Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
12 dic 2021
Posta in amministrazione controllata il 29 settembre, la casa di moda lionese Zilli, dal 1965 specialista nel prêt-à-porter maschile di lusso, ha trovato acquirenti. Il fondo di investimento Negma Group, con sede a Dubai e parte di Seddiqi Properties, e la società milanese di advisory, specializzata in ristrutturazioni e acquisizioni, FAI Futuro All’Impresa hanno infatti annunciato di aver comprato la società francese riconosciuta dal 2010 come Entreprise du Patrimoine Vivant (EPV – Marchio di riconoscimento statale che contraddistingue le aziende francesi con un eccellente know-how artigianale e industriale, ndr.) e precedentemente di proprietà della famiglia fondatrice, gli Schimel.

Approvata dal tribunale commerciale di Lione, l’offerta di acquisizione congiunta comprende il mantenimento di 70 posti di lavoro sui 100 che l’azienda ha in Francia, di cui 54 nel sito produttivo dei laboratori di Dardilly (Rodano). Fonti di stampa locale indicano che sembrerebbero mantenuti anche i circa 80 dipendenti delle due filiali produttive in Italia del brand, in cui vengono realizzati completi e camicie: D’Avenia S.r.l. e Zilli Shirts S.r.l. Quest’ultima è un’ex storica camiceria di Bergamo, la Eugenio B., che venne acquistata da Zilli nel 2007.
“L’obiettivo di Negma Group e FAI sarà quello di consolidare la maison Zilli e affermarla come uno dei principali attori nell’abbigliamento maschile di lusso. Valorizzare la sua identità e la sua storia, costruite in più di cinquant’anni, e capitalizzare sul suo savoir-faire lionese”, indicano i due acquirenti in un comunicato.
In priorità, Zilli si dedicherà dunque a rafforzare i suoi attuali sbocchi distributivi, per poi espandersi nei mercati del Medio Oriente, dell’Europa e dell’Asia. Inizialmente verranno effettuati investimenti nei reparti marketing e comunicazione per rivitalizzare l’immagine del brand e acquisire nuovi clienti. Giuseppe Di Nuccio sarà il nuovo CEO di Zilli. Specialista del lusso, ha lavorato alla gestione di etichette come Jil Sander, Burberry e Giorgio Armani.
Secondo Lyon Décideurs, il tribunale commerciale aveva allo studio cinque offerte di acquisto, ma con la sua proposta da 2,4 milioni per l’acquisto degli asset societari e con l’impegno ad investire 20 milioni di euro in cinque anni, alla fine è stata scelta l’offerta congiunta di Negma-FAI.
Quando è stata posta in amministrazione controllata, Zilli aveva 60 punti vendita in Francia e all’estero, inclusi 6 monomarca a Parigi, Cannes, Courchevel, Monaco, New York e Londra, e piani per far debuttare entro la fine di quest’anno la linea Zilli Casa (dedicata ad accessori ed oggetti decorativi), e per ampliare la linea di profumi appena lanciata e la label di sportswear nata nel 2020 tramite una collaborazione con l’ex campione di calcio Youri Djorkaeff.
Nell’esercizio finanziario 2020, l’azienda ha generato 31,5 milioni di euro di fatturato, in calo del 30% sul 2019 (nel 2018 furono 56,5 milioni), un dato fortemente influenzato dalla crisi sanitaria del coronavirus. Si pensi però che negli ultimi anni d’oro, ovvero il biennio 2014-2015, il marchio Lionese superava i 100 milioni di euro di giro d’affari.
Le prime vere, grosse difficoltà Zilli le aveva sperimentate nel 2016: indebolita dal calo dei consumi in Russia (uno dei suoi mercati di punta), era stata oggetto di una procedura di salvaguardia e aveva dovuto mettere in pratica un piano di salvataggio dei posti di lavoro nel corso dell’anno successivo. Alla fine del 2017, lo specialista in turnaround aziendale Arnaud Marion aveva acquisito una quota del 38% della società. Oggi, con l’arrivo del binomio Negma Group-FAI Futuro All’Impresa, sia Marion sia la famiglia fondatrice usciranno totalmente dal capitale sociale.
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