Il 1° dicembre è stato presentato a Bologna, alla Fondazione Fashion Research Italy (FFRI) del Cavalier Alberto Masotti, già Presidente del marchio La Perla, il Punto Sostenibilità, nuovo ambizioso progetto della Fondazione: si tratta del più struttutrato archivio, sia fisico che digitale, di materiali tessili e accessori sostenibili per le imprese della moda, che FFRI considera un indispensabile tassello nella svolta green della filiera. Un progetto co-finanziato dalla Regione Emilia-Romagna.

Punto Sostenibilità è un vero e proprio showroom capace di connettere domanda e offerta, che inaugura con circa 1.500 referenze e 100 aziende mappate, ma che vuole crescere in fretta e verrà costantemente aggiornato con le novità eco-sostenibili che le aziende vorranno proporre.
Accanto all’ormai tradizionale lana riciclata, trovano spazio nell’archivio prodotti più innovativi come la seta rigenerata – al tatto simile al cachemire – tessuti e passamanerie realizzati con filati di giacenza attraverso l’impiego di telai tradizionali, composizioni con fibre miste rigenerate e ancora jersey in poliestere biodegradabile, buste e sacchi biodegradabili e compostabili per il packaging di prodotto, bottoni e zip realizzati con alluminio riciclato, nastri e fettucce in poliestere riciclato e molto altro. Per essere uno degli elementi riuniti nell’archivio occorre una ulteriore caratteristica dirimente: solo materiali e soluzioni già industrializzate e immediatamente disponibili per la produzione in piccola o larga scala.
Del resto, secondo uno studio del 2021 di PricewaterhouseCoopers sul settore, il mercato della moda sostenibile è destinato a più che raddoppiare nei prossimi 10 anni. A trainare questa transizione ecologica saranno diversi fattori, tra cui in primis le scelte dei consumatori, soprattutto i più giovani: nel 2020 il 63% di loro ha preferito prodotti sostenibili, contro il 29% del 2019.

L’accesso all’archivio è gratuito, tanto per le aziende che desiderano proporre i propri prodotti, quanto per le manifatture che vorranno accedere alla selezione. Le aziende coinvolte ad oggi, provenienti per lo più dai grandi distretti tessili italiani, come Prato, Biella, Vicenza, Como, e dall’Emilia Romagna per quel che riguarda accessori e packaging, offrono uno spaccato del settore di interessante lettura.
Fondazione FRI ha incaricato la società Blumine Srl, partner scientifica di progetto, di effettuare un’indagine sul loro impegno green e socialmente responsabile; il report prodotto (basato su alcune centinaia di parametri aggregati in 5 macro temi) offre un utile riferimento per interpretare le tendenze della sostenibilità nella filiera tessile italiana: se la sicurezza chimica dei prodotti rappresenta ormai un dato di fatto, emerge anche una forte sensibilità delle aziende agli aspetti etici legati al lavoro e diritti umani. Il tema dell’economia circolare sembra ormai destinato ad affermarsi come trend topic di questo decennio, mentre secondo l’indagine c’è ancora molto da fare per quel che riguarda la conservazione della biodiversità (con riferimento in particolare alla scelta di materiali di origine naturale provenienti da agricoltura biologica e responsabile). Diverse aziende hanno comunque puntato su polimeri innovativi, biodegradabili, seppur a base fossile.

“Sono passati molti anni da quando ho letto i primi report sull’inquinamento prodotto dall’industria della moda, ma ricordo ancora lo sconcerto che ho provato”, spiega il Presidente della Fondazione FRI, Alberto Masotti. “Il settore in cui lavoravo e che tanto amavo era la seconda attività più inquinante del mondo e ancora oggi, purtroppo, la strada verso l’evoluzione green è lunga, nonostante sia ormai evidente che un cambio di passo è non solo necessario, ma indispensabile. Mi consola vedere che le nuove generazioni sono più attente a questi temi e ne sentano l’urgenza: la mia più grande speranza è che la Fondazione possa essere un punto di riferimento, anche fisico, per i nuovi designer e tutte le realtà imprenditoriali sempre più consapevoli della necessità di convertirsi ad una produzione che tuteli l’equilibrio ambientale”.
“Il comparto moda, con i suoi 87mila addetti, è la terza filiera più importante della Regione per quel che riguarda l’export”, ha detto l’Assessore allo Sviluppo Economico e alla Green Economy Vincenzo Colla, intervenuto all’inaugurazione. “Un settore che, nonostante le difficoltà dovute all’emergenza sanitaria e prima ancora alla concorrenza asiatica, vive oggi una rinnovata stagione di fiducia nella transizione verso la sostenibilità, sia di prodotto che di processo. Questo progetto, che abbiamo fatto bene a finanziare, guarda al futuro di una filiera strategica per la nostra regione. Proprio per questo con il Tavolo della Moda dell’Emilia-Romagna ci siamo impegnati ad accompagnare l’intera filiera della Fashion Valley verso la riconversione green, la ricerca sui materiali e la certificazione di qualità”.

“La Fondazione Fashion Research Italy è strategica per la città di Bologna e per l’intero territorio nazionale, soprattutto nell’attenzione che da sempre ha espresso per le piccole e medie imprese, riconoscendone l’importanza strategica nell’economia del nostro territorio e del Paese”, ha aggiunto Rosa Grimaldi, Delegata alla Promozione Economica e alle Industrie Culturali e Creative del Comune di Bologna.
In occasione dell’inaugurazione di Punto Sostenibilità la Fondazione FRI ospita, fino al 31 gennaio, la prima italiana de “La gentilezza della carta. La sostenibilità è bellezza”, mostra di 18 abiti-scultura realizzati da Caterina Crepax (figlia del famosissimo fumettista Guido) in carta prodotta con il 100% di fibre riciclate dalla storica cartiera Cordenons, per riflettere attraverso l’arte sul tema della sostenibilità.

Fondazione no-profit costituita nel 2015 a Bologna da Alberto Masotti con la volontà di affiancare le manifatture moda attraverso attività di formazione e consulenza su temi strategici quali heritage, sostenibilità e innovazione digitale, Fashion Research Italy propone un prezioso patrimonio di creatività: una library di 5.000 volumi e un archivio di textile design di 30.000 disegni su carta e tessuto. L’offerta formativa, erogata in e-learning così come in presenza, nell’headquarter di 7.000 mq in Via del Fonditore 12, nella zona industriale Roveri, alle porte della città, è rivolta ai professionisti del settore, ma anche ai giovani che stanno studiando per intraprendere una carriera nella moda, e si articola in tre percorsi executive (Archivi, Green Fashion e Fashion Digital Academy).
Copyright © 2021 FashionNetwork.com Tutti i diritti riservati.