Di
Ansa
Pubblicato il
14 lug 2022
A cosa ha pensato lo stilista palermitano Mattia Piazza che, con l’architetto svizzero Steve Gallay, ha dato vita, nel 2017, alla casa di moda Casa Preti, nel realizzare la collezione che ha sfilato con Altaroma nel Guido Reni District? Proviamo a farcelo spiegare da lui. “Tutto nasce da un cambio di paradigma”, rivela lo stilista, “una prospettiva in cui la facoltà di agire è data non agli umani, ma alle ‘umane.

Un mondo governato da umane che, nel ragionamento dello stilista, credono e investono sulla bellezza in senso alto. In questo immaginario non vi è la visione passiva dell’essere scelti ma la rivendicazione del potere della scelta come mezzo di autoaffermazione nel mondo.
Non una visione dantesca della Umana, Angelica, ma una donna e un uomo umana che sanno scegliere e che vogliono farlo. L’elemento della scelta è trasfigurato sugli abiti, nei fiori della santa degli impossibili, Santa Rita, figura centrale nella tradizione palermitana, di cui la rosa è l’emblema. Questa, posta davanti alla scelta, sacrifica i suoi stessi figli, pregando affinché questi morissero, piuttosto che vederli vendicare la morte del padre e vivere così nel peccato”.
Tutto questo ragionamento filosofico si traduce in capi minimali nella loro struttura, con diverse contaminazioni con il guardaroba maschile. Lo stile lineare della collezione ammette solo tocchi di decori floreali a interrompere il rigore nei tagli. In una palette di colori, dove, il bianco, il nero, il rosa, il giallo, il verde acido e l’argento, si muovono e dialogano con cotoni e sete, tulle e tessuti cerati.
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