Pubblicato il
14 lug 2022
Cresce l’espansione del marchio milanese di orologi Unimatic, che ha puntato a sfruttare il declino del genere degli orologi subacquei per riportarli al maggiore minimalismo delle loro origini con uno svecchiamento stilistico, pur mantenendo ogni suo segnatempo impermeabile fino a 300 metri di profondità. In effetti, non è difficile riconoscere già nel primo prodotto del brand, il “Modello Uno”, elementi volutamente fusi insieme di Rolex, Blancpain, e un po’ di Omega Speedmaster 300 nella lunetta, ma ai quali è stata tolta ogni decorazione superflua. Fashion Network ha parlato della strategia di Unimatic con uno dei suoi fondatori, Giovanni Moro.

FashionNetwork.com: Come e quando nasce Unimatic e quale concept ha alla sua base?
Giovanni Moro: Unimatic nasce alla fine del 2015 dalla passione per l’orologeria e il design mia e del mio amico e socio Simone Nunziato. Dopo aver studiato insieme disegno industriale al Politecnico di Milano ed aver condiviso anni di collezionismo di orologeria d’epoca, abbiamo deciso di provare a sintetizzare gli elementi comuni e correggere quello che non ci piaceva degli orologi divers classici, e così è nata la prima serie del “Modello Uno”. Non avevamo l’ambizione di trasformare questo esperimento in un vero lavoro, ma il successo del nostro primo orologio ha riorientato le nostre priorità e ci ha dato la possibilità di continuare un’evoluzione sul prodotto che ancora oggi continua lancio dopo lancio.
FNW: Dove vengono realizzati i vostri orologi?
GM: La nostra sede principale è a Milano dove si svolgono le attività di progettazione, stile, showroom e commerciale, mentre assemblaggio, laboratorio e magazzino sono dislocati nella nostra sede secondaria in provincia di Pavia.
FNW: Qual è stato il fatturato 2021 di Unimatic con la percentuale di crescita sul 2020 e quali sono le previsioni di chiusura del 2022?
GM: All’incirca abbiamo chiuso il 2020 con un fatturato di 1,4 milioni di euro, diventati 2,1 milioni nel 2021, per un +50% in un anno. La progressione organica della crescita di Unimatic continua anche per il 2022, anno per il quale pensiamo sia possibile arrivare a sfiorare i 4 milioni di euro, nel desiderio di riproporre simili tassi di crescita anche per gli anni a venire. Nonostante un contesto generale estremamente instabile e fluido, il mercato orologiero nel suo insieme è molto vasto ed in crescita, e per un marchio di nicchia come il nostro le opportunità di guadagnare maggiore esposizione e allargare la base dei nostri clienti sono là fuori.

FNW: Quanto pesa l’e-commerce sul giro d’affari? Sono in programma evoluzioni digitali omnichannel specifiche per il brand?
GM: Il B2C diretto di Unimatic rappresenta circa il 50% del volume annuale, dato auspicabilmente destinato ad incrementarsi con le iniziative online destinate ai nostri collezionisti che abbiamo in programma, e anche a causa del contesto generale esterno in cui operiamo, in cui i clienti sono sempre più interessati all’acquisto a distanza.
FNW: In quanti negozi multimarca e di quante nazioni viene distribuito Unimatic?
GM: La nostra rete di rivenditori è presente in 20 nazioni, mentre tramite l’e-commerce abbiamo ad oggi servito 95 diversi stati. Nel frattempo siamo sempre alla ricerca di nuovi mercati in cui presentare i nostri prodotti, e ci auguriamo di poter trovare i giusti partner per le molte nazioni in cui non abbiamo vetrine fisiche. Non abbiamo monomarca di proprietà e ad oggi nemmeno piani in tal senso.
FNW: Che durata hanno le partnership con Esercito e Automobili Amos e in cosa consistono?
GM: Le collaborazioni sono per noi una grande occasioni di ibridare il DNA del nostro prodotto con altri marchi, enti o persone affini al nostro marchio. Hanno solitamente un’impostazione ad hoc e finalizzata ad un singolo programma, anche se spesso abbiamo avuto per ambo le parti risultati talmente felici da voler riproporre un secondo o terzo prodotto. Poter parlare ad un pubblico allargato è ovviamente un occasione importante sia per una piccola azienda come la nostra, sia per il partner, che può rivolgersi e presentarsi a una piccola ma solida comunità di appassionati. Pensiamo inoltre che da queste aperture verso l’esterno, l’azienda possa assimilare nuovi punti di vista e interpretazioni, preziose per il nostro processo di ricerca continua e dalle quali auspicabilmente possiamo imparare come migliorare il nostro prodotto e processo.

FNW: Dopo un crollo negli anni scorsi, dovuto in particolare all’esplosione degli acquisti di smartwatch, i segnatempo classici stanno tornando in auge. Perché secondo lei?
GM: Non parlerei di crollo se parliamo del segmento orologi da polso tradizionali (non-smart) nel suo complesso, che rimane un mercato da 49 miliardi di dollari e in crescita del 2,5% nel 2021 sul 2020. Credo però che un oggetto dalle multi-sfaccettate valenze simboliche come l’orologio meccanico desterà ancora per molti anni un interesse spesso slegato dalla funzione d’uso primaria. Per particolari segmenti di clientela, l’alibi funzionale ha smesso a mio parere di essere la leva d’acquisto primaria già da molti anni prima dell’avvento dei vari Apple Watch.
FNW: Quanti dipendenti ha la casa madre di Unimatic, Caligola S.r.l.? E svolge anche attività in conto terzi?
GM: Caligola impiega 5 persone full-time nella sede di Milano e 3 persone nelle operazioni della secondaria. Ad oggi il focus principale è quasi integralmente su Unimatic, ma speriamo presto di potervi rivelare un nuovo progetto a cui stiamo lavorando.
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