato”.
Ananas Anam attualmente impiega una decina di persone nella sua sede nel Regno Unito, 9 persone in Spagna e altre 25 nelle Filippine. Perché, come accaduto per il suo collega Bananatex per le banane, è in questo arcipelago che sono stati individuati gli ananas ideali per sviluppare il concept alla base di Pinatex e rivolgersi al mercato dell’abbigliamento. Un materiale la cui trasformazione in fibra avviene in loco, mentre il materiale viene finito in Spagna. Una produzione transcontinentale che è stata portatrice di diversi ‘insegnamenti’ di fronte alla crisi del trasporto merci innescata dalla pandemia.

“La pandemia ci ha mostrato che avevamo tutte le nostre uova in un solo paniere, e quindi che avevamo bisogno di più di una sola catena d’approvvigionamento”, spiega Em Mendoza. “Da qui l’obiettivo di sviluppare le nostre capacità di produzione e di avere, a pieno regime, una catena di approvvigionamento integrale in Spagna, per operare in parallelo con la nostra catena di produzione nelle Filippine, la quale servirebbe quindi i nostri clienti in Asia e Australia, mentre la Spagna rifornirebbe l’Europa, Africa e le Americhe”.
Un progetto spagnolo nel quale s’iscrive la raccolta fondi di serie B guidata da Ananas Anam. Una riunione di capitali che dovrebbe soprattutto permettere di portare alla luce un progetto di cui l’azienda ci parlava già a settembre 2019: la produzione di un filato di ananas per il mercato dei tessuti. “È un progetto che la pandemia ci ha portato a rimandare, per concentrarci sul nostro materiale, che era già commercializzato”, dice Em Mendoza. “Ma ora siamo pronti ad accelerare e diversificare i nostri mercati”.
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