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Redaelli Velluti lancia il servizio di consulenza per i clienti e pensa a utilizzi inediti del velluto


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14 lug 2022

Redaelli Velluti, storica realtà nata a Lecco nel 1893 ed entrata a far parte dell’universo di Gruppo Marzotto nel 2012, porta a Milano Unica le collezioni AI 2023-24 di un tessuto affascinante come il velluto, storicamente ritenuto nobile e utilizzato per gli abiti di regnanti e Papi, ma al contempo complesso da produrre e confezionare.
 

Pierluigi Fusco Girard, Amministratore Delegato di Redaelli Velluti

“Gruppo Marzotto ha acquisito l’azienda coerentemente con la propria strategia di diversificazione di prodotti e mercati, con l’obiettivo di accedere a tecnologie e know how diversi da quelli già presenti nel gruppo. Per questo motivo, la famiglia Redaelli è rimasta in azienda, in un’ottica di continuità e trasmissione di competenze, per farci capire le peculiarità del tessuto in termini di produzione e soprattutto di confezione, che per il velluto è piuttosto complessa”, spiega a FashionNetwork.com Pierluigi Fusco Girard, da circa 3 mesi AD di Redaelli Velluto, carica che si è aggiunta a quelle omologhe che ricopre per altre tre realtà di Gruppo Marzotto (Linificio e Canapificio Nazionale, Tessuti di Sondrio e Nuova Tessilbrenta). “Ora siamo pronti per lanciare, nelle prossime settimane, un servizio di consulenza analogo verso i nostri clienti, per supportarli nel capire come trattare al meglio il velluto e confezionare capi in grado di esaltarne le qualità”.
 
D’altra parte, Redaelli Velluti è il più grande produttore di velluto in Europa, sia per l’abbigliamento (che rappresenta circa il 65% delle vendite) che per l’arredamento. In passato, la società ha acquisito lo specialista tedesco del velluto Girmes, insieme al suo marchio specializzato in velluto a coste Niedieck, spostando tutta la produzione tra l’Italia e gli stabilimenti dell’azienda situati in Repubblica Ceca.  
 

Il velluto Angelica reinterpreta l’animalier

“Il nostro principale mercato è l’Europa, con Francia, Inghilterra, Spagna e Portogallo in testa, seguita da Stati Uniti e Giappone. L’Italia rappresenta circa il 35% del fatturato, così come l’Europa; il resto è suddiviso equamente tra USA e Giappone. Un altro mercato molto importante è il Medio Oriente, dove c’è una grande cultura del velluto; inoltre siamo attivi anche nel mondo degli abiti storici”, spiega l’AD. “Uno dei miei compiti è proprio di sviluppare nuovi mercati e settori; a tal proposito, stiamo lavorando all’applicazione del velluto in un ambito completamento diverso dai soliti, di tipo tecnico, ma non posso ancora rivelare di più”.

Per quanto riguarda l’andamento della società, che nel 2020 a causa della pandemia ha perso il 35%, Fusco Girard non nasconde che, nonostante un aumento dei volumi di produzione, ci sono alcune criticità: “Nel 2021 abbiamo recuperato solo il 12% perché il nostro è un prodotto mono stagione, quindi non abbiamo beneficiato della ripresa nel secondo semestre dell’anno; l’AI 2023-24 dovrebbe essere per noi la stagione della vera ripartenza. In termini di fatturato, ci aspettiamo di chiudere il 2022 con un incremento di circa il 15%, ritornando ai numeri del 2019. Per quanto riguarda i risultati, però, dovremo vedere l’impatto dell’aumento dei costi energetici, che nel caso del velluto incidono cinque volte di più rispetto agli altri tessuti, perché il tempo di attraversamento dei macchinari è molto più elevato, quindi si consuma più energia”.
 

La fake fur in velluto

Per l’autunno/inverno 2023-2024, Redaelli Velluti propone una collezione che reinterpreta con una nuova chiave di lettura il mood animalier, l’estetica mimetica, lo stile etnico e le grafiche floreali, accanto a proposte più classiche e senza tempo, rivisitate con nuove microdisegnature.
 
Tra i protagonisti della collezione, il velluto Angelica, che si distingue per l’eccezionale morbidezza e la perfetta vestibilità, che lo rendono particolarmente adatto alla confezione. I velluti si accendono di colori e sfumature che spesso creano contrasti decisi e contemporanei, ottenuti tramite stampa ink jet, per corrosione o utilizzando la tecnica Tie Dye.
 
Altro punto forte della collezione è la fake fur in velluto, realizzata tramite l’impiego di tecniche artigianali e tecnologie all’avanguardia, grazie alla modernizzazione e ingegnerizzazione dei telai storici, risalenti all’800, ereditati da Redaelli con l’acquisizione di Girmes. Pellicce ecologiche in velluto di alpaca, mohair e lana, caratterizzate da una grande resistenza e in grado di mantenere lucentezza e densità del “pelo” nel tempo.

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Articolo preso da Fashio Network Italia

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