Di
Ansa
Pubblicato il
4 dic 2021
Nel terzo trimestre le aziende di Confindustria Moda hanno visto una crescita complessiva del fatturato del 18,1% rispetto al corrispondente periodo del 2020, e un aumento degli ordini del +21,3%. Per la prima volta da quando è stata avviata la rilevazione, nei tre mesi la quota di aziende a campione che ha fatto ricorso agli ammortizzatori sociali risulta lievemente minoritaria, pur attestandosi su livelli alti, pari al 49%, comunque in calo rispetto al 65% del secondo trimestre.

Il cumulato dei nove mesi evidenzia un recupero del fatturato rispetto al 2020 attorno al +23%, con un divario però ancora superiore al 10% se raffrontato coi livelli pre-Covid. Nell’intero anno è previsto un recupero nell’ordine del +20,6%. Considerando che nel 2020 il fatturato del tessile moda e accesorio era calato sui 75 miliardi, la dinamica 2021 si traduce in un incremento di poco superiore ai 15 miliardi di euro. La stima preliminare vedrebbe dunque le vendite complessive riportarsi a 90,4 miliardi di euro. Si tratta di un recupero importante, seppur ancora parziale, dal momento che il gap con i livelli del 2019 resterebbe nell’ordine del -8%.
“Al momento i dati che abbiamo sono questi. Facciamo stime sulla base del sentiment delle imprese, più di così oggi è difficile fare previsioni sul 2022 anche se è vicino, vista l’evoluzione della situazione internazionale con la pandemia”, dice Cirillo Marcolin, presidente di Confindustria Moda, alla presentazione dei numeri del terzo trimestre e delle previsioni sull’intero 2021.
“Nonostante le grandi difficoltà che il nostro settore ha affrontato lo scorso anno, il Tessile-moda-accessorio segna ad oggi una ripresa molto positiva, anche se ancora non del tutto sufficiente per tornare ai livelli pre-pandemici. Il percorso per il rilancio dell’industria Tma Made in Italy presenta già nuovi ostacoli, a partire dal forte aumento dei costi di materie prime ed energia. Anche il virus non è sconfitto del tutto e timori su possibili nuove restrizioni al turismo rappresentando un’ulteriore minaccia per la ripresa”, ha osservato Marcolin commentando dati e stime che non vanno oltre la fine dell’anno.
“Nei prossimi mesi tutto il nostro settore dovrà impegnarsi per cogliere le opportunità del Pnrr per affrontare al meglio le sfide del futuro. Accelerare il percorso di transizione green e digital, infatti, non è solo la chiave per crescere più forti di prima, ma rappresenta un vero e proprio cambiamento culturale che deve interessare tutti i comparti della filiera. Per poter affrontare al meglio questa sfida e competere nel mercato di oggi, il ‘piccolo e bello’ che ha caratterizzato il Fashion Made in Italy negli anni non è più sufficiente. Le imprese che compongono il nostro tessuto hanno la necessità di accrescere le loro dimensioni e diventare più strutturate, anche attraverso i meccanismi di aggregazione che la legislazione mette a disposizione. Solo facendo sistema e lavorando all’unisono le aziende potranno essere realmente pronte alle sfide poste dal Pnrr”, ha concluso l’imprenditore.
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