Moda

Altaroma si trasforma: il necessario rinnovamento di un evento e della sua città


Evolvere per continuare a vivere: la formula di Charles Darwin funziona anche per le manifestazioni di moda, e per Altaroma in particolare. Nata nel 2004, ha cambiato veste e denominazione negli anni, e a partire dal 2010 portata avanti con convinzione e passione da Silvia Venturini Fendi, impegnata nella maison di famiglia ma anche nella valorizzazione dell’industria e dei talenti della moda della sua città.

Negli anni la manifestazione aveva subito riduzioni, non solo in termini di durata, ma anche di spessore e rilevanza: alle prime edizioni segnate dalla presenza di nomi della couture romana come Renato Balestra, Gattinoni, Gai Mattiolo, è seguito un periodo di riposizionamento, anche nell’ambito dell’asse Milano-Firenze con, rispettivamente, le quattro fashion week annuali e le fiere e il polo di attrazione di Pitti. E questo nonostante il costante e meritorio impegno nel continuare a promuovere i giovani talenti, con Who is on Next, programma realizzato in collaborazione con Vogue che ha lanciato nomi come Andrea Incontri (direttore creativo di Benetton) e Marco de Vincenzo (responsabile dello stile di Etro), e la piattaforma Showcase. Ma a diminuire progressivamente erano stati anche i fondi pubblici per sostenerla.

Showcase, edizione di gennaio 2023

Partecipata da istituzioni pubbliche, come il Comune di Roma (che nel 2017 tagliò il suo finanziamento del 90% e poi ha ritirato le sue quote con l’amministrazione Raggi), la Regione Lazio e la Camera di Commercio di Roma, Altaroma è oggi giunta a un momento cruciale della sua esistenza: verrà liquidata nel suo status di società consortile e sarà trasformata in una fondazione. «Sarà un piano industriale che punta su innovazione, creatività e talento e all’internazionalizzazione della moda, come principale industria creativa che abbiamo e Roma e Lazio come grandi hub per attrarre talenti e innovare», ha commentato Paolo Orneli, assessore allo Sviluppo Economico e all’Innovazione di Roma Capitale proprio nel giorno di inaugurazione della tre giorni dell’edizione di gennaio di Altaroma (dal 31 gennaio al 2 febbraio).

«Se non avessimo avuto questa realtà la moda sarebbe sparita da Roma. Altaroma ha il merito di aver tenuto acceso questa fiammella, grazie anche a Silvia Venturini Fendi, una speranza – ha ribadito Alessandro Onorato, assessore ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda, intensamente impegnato nella promozione del sistema moda romano -. Se non semplifichi la vita degli organizzatori e di chi vuol fare impresa con denaro e investimenti, se non dai certezze, maison come Valentino, Fendi o Bulgari e tanti altri player importanti non vengono così facilmente a Roma. Vogliamo collaborare perché attrarre sia possibile e vogliamo che il governo punti sulla città», facendo poi riferimento alle attese inaugurazioni dei prossimi mesi, a partire dagli hotel di lusso come il Bulgari di piazza Augusto Imperatore (in giugno), il Six Senses a Via del Corso, ma anche gli arrivi del ristorante Nobu (in aprile), di Uniqlo e di Starbucks.

Da sinistra, Roberto Luongo, direttore di Ice Agenzia, l’assessore regionale Paolo Orneli, la presidente di Altaroma Silvia Venturini Fendi e l’assessore capitolino Alessandro Onorato

Ora si punta a far approvare lo statuto della nuova Fondazione Altaroma entro la prossima edizione di luglio, ha aggiunto Onorato. Ora si punta anche ad attrarre sponsorizzazioni, soci che contribuiscano alla riuscita del progetto, e ovviamente anche il Comune. «La nostra città deve avere la forza di trainare, di attrarre sponsor e investimenti autorevoli, ma anche i giovani, anche dall’estero, per generare business, economia – ha sottolineato l’assessore – Per la nuova Fondazione rimarrà, naturalmente, la vocazione data dalla presidente Silvia Venturini Fendi, ma vogliamo affermarci ancora di più con una programmazione e maggiori investimenti perché Roma ha ancora un primato che dobbiamo tenerci stretti legato alla parte formativa. La capitale è la città di riferimento nel mondo per le Accademie, per esempio. Bisogna fare in modo che i talenti, una volta terminato il ciclo di studi, dopo la formazione non necessariamente lascino la città».

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