Industria

Persino Walmart è preoccupato per il consumatore statunitense


Di

Bloomberg

Versione italiana di

Gianluca Bolelli

Pubblicato il



20 nov 2023

Sembra che tutto ciò che abbiamo sentito quest’anno dai principali rivenditori al dettaglio statunitensi sia come i consumatori siano “sotto pressione”, in quanto i risparmi che sono riusciti a mettere da parte durante l’epoca pandemica sono quasi finiti e i tassi di inflazione rimangono elevati. Vari sondaggi, che mostrano una fiducia dei consumatori debole, hanno confermato le affermazioni dei commercianti del retail. L’unico problema è che i dati reali hanno dimostrato il contrario, con la spesa dei consumatori che è costantemente più consistente delle previsioni.

Walmart – Foto: Reuters

Quindi, mentre ci dirigiamo verso l’importante stagione dello shopping natalizio di fine anno, dovremmo davvero prestare attenzione quando Walmart Inc. afferma di essere “più cauto nei confronti del consumatore rispetto a 90 giorni fa in questo momento” e che c’è stato un “calo più netto” delle vendite durante le ultime due settimane del terzo trimestre fiscale terminato il 31 ottobre? La risposta è sicuramente sì.

Nonostante la sua reputazione di retailer preferito dalle famiglie a basso reddito, la base clienti di Walmart è più diversificata di così e somiglia molto alla popolazione statunitense nel suo complesso, essendo anche riuscito ad attrarre clienti di fascia più alta. Visto che è il maggiore rivenditore al dettaglio americano, più di 1 dollaro su 5 spesi per cibo e bevande a domicilio negli Stati Uniti passa attraverso le sue casse, secondo Bloomberg Intelligence. Se si aggiungono i prodotti non alimentari, la quota diventa ancora maggiore. Ciò gli conferisce un’ottima lettura del consumatore. Non c’è da stupirsi quindi che le azioni Walmart siano crollate dell’8% giovedì dopo che la società ha fornito tale valutazione pessimistica.

E Walmart non è stato l’unico rivenditore a sollevare dubbi sulla forza della domanda dei consumatori la scorsa settimana. Mercoledì, Target Corp. ha affermato che continua a vedere un calo delle vendite di cose che i consumatori semplicemente desiderano, ma di cui potrebbero non aver effettivamente bisogno, come abbigliamento e arredamento per la casa, sebbene ci sia stato un miglioramento rispetto al secondo trimestre. Vale la pena notare una particolare tendenza di acquisto evidenziata da Target. Il CEO Brian Cornell ha affermato che i consumatori si trattengono dal fare molti acquisti fino all’ultimo minuto. Ad esempio, non hanno acquistato abiti invernali finché il clima non è diventato veramente freddo, il che ha rappresentato un allontanamento dalle abitudini recenti. Cornell non lo ha detto esattamente, ma questo è il classico comportamento recessivo.

Poi c’è stato Home Depot Inc. Il rivenditore di articoli per la casa ha avvertito martedì che i consumatori continuano a ridurre gli acquisti di articoli grandi e costosi. Bloomberg News ha riportato che gli analisti di Evercore hanno aggiunto questo: “Le stime di consenso per il 2024 sono troppo alte per Home Depot e la maggior parte dei nostri nomi legati al miglioramento della casa”. La società tedesca di kit per pasti HelloFresh SE ha visto le sue azioni crollare del 22,4% giovedì dopo aver tagliato le previsioni sugli utili, in parte proprio a causa del minor numero di nuovi clienti statunitensi. Neppure il mercato del lusso è immune al fenomeno. Il britannico Burberry Group Plc si è unito a una serie di rivenditori di fascia alta nell’evidenziare la continua debolezza tra i consumatori relativamente agiati, piuttosto che tra i super-ricchi, con le vendite a negozi comparabili nelle Americhe che sono risultate in diminuzione del 10% nei tre mesi terminati il 30 settembre.
 
Cosa sta succedendo veramente? Nessuno lo sa per certo. Perfino il direttore finanziario di Walmart, John David Rainey, ha affermato di non riuscire a capire esattamente cosa sia accaduto nella seconda metà di ottobre. Un’inflazione più lenta dovrebbe rafforzare il potere di spesa delle famiglie per la maggior parte dei beni e dei servizi. Ma gli americani ora vivono con i costi di finanziamento più alti mai avuti da una generazione a questa parte e con conti bancari in calo, come evidenziato dallo storicamente basso tasso di risparmi del 3,4%.

Nel frattempo, i pagamenti dei prestiti federali agli studenti sono ripresi il 1° ottobre. Torsten Slok, capo economista dell’Apollo Global Management, ha osservato in una nota di ricerca del 24 ottobre che l’Household Pulse Survey del governo mostra un aumento nella percentuale di consumatori che affermano di avere difficoltà a pagare le spese domestiche. Non solo, ma le difficoltà erano concentrate tra le famiglie con una laurea, che guadagnavano tra i 50.000 e i 150.000 dollari all’anno.
 
Forse il vero interrogativo è perché la domanda dei consumatori sia stata più forte per un periodo di tempo più lungo di quanto molti si aspettassero. Forse è semplicemente perché ci è voluto del tempo per far sì che le abitudini di spesa sovradimensionate dell’era della pandemia si raffreddassero. Prendiamo i kit pasto. Anche se inizialmente i consumatori possono anche essere stati contenti di continuare a pagare per essi una volta tornati negli uffici e con i ristoranti che avevano riaperto, la crescente pressione sulle loro disponibilità economiche li ha costretti a tagliare i costi da qualche parte. Allora addio kit pasto.
 
E potrebbe esserci un’altra ragione per il rallentamento della spesa di ottobre citato da Walmart. I viaggi sono aumentati durante l’estate e gli americani sono andati alla ricerca di biglietti per concerti ed eventi di alto profilo. Le fatture delle carte di credito dovranno essere pagate durante l’autunno. Anche le spese per il rientro a scuola dei figli potrebbero aver portato a limitazioni dei budget. Allo stesso tempo, alcuni americani hanno fatto dei tagli per assicurarsi avessero fondi disponibili per sfruttare le occasioni retail del Black Friday.

Occorrerà tenere d’occhio quello che potrebbe essere uno stallo tra rivenditori e acquirenti. Le catene di negozi hanno smaltito la loro montagna di inventario, quindi non è necessario per loro praticare sconti in modo così aggressivo come l’anno scorso. Ma i consumatori sanno che l’inflazione si sta attenuando e cercheranno occasioni vantaggiose. Nel complesso, la National Retail Federation prevede che le vendite di novembre e dicembre aumenteranno di un modesto 3%-4% rispetto al 2022.
 
In questo senso, è possibile che la decelerazione identificata da Walmart si riveli solo un intoppo minimo. Rainey ha affermato che il crollo delle vendite è coinciso con un periodo di tempo atmosferico inusuale per questa stagione e che la domanda a novembre è comunque aumentata, stimolata dalle promozioni e dall’arrivo di nuovi prodotti stagionali nei negozi. Quest’anno scommettere contro il consumatore americano è stato un proposito perdente. Le prossime settimane potrebbero determinare se la musica è cambiata.
 
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